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Due serate calabresi a parlare di legalità e mafie

Cortale, 3 e 4 agosto 2019, insieme a Caterina Chinnici e Nicola Gratteri. Dal nostro inviato

di Pasquale Riga - lunedì 5 agosto 2019 - 2817 letture

"Abbiamo intanto istituito la Procura europea antimafia, con poteri investigativi e attività coordinate nei diversi Paesi. Poi, abbiamo istituito il reciproco riconoscimento dei provvedimenti di sequestro e confisca di beni mafiosi e abbiamo votato la prima direttiva penale contro il riciclaggio, oltre ad aver varato lo scambio di informazioni finanziarie e la direttiva per la difesa degli interessi finanziari dell’Ue. C’è un tassello ancora, del quale ho già posto le premesse e di cui vorrei occuparmi se sarò rieletta, e cioè arrivare ad una definizione comune di criminalità organizzata – che oggi non esiste -, prevedendone una specifica per la mafia. Da uno studio è emerso che sul territorio europeo ci sono più di 5000 organizzazioni criminali, ed alcune di queste rientrano nella tipologia mafiosa. Mi auguro di poter proseguire in questo impegno, nel quale credo molto". Con queste parole, e tra gli applausi della numerosa gente accorsa, si è chiusa la bella serata cortalese della D.ssa Chinnici.

La seconda serata Cortalese trascorsa all’insegna della legalità e della lotta alle mafie ha avuto come relatore il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Dottor Nicola Gratteri. Alle domande rivoltegli dalla giovane D.ssa cortalese Francesca Melina, Laureata in Giurisprudenza, e volontaria della Prociv di Cortale, il Magistrato Calabrese ha risposto iniziando a parlare del profumo di rispetto ed obbedienza che si respirava all’interno della sua famiglia, del ruolo giocato dai genitori, sempre presenti e partecipi nella sua vita, a voler sottolineare come il ruolo giocato dalla famiglia abbia un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani. Il 90% dei giovani nati all’interno di una famiglia onesta prosegue portando avanti i valori della legalità e dell’onestà, mentre il 90% dei ragazzi nati all’interno di una famiglia con elementi contigui al malaffare, alle mafie ed alla malavita purtroppo seguirà questo percorso.

Ha proseguito parlando della sua vita da magistrato sotto scorta dal 1989 e come questa esperienza abbia cambiato la propria vita sotto l’aspetto umano e lavorativo rimarcando però al contempo come il "vivere sotto una pietra" non abbia scalfito per nulla la sua voglia ed i suoi metodi di lottare la criminalità. Ha quindi parlato della sua esperienza di Procuratore della Repubblica di Catanzaro e come già dal suo primo giorno ha cominciato a cambiare perfino dalla disposizione logistica degli uffici il modo di lavorare in Procura. Ho cominciato a dividere i magistrati per competenza non personale ma d’ufficio in modo da ricreare dei piccoli pool per settore, lamentando però la carenza di uomini e di attrezzature che sono un vero e proprio ostacolo alle indagini ed alla durata dei processi. Non è certamente scrivendo in una norma che un processo debba durare sei mesi piuttosto che un anno o sei anni che si combatte il fenomeno della prescrizione dei processi, ma è dotando la Magistratura di uomini e mezzi adatti al fine di intervenire su quelle che sono le cause delle lungaggini dei processi.

La maggior parte di essi si prescrive sopratutto l’impossibilità della notifica degli atti ed ha criticato pesantemente il fatto che ci siano circa 4 mila carabinieri che ogni giorno devono fare i messi notificatori con risultati non certo lusinghieri. Secondo il Magistrato per risolvere la prescrizione bisogna informatizzare i processi. "Ogni cittadino potrebbe benissimo avere un indirizzo di posta elettronica certificata, pagata dallo Stato se è indigente. In questo modo risparmieremmo mesi ed uomini per ogni notifica. Sono cose di buon senso, non richiedono una grande scienza”. "La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine". Partendo da questa affermazione di Giovanni Falcone la D.ssa Melina ha chiesto a Gratteri di fare una riflessione su questo. Qui il Magistrato ha aperto una polemica contro i "Gattopardi" cioè quegli uomini che quando Falcone e Borsellino erano in vita li hanno denigrati, ostacolati contrastati ed isolati e che dopo la loro morte si sono affrettati a rivederne i giudizi fino ad appropriarsi di loro affermazioni usandole disgustosamente per meri calcoli politici o di parte. Ad un certo punto è arrivato a definire, così come ha fatto anche il PM Nino Di Matteo, Falcone un perdente in vita. Ci sono verità che vanno ricordate: la prima è che Giovanni Falcone in vita venne continuamente delegittimato, calunniato, anche da chi oggi finge senza pudore di onorarne la memoria. La sua storia di uomo e professionista fu costeggiata da ripetute delusioni e sconfitte. C’è una verità che va completata. Caponnetto si apprestava a lasciare l’incarico per ragioni di salute e raggiunti limiti di età. Alla sua sostituzione vennero candidati Falcone e Antonino Meli. Il 19 gennaio 1988, dopo una discussa votazione, il Consiglio Superiore della Magistratura nominò Meli.

