Discariche qua, discariche là....l’impegno di Bertolaso

Dove vorremmo le discariche, magari nella terra del vicino, l’importante che non siano nella nostra.
Ormai sembra diventato un problema irrisolvibile, quello delle discariche, orami da parecchi mesi, troppi per la verità, non si riesce a individuare una soluzione. Non voglio parlare del problema relativo alle istituzioni alle indagini, a ciò che è emerso, bensì del problema delle discariche.
Somiglia, tanto, al problema delle centrali nucleari, giacché se ne sta parlando nuovamente. Abbiamo deciso di non volerle, poi gli stati confinanti li hanno piazzate in prossimità dei nostri confini, come a dire, non li volete ma li avete vicine. A Napoli, in provincia, nessuno vuole le discariche, tutti indicano il comune più vicino, tutti con problemi d’inquinamento, di danni alla salute e all’ambiente.
Se il Comune, più vicino decidesse di volerle e il sito si trova praticamente attaccato al comune che non li voleva, che succede. Pare essere nelle nostre zone, in Sicilia, la discarica di Catania, sita in contrada S. Ignazio, è in prossimità del confine con il Comune di Lentini, ma siccome è distante, siccome è lungo una strada ormai ribattezzata la "strada dell’amore", e siccome magari non ci passiamo e non la vediamo, tutto va bene.
E’ pur vero che ormai i livelli di sicurezza anche della stessa di scarica di Catania si sono notevolmente innalzati, ma il disagio derivante dall’inquinamento olfattivo, ha compromesso la vivibilità delle zone almeno nelle immediate vicinanze. Molte volte combattere per una causa che riteniamo giusta, ci fa diventare miopi verso possibili soluzioni che si rivelano solo dei surrogati.
Oggi la tecnologia delle discariche ha raggiunto livelli di sicurezza superiori rispetto a una decina di anni fa, parliamo delle discariche tradizionali, esistono i sistemi di recupero del gas metano prodotto dai rifiuti, da utilizzare anche come combustibile, il percolato, la parte che potrebbe inquinare le falde è trattenuta da speciali tessuti.
Oggi esistono anche sistemi innovativi di gestione dei rifiuti, ossia i termovalorizzatori a seguito di una vera raccolta differenziata, ma come ogni cosa qui si apre il processo alle intenzioni, ossia alle intenzioni che la ditta eventualmente costruttrice e conduttrice hanno di infilare nei forni.
Senza pensare alla minore quantità di rifiuti, alla possibilità di utilizzo del CDR, combustibile da rifiuti, al fatto che sarebbero necessarie meno discariche. Se poi si brucia di tutto (almeno nelle intenzioni)? Ed allora niente termovalorizzatori, più discariche, più volume di rifiuti. L’equazione è semplice, dobbiamo essere solo buoni matematici.
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L’impegno di Bertolaso per le discariche:
1) Ha incominciato a pulirsi il culo con le dita per risparmiare la carta igienica.
2) Beve solo acqua piovana per abbattere il consuno di bottiglie di plastica.
3) Come stuzzichini vari, sempre per ridurre il consumo della plastica, sgranocchia le caccole rafferme del naso (quelle sue e quelle della moglie Graziella).
4) Sul pane spalma solo cacca delle orecchie.
5) Le unghia dei piedi abbrustolite con lo zucchero sono nutrienti e stuzzicanti, lo ha scoperto sempre cercando di diminuire i consumi.
Il prode Bertolaso però ha un nemico: Silvio Berlusca che vorrebbe i consumi alle stelle per risollevare l’Italia e gli introiti pubblicitari di Mediaset. Che dispiacere se dopo tutto quello che ha fatto per l’Italia Silvio dovesse un giorno arrivare a vedere dal cielo i suoi figli morire di fame a causa della crisi dei consumi. Sarebbe forse un mondo più pulito ma certamente più triste (uno dovrebbe pure ricordarsi come si fa a scopare, dopo la scorpacciata di seghe a nastro assicurata dalle donnine delle televendite). Ovviamente parliamo di lavoro. Non vorremo essere fraintesi dai soliti maliziosi.
Nota Bene: il programma di Bertolaso è stato sottoscritto anche da Beppe Grillo che ha iniziato ad eseguirlo con puntualità gandhiana.