Diventare mare

La mia vita scorre come una pietra lungo un fiume, che non ha paura di diventare mare. (Antonio Presti)
Non sapremo mai se sia nata prima l’arte o l’uomo, per quanto, vivendo, ci si rende conto che la vita stessa senza una minima espressione di creatività, vanificherebbe qualsiasi motivazione, terrena o spirituale che sia, per giustificarla.
In questa ricerca di esternazione dei sentimenti e delle emozioni più profonde, che si sente il bisogno di abbandonare l’opaca linearità della propria esistenza, tra traumi e stress psicologici di un ritmo accelerato ed inutile di tracciare il nostro passaggio su questa terra. E’ come prendere coscienza che quell’opacità masochista debba liberarsi di quella scorza di monotonia e rinascere in una lucentezza che, è d’obbligo e necessario, debba accecare, stordire, sorprendere fino allo sfinimento delle proprie capacità di trasformare gli impulsi esterni in pensieri.
I cinque sensi, complici di una sensibilità imprigionata in un quotidiano di polvere accecante, che oscura le opportunità di riscatto che i colori, i sapori, gli odori e le forme del mondo che ci circonda, ci vengono offerte, sin dalla nascita, lasciando a noi il libero arbitrio per raccoglierle e mutarle in essenze di vita. Custodite per sempre nei ricordi della mente, negli aromi che riconosceremo per sempre, forse anche dopo la nostra dipartita.
L’arte, poi, ha una caratteristica particolare che ci rende inermi di fronte alle sue manifestazioni. L’arte si attacca alla nostra pelle, la trapassa e si inoltra dentro, tra flussi sanguigni e cellule e muscoli. Contamina il nostro organismo e ne diventa ossigeno. Schiarisce i cattivi pensieri che la parte oscura di noi stessi coltiva per appiattire il cervello. E quando, riusciamo a liberare il corpo da una ritrosia intellettuale che la "cultura" delle menti globalizzate cerca con ogni mezzo di farci respirare, l’arte si innalza a linfa vitale, alla quale affidarci per cambiare la visione del mondo e del nostro essere trasformazione.
Se si è predisposti a farsi conquistare da tutto questo, l’ambiente ispirante ci viene in aiuto. Basta un’immagine, un frammento di natura selvaggia che sfugge alla nostra attenzione. Pietre, acqua, vento, luce, ma anche l’artificiosità di una creazione con oggetti di riciclo, pennellate multicolori su uno sfondo da troppo tempo spento. Un richiamo del passato che ci immobilizza il verbo, quando ci troviamo di fronte a ruderi di storie millenarie, raccolte e custodite in frammenti di colonne, statue, oggetti di vita quotidiana, sui quali si sono poggiate le impronte di un’umanità che guardava al futuro. Quello che l’uomo moderno non riesce più neanche ad immaginare. Folle sognarlo.
Attraverso le immagini seguenti, doniamo ai nostri lettori impulsi di rinascita, di quiete mentale da far esplodere in ispirazioni di rinascita creativa. Quella che non riusciamo a controllare, che schizza sui muri del silenzio, che si oppone a fumi di distruzione e di falsi ideologici che ci trascinano dentro un muro sempre più alto, di pinkfloydiana memoria, e che non riusciamo più ad abbattere. Specialmente col pensiero.
I luoghi raffigurati sono quelli compresi tra la provincia di Messina e Palermo, Castel di Tusa, Castelbuono, Tusa, Halaesa Arconidea e l’Atelier sul mare di Antonio Presti.
Anticipiamo ai nostri lettori che, dalla raccolta di queste esperienze ed emozioni vissute in questi luoghi, prossimamente verrà realizzato un libro a cura della Zerobook Edizioni.
- Chiesa Matrice Castelbuono
- Museo Civico Castello di Ventimiglia (Castelbuono)
- Museo di Halaesa Arconidea
- Particolari di interno Atelier sul mare
- Ruderi Halaesa Arconidea
- Riflessioni
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