Dio diavolo e l’uomo / di F. Dostoevskij
A proposito, mi raccontava recentemente un bulgaro a Mosca, - proseguí Ivàn Fjòdorovic, come se nemmeno ascoltasse il fratello, - quali misfatti i turchi e i circassi, temendo una sollevazione generale degli slavi, commettano là da loro, in tutta la Bulgaria; essi cioè incendiano, sgozzano, violentano donne e fanciulli, inchiodano i prigionieri per gli orecchi agli steccati e li lasciano cosí fino al mattino, poi li impiccano, e altre cose che non si possono nemmeno immaginare. Infatti talvolta si parla della crudeltà "belluina" dell’uomo, ma questo è sommamente ingiusto e offensivo per le belve: la belva non può mai essere cosí crudele come l’uomo, cosí artisticamente, raffinatamente crudele. La tigre morde e sbrana soltanto, e non sa far altro. Non le verrebbe mai in testa di inchiodare gli uomini per gli orecchi e di lasciarli cosí per una notte, nemmeno se lo potesse fare. Quei turchi, fra l’altro, torturavano con voluttà anche i bambini, cominciando dallo strapparli col pugnale al ventre materno fino a lanciare in aria i lattanti e a riceverli sulle baionette sotto gli occhi delle madri. Anzi il far ciò sotto gli occhi delle madri costituiva il loro maggior godimento. Ma ecco un’altra scena che pure m’interessò molto. Figurati: un poppante fra le braccia della madre che trema, intorno i turchi penetrati nella casa. Essi hanno combinato un allegro scherzetto: accarezzano il bimbo, ridono per divertirlo e ci riescono, il bimbo si mette a ridere. In questo momento un turco gli punta la pistola a quattro dita dal viso. Il bambino ride gioioso, tende le manine per afferrare la pistola, e tutt’a un tratto l’artista gli fa scattare il grilletto sul volto e gli sfracella la testina... Artistico, non è vero? A proposito, si dice che i turchi amino molto i dolci.
Fratello, a che tutto questo? - domandò Aljòsa.
Io penso che, se il diavolo non esiste e quindi è stato creato dall’uomo, questi l’ha creato a propria immagine e somiglianza.
In tal caso, come ha fatto di Dio.
Tu sai torcere le parole in modo ammirevole, come dice Polonius nell’Amleto, - rise Ivàn - Tu hai preso al balzo la mia parola, e sia! ne ho piacere. Bello però il tuo Dio se l’uomo lo ha creato a propria immagine e somiglianza!
F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Garzanti, Milano, 1979, vol. I, pagg. 251 e 254
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