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Diceria dell’untore al Teatro Stabile

Il Teatro Stabile di Catania ha inaugurato il suo cartellone con "Diceria dell’Untore". trasposizione scenica del più famoso romanzo di Gesualdo Bufalino, con Luigi Lo Cascio e la regia di Vincenzo Pirrotta.

di Serena Maiorana - sabato 19 dicembre 2009 - 4925 letture

La morte e l’amore abitano la stessa dimora: la casa della malattia e dell’attesa, la casa della speranza e dell’abbandono. Nel sanatorio palermitano “la Rocca”, anno 1946, Gesualdo Bufalino ha ambientato il suo capolavoro melodrammatico che, partendo dal mai usurato motivo di eros e thanatos, sviluppa un movimento più ampio, fatto di incantesimo e paura, profumo di zagara e lotte contadine, torbide identità e relazioni, rassegnazione e speranza, sconfitta e sopravvivenza.

Tutto questo è “Diceria dell’untore”, il romanzo più celebre dell’autore comisano grande amico di Sciascia (proprio Leonardo Sciascia, insieme ad Elvira Sellerio, convinse Bufalino a publicare il suo romanzo), andato in scena dal 20 novembre al 13 dicembre al Teatro Verga di Catania nell’ambito della rassegna “Galleria del Novecento”, con la regia di Vincenzo Pirrotta e la produzione del Teatro Stabile di Catania. Sulla scena Luigi Lo Cascio veste i panni del protagonista, innamorato della ballerina Marta, pelle diafana e fare schivo, e la tisi dentro, a riempire col sangue gli spazi dell’aria. Ma l’amore è miele dolce versato caldo sulla condanna.

Per raccontarlo Pirrotta questa volta abbandona i toni troppe volte enfatici del teatro cui ci ha resi avvezzi e sviluppa una messa in scena fedele ma originale, marcando la scena con pochi oggetti simbolici, linee sibilline e la musica (rigorosamente dal vivo) a presagire la catastrofe. Unica pecca, a tratti, l’interpretazione di Luigi Lo Cascio (chi l’avrebbe mai detto?), che nella sua prodigiosa impostazione in alcuni passaggi pare tradire la dirompente scrittura barocca di Bufalino, che con parole dorate racconta il disfarsi del corpo, dell’anima e dell’amore. E anche la salute appare quasi una diserzione.


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