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Due manifestazioni: una di sinistra e l’altra di ’’sinistri’’

Il 30 novembre 2018 ben due manifestazioni, a Milano e a Roma, ma diametralmente opposte nei modi e nei contenuti: una della sinistra e l’altra dei ’’sinistri’’.

di Franco Novembrini - mercoledì 3 ottobre 2018 - 3756 letture

Domenica, malgrado numerose manifestazioni sportive tanto care agli italiani, che vanno dal calcio a mondiali di ciclismo, dalla Formula 1 ala mondiale Superbike, si sono tenute due manifestazioni a Milano e a Roma diametralmente opposte nei modi e nei contenuti: una della sinistra e l’altra dei ’’sinistri’’.

MILANO - In piazza del Duomo si sono riunite le diverse (troppe) anime della sinistra in nome dell’antifascismo, della solidarietà, giustizia sociale e antirazzismo. Una manifestazione colorata, con molto rosso, canti, palco di dimensioni modeste dove gli oratori dicevano pacatamente le loro e le nostre ragioni. Nessuna passerella per politici e data la scarsa pubblicità e copertura mediatica specialmente della RAI, i cui giornalisti erano sguinzagliati nell’altra manifestazione romana oppure a carpire l’ultima dichiarazione di Salvini che potrebbe fare punteggio per una eventuale promozione.

ROMA - Piazza del Popolo, ironia della sorte si chiama così anche quando il popolo non c’è, l’altra manifestazione ’’spontanea’’ del PD con un numero esagerato di spontanee bandiere calcolate in 30 mila e un numero minore di partecipanti venuti, sempre spontaneamente, da tutt’Italia che avendo due mani tenevano due bandiere. Il palco di dimensioni sovietiche o coreane, fate voi, pullulante di camicie bianche a mezze maniche che indicavano i leader delle varie fazioni, una contro l’altra armate, si agitavano ai microfoni con acuti vocali e stecche degni del peggiore Festival di Sanremo il tutto accompagnato dai rumorosi consensi dei rispettivi supporter. Insomma per farla breve sembrava di assistere ad uno di quei congressi degli anni ottanta del PSI di Craxi, con la differenza che mancava Bettino sostituito da una pletora di ’’craxini’’ che applaudiva ognuno il suo capetto.

Una cosa mi ha colpito però, il coro generale dalle grida di ’’Unità, unità’’, e l’ho trovato francamente di pessimo gusto e di cattiva memoria. Di cattivo gusto perché molti che lo urlavano erano gli stessi che hanno fatto fallire e poi rifallire, per sicurezza, il glorioso quotidiano fondato da Antonio Gramsci che era sopravvissuto al fascismo e che aveva indirizzato operai e antifascisti per anni verso la democrazia e di cattiva memoria perché molti urlatoti erano gli strssi che alla Leopolda, la Frattocchie fiorentina, urlavano ’’Fuori, fuori’’ trattando alcuni onesti e dubitosi compagni come una zavorra da cui liberarsi al più presto. Una domanda dopo la ’’legnata’’ del 4 marzo perché il congresso che dovrebbe stabilire chi ha sbagliato e quale strada intraprendere per invertire la rotta si terrà dopo circa un anno?


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