Divinità inchiostro, la luce del lume
Artisti emergenti pronti a tutto per seguire la propria strada. Alla ricerca di chi crede nelle proprie potenzialità, ritroviamo il nostro io
Chi ha visto “I ragazzi dello zoo di Berlino” avrà pensato sicuramente di volersi fare un tatuaggio con ago avvolto da un filo di cotone e inchiostro per penna, ma di certo fare tatuaggi non si limita a questo e vi prego non fatelo, non è bello alla visione degli occhi. Chi così ha iniziato, però, ha trovato la sua strada e anche se agli esordi, personalmente, mi piace molto il lavoro che fa.
Ecco, nello specifico parlo di Enea Luisi, in arte LVME, un ragazzo che ha cominciato a postare i suoi ‘esperimenti’ su Instagram, dando modo di mostrare e appunto condividere il suo percorso artistico. D’altronde oggi i social sono forse il miglior modo per apprezzare ciò che ci sta in torno, emergenza covid a parte.
LVME, nato tra i banchi di scuola, si riferisce al periodo illuminista, un periodo che ci ha affascinato tutti, soprattutto a lezione d’arte quando,studiando il dipinto di Goya, leggevi “il sonno della ragione genera mostri”. Ammettiamolo: ci siamo sentiti illuminati anche noi, ed Enea di quella luce ne ha fatto la sua ispirazione.
L’ispirazione veniva fomentata dalla passione per il disegno che ha sin da bambino, illustrando o creando una sorta di vestiario ma con all’interno mostri e supereroi di sua invenzione.
La passione di Enea è progredita grazie al supporto della famiglia e al proseguimento dei suoi studi nell’ambito artistico, tanto da iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Bologna all’indirizzo di Grafica d’arte, appassionandosi all’incisione e alla serigrafia.
Serigrafia. Neanche io sapevo cosa fosse, così l’ho cercato e mi è sembrata una cosa super figa. Sostanzialmente LVME era stanco di disegnare su fogli di carta.
Da qui la domanda:Come hai trovato il tuo stile?
“In realtà non riconosco di avere un determinato stile. I personaggi che riproduco sono sempre stati abbastanza legati all’arte orientale, sopratutto quella indiana. Penso derivi da influenze e gusti appresi con il tempo. Credo sia naturale assorbire gli stimoli o le immagini che abbiamo intorno e che ci colpiscono per poi integrarle nel proprio stile. Però mi ritrovo spesso a stufarmi di quello che disegno, cambiando soggetti e tecniche, quindi non riesco a ritrovare ancora uno stile che mi appartenga completamente. Sono molto preso dalle divinità o demoni appartenenti alle diverse culture e religioni umane. Se disegno un corpo lo arricchisco sempre di amuleti o simbologie diverse, spesso anche mischiandoli tra loro. Mi piace dare libero sfogo alla fantasia e costruire mondi e culture completamente nuove tramite le basi di quelle più antiche, in fondo ogni religione o mito è sempre nato su basi più antiche.Cerco sempre di realizzare soggetti personali e particolari secondo il mio gusto.”
Così dopo vari consigli e stimoli da parte di Anita (la sua ragazza) nel 2019 ha iniziato a disegnare su pelle:“Il primo tatuaggio che ho fatto iniziando ‘seriamente’ è venuto malissimo, sempre su di me,il secondo un po’ meglio e via via migliorando. In tanti iniziano da arance o pelle sintetica, è un buon metodo per prendere dimestichezza con i materiali, ma la pelle umana ha una tridimensionalità e una consistenza diversa, ogni punto é differente da tatuare, una spalla è completamente diversa dalla pancia. Non mi pento dei miei tatuaggi sgorbiati, mi hanno dato modo di imparare e mi è sempre piaciuto riempirmi di soggetti piccoli e strani sul mio corpo.”
Entrando in un nuovo mondo cominci poi anche a farne parte, frequentando luoghi come l’Olè festival di Bologna, o il Borda a Lucca, il Crack di Roma. Luoghi di ispirazione, di espressione per se stessi e per gli altri, in cui incontri persone diverse legate dalla stessa passione e dove il divertimento è assicurato.
Altra esperienza gratificante nel campo è stata la collaborazione con uno street shop, grazie al quale ha iniziato a stampare i propri disegni su felpe e maglie e soprattutto grazie al quale ha acquisito tantissima fiducia nel suo lavoro.
