Due barra g

Si spendicchia a tutto “campo”. Occhio che arriva anche Pisapia

di Adriano Todaro - mercoledì 14 dicembre 2016 - 3409 letture

2,6 milioni/h – 2 mila/h – 40 mila/g – 2/g. Suvvia, non fate quella faccia schifata. Non sono formule astruse, fredde e aride. Sono, invece, di una chiarezza esemplare e solo voi, che non vi applicate, non studiate, non riuscite a capire. Stamattina, poi, mi sembra vi siate svegliati un po’ rintronati. Comunque non preoccupatevi perché per vostra fortuna ci sono io che vi spiego tutto. Intanto vi dico che parliamo di soldi, di schei, di grana, di piccioli, soddi, dinaru o come diavolo le volete chiamare. Insomma, della farina del diavolo. Allora, cominciamo:

2,6 milioni/h – Ogni ora che passa, il nostro Paese spende per le forze armate 2,6 milioni di euro. Non vi sembra meraviglioso che per le armi i soldi si trovano sempre? Nel 2017 l’Italia spenderà per le forze armate almeno 23,4 miliardi di euro. In pratica 64 milioni il giorno e, quindi, 2,6 milioni ogni ora. Mentre si taglia a destra e a manca, mentre si taglia sui disabili, sui controlli atmosferici e nelle fabbriche, mentre si taglia sulla ricerca e sulla salute, sulle pensioni e sui vari contratti di lavoro, nell’ultimo decennio le spese militari italiane sono cresciute del 21%. La ministra Pinotto (Gianni mancava), trattenendo a stento una risata, ha affermato che “E’ venuto il momento di tornare ad investire” per la Difesa. E in questo capitolo ci sono dalle “strade sicure” al trasporto aereo di Stato. Di questo parlerò più avanti. Per i nuovi armamenti, invece, nel 2017, il nostro Paese spenderà 5,6 miliardi di euro, 15 milioni al giorno, 600 mila euro l’ora.

2 mila/h – Milano-Malpensa. Venerdì 2 dicembre, alle 16, parte un elicottero dei Vigili del Fuoco. Alle 17,50 atterra a Ciampino e se ne sta buono buono per due giorni, fermo. Poi, la domenica delle elezioni, alle 9 parte con destinazione Cerreto di Spoleto. A bordo anche il comandante dei Vigili del fuoco Gioacchino Giomo e il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, classe 1962. A Cerreto arrivano alle 9,40. Alle 10 nuovo decollo per Arquata del Tronto che dista 55 chilometri. Ad Arquata il sottosegretario ci resta un paio di ore, strette di mano e impegni governativi d’ordinanza. Alle 12,20 si riparte e alle 12,30 l’elicottero è di nuovo a Cerreto. E’ giusta l’ora del pranzo domenicale con pasterelle incorporate e che il sottosegretario, giustamente, passa con la famiglia. Poi va a votare a 15 chilometri di distanza. Questo sottosegretario, ex sindaco, a 22 anni, di Cerreto per la Democrazia cristiana, ora appartiene al Pd, ala Renzi. Ha un’aria garrula come può essere un cipresso in novembre ma la mente fervida e senso dello Stato: per non far spendere a tutti noi più del dovuto, ha pensato bene di prendere un piccione con una fava. O meglio: invece che prendere un piccione ha preso, giustamente, un elicottero che è obiettivamente più comodo e ha abbinato un giro elettorale sul territorio martoriato dai terremoti con il suo voto. Questi giretti sono costati allo Stato italiano, a tutti noi, 14 mila euro, 2 mila euro ogni ora che passava. D’altronde, se Renzi ci fa pagare 40 mila euro al giorno per l’Airbus A340 perché mai il Cipresso di Cerreto non ci può far spendere 2 mila euro l’ora? Il ministero dell’Interno ha smentito: “Si comunica che il giorno 4 dicembre non è stato effettuato alcun trasporto con velivoli del Corpo nazionale, né con altri mezzi in dotazione”. I giornali che hanno portato la notizia, confermano.

2/g – Da sette anni gli statali hanno il contratto bloccato. Loro hanno perso una media di 150/200 euro al mese; lo Stato ha così risparmiato 35 miliardi. Ma ecco, poco prima del referendum, che il Boy Scout Bugiardo fa un accordo con i sindacati di categoria e rinnova il contratto (per altro obbligato da una sentenza della Corte costituzionale). Bel colpo? Un momento. Prima di tutto si parla di 85 euro medi lordi mensili (55 netti) ma solo alla fine del triennio 2016-2018. Se scomponiamo le cifre, sono esattamente 2 euro netti in media al giorno, ma non subito. Nel 2019! Inoltre per fare aumenti così sbalorditivi e generosi, il governo deve trovare più di 5 miliardi di euro che non ha. I sindacati (Cgil-Cisl-Uil) hanno firmato e fatto dichiarazioni entusiastiche. Eppure un paio di mesi fa i tre sindacati parlavano di un aumento non inferiore a 150 euro lordi mensili. Adesso siamo a 85 lordi in tre anni. Due euro netti ogni giorno in più, è proprio grasso che cola. Ma che cazzo hanno firmato?

P.S. – Leggo che Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, in un’intervista alla sempre disponibile la Repubblica, ha dichiarato che è “pronto a tornare in campo”. Hai capito perché Giuliano non voleva fare più il sindaco di Milano? Hai capito perché aveva deciso di votare SI’ al referendum? Pisapia si è già portato avanti con il lavoro è ha scelto il nome del nuovo soggetto o complemento oggetto: Campo Progressista. Che sembra la pubblicità di un minestrone surgelato. In politica, si sa, è tutto un “campo”: scendere “in campo”, le forze in “campo”, Campo dell’Orto ecc. Comunque Pisapia si è detto disponibile a un’alleanza “leale” con Renzi. Con Renzi? Con quello che voleva stravolgere la Costituzione? Quello che ha abolito l’art. 18? Come chiedere a Dracula di costituire una società di emoderivati. L’ex sindaco pone, però, una condizione: che Renzi rompa con Alfano e Verdini. Un monito della madonna! Uno dei primi a intervenire nel dibattito è stato Gianni Cuperlo che ha definito le parole di Pisapia come “un segnale importante”.

Ecco, appunto, tutto resterà come prima. Ora, uno spinello ogni tanto va bene. Ma tu, Giuliano, prima dell’intervista a Repubblica quanti te ne sei fumati? Giuliano Giuliano, sei partito incendiario con Democrazia proletaria e sei finito pompiere con Renzi. Che brutta cosa!


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