Meli si insedia nel gennaio 1988 e finisce con lo smantellare il metodo di lavoro intrapreso, riportandolo indietro di un decennio. Da qui in poi Falcone e i suoi dovettero fronteggiare un numero sempre crescente di ostacoli alla loro attività. Cosa nostra intanto assassinò l’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco, che aveva denunciato le pressioni subite da parte di Vito Ciancimino durante il suo mandato. Tempo dopo, i due membri del pool Di Lello e Conte si dimisero polemicamente. Non ultimo, persino la Cassazione sconfessò l’unitarietà delle indagini in fatto di mafia affermata da Falcone. Il 30 luglio Falcone richiese addirittura di essere destinato a un altro ufficio, e Meli, ormai in aperto contrasto con Falcone, come predetto da Borsellino, sciolse ufficialmente il pool. Un mese dopo, Falcone ebbe l’ulteriore amarezza di vedersi preferito Domenico Sica alla guida dell’Alto Commissariato per la lotta alla Mafia. In tutto questo i "Gattopardi" ed uno in particolare hanno giocato un ruolo importantissimo. A chiudere la serata la domanda su una frase di Gratteri: fare parte della ndrangheta non conviene. In Calabria – ha risposto il magistrato – ci sono molti corrieri di droga, ragazzi che portano la coca a Milano, Bologna, Torino e che guadagnano 1500 euro. I primi viaggi vanno sempre bene, ma i ragazzi consumano quei soldi in ristoranti di lusso ed in prostitute spesso senza provare piacere in quello che fanno ma il loro vero piacere è quando tornati ai loro paesi e raccontano le loro avventure seduti al muretto del bar agli occhi pieni di ammirazione ed incredulità dei loro amici.

E’ questo il loro piacere. Quando al decimo si viene arrestati crolla loro il mondo addosso. Se si tratta di un affiliato, il capomafia manda un avvocato che fa da cane da guardia della mafia, tranquillizza il giovane ma al contempo si assicura che non parli con nessuno. Spesso le loro giovani mogli con figli piccolissimi diventano delle "vedove bianche" e spesso per poter sopportare questo tipo di vita incominciano ad imbottirsi di psicofarmaci. Quindi questi corrieri perdono la parte più bella della loro vita dietro le sbarre di un carcere senza la possibilità di parlare mettendo a rischio la vita. Ecco perchè fare parte della ndrangheta non conviene. Converrebbe di più fare l’idraulico che più o meno guadagna i loro stessi soldi ma il rischio che corre è che al massimo su 10 lavori eseguiti 2 non gli vengano pagati. Si arrabbierà e non dormirà quelle due notti ma dopo riprenderà con più lena. I corrieri della ndangheta non dormiranno per anni e nessuno potrà ripagarli di tutto il tempo trascorso in un carcere senza vedere moglie e figli che saranno cresciuti senza un padre.

Al termine della serata i ragazzi della Prociv hanno omaggiato il Procuratore Gratteri di diverse specialità gastronomiche Cortalesi tra le quali spiccavano le "graffiole" un dolce tipico cortalese, poi fagiola cortalese ed altri genuini prodotti locali offerti da agricoltori del posto. La serata si conclude con i saluti e la firma con dedica del Magistrato a coloro che hanno comprato alcuni dei suoi più famosi libri. A fare da cornice gli applausi a scena aperta da parte delle numerosissime persone presenti. Davvero due belle e costruttive serate Cortalesi nel nme della legalità e della lotta alle mafie 94359eac8ae163021e7b8928f70fa9aa.0 f85a7ff9b588312fe6cfd8ac7535f37d.0 7c1188bae44afee36b5deda3691cae8f.0 9e196972e1747746710dddba365347eb.0 16e6e0cf1be7b15bf9f4785397cab436.0 5553044439b5886d7524d623ecddff9b.0


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