Tra disegni ed esperienze mi son chiesta quale valore potesse assumere il tatuaggio per LVME, poiché come qualsiasi cosa, con l’avanzare dei secoli e quindi con nuove generazioni e nuovi pensieri, può cambiare significato. “Il tatuaggio inizialmente era inteso a scopo rituale o iniziatico nelle culture più arcaiche. Con il tempo il tatuaggio é diventata una espressione di appartenenza a un determinato ‘gruppo’ sociale (dai tatuaggi marinareschi a quelli criminali di Giappone o Russia) quindi comunque si può sempre parlare di un aspetto simbolico e determinante per l’individuo. Nelle varie culture poi é passato da essere un’espressione trasgressiva e anti-sociale all’aspetto unicamente estetico o modaiolo. Ripeto, non mi sento di dare troppi giudizi o opinioni riguardo al mondo del tatuaggio, essendo ancora un neofito; basandomi, però, sui miei studi e ricerche, riconosco che a volte bisogna sapere che tipo di simbologia viene impressa sulla nostra pelle, perché per noi può avere un significato unicamente estetico, mentre in altre culture o periodi storici aveva un valore molto forte e spesso legato ad aspetti che non appartengono propriamente al nostro attuale stile di vita.
Anche per questo motivo non mi sono mai approcciato alla realizzazione di soggetti del tatuaggio tradizionale. Personalmente su me stesso ho tatuaggi legati all’estetica, soggetti che mi piacciono o che mi divertono, come una sorta di sketchbook umano realizzato dalle persone che conosco e che apprezzo. Non mi sono mai tatuato cose legate a un significato particolare o a un periodo della mia vita. Per me ognuno è libero di intendere un tatuaggio a suo modo, anche questa pratica è sempre stata caratteristica dell’umanità da sempre, avendo però la coscienza di quello che si vuole realizzare con il rispetto per se stessi e per le culture che si vanno ad esplorare.
Apprezzo molto le nuove correnti stilistiche (se così si possono chiamare) nate proprio da questa esplosione del tatuaggio nell’ultimo ventennio. Come tutte le discipline artistiche è un mondo in continua evoluzione e per me è un bene, dal più tradizionale (religiosamente apprezzato e seguito da molti) agli stili più personali di artisti che hanno applicato i loro soggetti a questa disciplina. D’altra parte gli impressionisti venivano disprezzati da chiunque al loro tempo, oggi invece si studiano al pari dei grandi maestri classici.” Nel 2016 insieme a tre amici ha un laboratorio di arti condivise,occupandosi di stampa serigrafica, xilografia e sartoria, combinando le diverse pratiche tra loro realizzando pezzi unici.
Pur essendo agli esordi di questa sua nuova modalità di espressione, Enea ci lascia un consiglio che vale per ogni tipo di espressione: partire e proseguire con passione per la propria passione. Se si parte con l’idea di voler guadagnare si viene offuscati dal denaro, dal successo e si perde la naturalezza e la sincerità che poi portano alla bellezza del lavoro.
EXTRA
Quando mi ritrovo a parlare con qualcuno che si intende di arte, mi piace porre una domanda. Non che non possa avere una risposta da chi non ne sa(che va oltre lo studio), ma certamente ha una visione più ampia: Al di là dell’aspetto tecnico cosa pensi dell’arte? Della possibilità di poter esternare se stessi anche attraverso forme implicite. Credi che l’arte possa salvare l’uomo?
“Penso che l’arte sia una caratteristica legata al mondo e alla natura in maniera intrinseca. Del resto credo che la prima espressione tangibile di un bambino, prima della parola o della scrittura sia il disegno. Per le prime due esiste un codice dato dall’appartenenza culturale e dall’apprendimento, il disegno invece è un’espressione totalmente libera, qualunque neonato che prenda in mano un qualsiasi utensile che tracci un segno su una superficie esprime ciò che vede con il disegno.
L’arte ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità. È tramite l’arte degli antichi che siamo riusciti a studiare usi e costumi o la cultura di un determinato popolo, con le grandi opere monumentali o la scrittura.”
BIOGRAFIA
Enea Luisi, in arte LVME è nato e cresciuto a Bologna. Grazie agli studi in Accademia si è appassionato alla stampa d’arte, cercando di riportare il disegno, al quale è strettamente legato, su diversi piani tecnici e superfici, dalla pittura murale, alla grafica digitale.
Non si definisce un bravo disegnatore, quanto più un buon compositore, ricercando nelle forme e nell’armonia strutturale dei suoi personaggi illustrati una sorta di equilibrio, non sempre armonioso, ma legato sia alla grazia di figure femminili associate a bestie brutali, che a divinità ispirate all’oriente e alla cultura sud americana di sua pura fantasia.
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