Sei all'interno di >> :.: Culture | Cinema - Visioni |

Draquila - L’Italia che trema. Un film di Sabina Guzzanti

Tanti i nodi che vengono al pettine, tanti i temi che meriterebbero da soli un intero reportage. Dall’estro creativo di Silvio Berlusconi nello sfruttare una tragedia a scopi politici per consolidare la sua sedicente immagine di uomo del fare e dispensatore di miracoli.

di Dario Adamo - venerdì 7 maggio 2010 - 4348 letture

Il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente si aggira inerme per la sua città, che ormai non è altro che un’unica grande carcassa fatta di mattoni spezzati, muri scalcinati e qualche luce ancora accesa qua e là. Una piccola camera a mano riprende questo sopralluogo, fino all’arrivo dei vigili urbani di turno che si chiedono chi stia girando per quello che ormai potrebbe essere utilizzato come set naturale per le riprese di un western contemporaneo. L’Aquila come El Paso, un posto dove la legge è diventata una questione tra bianchi sceriffi incattiviti e banditi mascherati male in cerca d’oro. Nel ruolo delle vittime la popolazione che vorrebbe solo vivere tranquilla, ritrovare la pace perduta.

Poteva essere un ottimo film di genere Draquila – L’Italia che trema, ma invece la sua autrice, la combattiva Sabina Guzzanti ha preferito utilizzare uno stile documentaristico, emotivamente intenso e curato nella selezione dei contenuti, tutti scottanti, grazie ai quali ripercorre la tragedia del terremoto che ha colpito l’Abruzzo lo scorso 6 aprile 2009, rilevandone i loschi retroscena e scovandone i risvolti più drammatici. Tanti i nodi che vengono al pettine, tanti i temi che meriterebbero da soli un intero reportage. Dall’estro creativo di Silvio Berlusconi nello sfruttare una tragedia a scopi politici per consolidare la sua sedicente immagine di uomo del fare e dispensatore di miracoli fino all’attenta analisi di alcuni strani passaggi legislativi che hanno dato vita alla simbiosi tra emergenza e grande evento, da cui poi scaturirà il superpotere di una Protezione Civile con le mani in pasta ovunque, dai viaggi del Papa all’organizzazione delle olimpiadi di nuoto.

Ci sono poi le reazioni nude e crude dei terremotati, alcuni dei quali tenuti per mesi in tenda in uno stato di strana segregazione finto-protettiva, dove per ogni cosa era necessario il permesso, mentre altri, sbattuti a centinaia di chilometri dal loro paese e costretti a vivere in ospitali alberghi, dimenticavano lentamente cosa significhi incontrarsi al bar della piazza o passare le domeniche in casa con i propri parenti. Certo, non mancano nemmeno le testimonianze di coloro che sostengono l’operato del governo, le interviste a tutta quella gente che si ritiene davvero miracolata e che ora vive in una (costosissima) casa con tutti i comfort che però dovranno lasciare così come l’hanno trovata appena sarà finito tutto (Quando? Cosa succederà dopo?).

Non può non venire in mente l’istrionico Michael Moore, amico personale della regista, ma a conti fatti con Draquila si ha l’impressione che l’autore arretri difronte a un orrore che parla da sé: il dramma umano della gente che ha perso i propri cari, lo sdegno delle intercettazioni di quelli che la notte del 6 aprile “ridevano” e lo sconforto per una politica italiana tornacontista o assente. Tutto ciò permette alla Guzzanti di stare dietro, o quantomeno di lato, lasciando che il progetto su cui ha lavorato per molto tempo (nove mesi in tutto e settecento ore di materiale girato) venga fuori da solo, sostenuto dalle voci e dalle grida dei protagonisti della vicenda.

Presentato in occasione di un’anteprima speciale a Bologna lo scorso martedì 4 maggio dopo la consueta prima proiezione a Roma, Draquila – L’Italia che trema è stato inserito come evento speciale al Festival di Cannes e sarà in programmazione nelle sale italiane a partire da venerdì 7 maggio. Al pubblico di casa il giudizio sull’horror(e) dei nostri tempi.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -