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Domenico Bello RIP

di Redazione - mercoledì 17 aprile 2019 - 3603 letture

Stamattina ho saputo della scomparsa di Domenico Bello, purtroppo non in tempo per un ultimo saluto. Domenico era un uomo particolare, sensibile, colto, generoso. Grandissimo lavoratore, l’ultima volta mi ha lasciato la casa dipinta di azzurro e di viola. Mi ha lasciato le parole che ci scambiavamo mentre pitturava, parole che portavano il segno di una religiosità profonda, di una coscienza sociale sempre viva, del suo amore senza riserve per l’altro. Voglio ricordarlo con una delle sue poesie, perché era artista e poeta finissimo. Ciao, dolce amico

Nuccia Tronco🌹


1
Vuoto
il vaso
si riempì di idee
nell’incerta immagine
riflessa allo specchio d’acqua

2
ed il sole chiamò le ore del giorno
al seno della terra
e gli alberi suonano
al passare del vento
di parabole sparse

3
la pioggia appanna i vetri della vita
d’opaca solitudine
ad un verso andato
a parole non dette
al ventre che travaglia
nel tenersi tutto dentro

4
Ti ho atteso questa sera
ma invano
l’amore non sboccia
vive i suoi momenti
di incertezze
ti donai una rosa, non so che fine abbia fatto
la vita bisogna sapersela giocare.

db


La morte di Domenico Bello, Mimmo. Un caro ragazzo, un poeta timido. Lo incontravo spesso, camminando lungo via Garibaldi e probabilmente era anche quello il motivo che mi spingeva a prendere via Garibaldi (negli ultimi anni molto degradata), per poter incontrare il mio amico. Per l’amicizia vera basta anche solo un saluto, un cenno anche da lontano. Calvo, piccolino, carnagione chiara e viso da marinaio. Amava la natura: lo pigliavo in giro dicendogli di stare attento ad andare in montagna, che le aquile potevano colpirlo facendogli la cacchetta sulla testa. Mimmo aveva una vita dura, faceva il pittore di pareti e si offriva - mi diede timidamente il suo biglietto qualche anno fa. Sapevo che poetava, ci eravamo conosciuti in occasione di un reading poetico qualcosa come trent’anni fa. Anche questo ci univa, il reciproco rispetto. Aveva scelto una posizione appartata della vita, aveva una visione amara delle cose umane e della politica, ma sorrideva - timido, innocente. Gli volevo bene. In questo paese, Lentini, in cui stiamo tutti morendo, mi manca.

sergej


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