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Diavoli Custodi

Si rinnova l’appuntamento di Girodivite con le pubblicazioni dello scrittore napoletano. Questa volta, un incontro ravvicinato in occasione dell’ultima edizione del BookCity a Milano.

di Piero Buscemi - mercoledì 22 novembre 2017 - 7288 letture

Editore: Feltrinelli
 Collana: I narratori
 Anno edizione: 2017
 Pagine: 89 p., ill. , Brossura
 EAN: 9788807032554

Per comprendere l’essenza ed il messaggio del nuovo libro di Erri De Luca, bisogna soffermarsi nell’ultimo capitolo o, più precisamente, nella lunga didascalia che chiude il libro. L’intero libro è una raccolta di profonde didascalie, pensieri intimisti, sensazioni del momento ed ispirazioni letterarie che lo scrittore ha messo su carta, ispirato di volta in volta, dai disegni di Alessandro Mendini.

Un lavoro a quattro mani, frutto di un incontro che i due autori hanno preferito tingere di casualità, come è emerso dalla premessa introduttiva alla presentazione del libro che si è tenuta il 17 novembre presso la Triennale di Milano, evento rientrante nel programma dell’edizione 2017 del BookCity.

L’appuntamento era fissato alle 18 e, con puntualità meneghina, Erri De Luca e Alessandro Mendini hanno fatto ingresso nell’aula già gremita da un pubblico impaziente che si è dovuto sorbire un’ora di fila per incontrare gli autori. Un’attesa che si è rivelata degna di un’ora abbondante di pausa letteraria che i due interpreti hanno generosamente concesso.

Quasi a voler anticipare le nostre deduzioni, sviluppatesi durante la lettura del libro, lo stesso Mendini ha voluto sottolineare come il leitmotiv racchiuso nell’ultimo capitolo e rappresentato dall’indifferenza, il sentimento forse più crudele che l’essere umano è in grado di esternare, sia stata la morale etica che ha ispirato le parole scritte da De Luca.

Il libro nasce da uno spunto emozionale che i disegni di un ragazzo dislessico ha suscitato nei due autori. La raffigurazione delle paure che una mente sensibile ed innocente è riuscita a rappresentare con i tratti di una matita, è diventato l’emulo artistico di due modi diversi di concepire la realtà nelle sue più segrete manifestazioni, intrise di insicurezze che l’animo umano affida ai propri diavoli custodi.

De Luca ha raccontato i retroscena della nascita di questo parallelismo creativo, tra due modi di comunicare il proprio io con l’esterno. Ha ironizzato pure sulle sue debolezze terrene, aggrappate alle sue origini partenopee ed a quei riti tramandati di generazione in generazione. Dalle sue colazioni romane, a base di caffè eduardiano, al quotidiano a proiettarlo in una nuova giornata. Ci ha svelato la semplice macchinazione della realizzazione del libro. L’invio periodico dei disegni da parte di Mendini, ai quali seguivano le brevi considerazioni che lo scrittore viveva e realizzava scavando dal suo personale passato.

Ne è nato un libro da aprire a casaccio su di una pagina scritta, o su di un disegno, senza alcun preconcetto o ricerca inutile di una trama ben definita. Un filo conduttore che attraversa l’esistenza di un’intera umanità, in cerca da sempre di un equilibrio sfuggevole e deviato da tentazioni astratte e fantasmi che si annidano negli angoli nascosti delle proprie ambizioni terrene.

Spesso un modo opportunistico per fuggire da una realtà ben più drammatica che, mostruosità ed indifferenza, appunto, riescono a rendere compagna della nostra vita. Si ha quasi la sensazione di una nostalgia infantile verso quegli incubi notturni che hanno accompagnato i nostri sonni da bambini. Fantasie e sudati risvegli che ci siamo illusi di poter scacciare, in un mondo reale che avrebbe dovuto proteggerci e che, invece, ci ha immersi nelle peggiori manifestazioni di crudeltà e meschinità umane.

Durante l’evento, noi di Girodivite, ci siamo permessi il lusso di essere protagonisti accanto ai due interpreti principali. L’occasione ce l’ha data una spettatrice che ha chiesto di ascoltare qualche brano tratto dal libro, che abbiamo accolto al volo porgendo la nostra copia ad Erri De Luca. Lo scrittore ci ha ricompensato con una dedica personalizzata.

Abbiamo posto anche due domande ai due autori. La prima, se questa collaborazione era da considerare un esperimento da ripetere. La seconda, se la colazione citata sopra di De Luca, prevedesse anche la sfogliatella, oltre il caffè. Sulla prima, lo scrittore l’ha esclusa senza mezze misure, mentre l’architetto ha ironizzato l’ipotesi che si poteva pensare ad uno scambio di ruoli artistici. Sulla seconda, De Luca, con un sorriso tipicamente partenopeo, ci ha invitato a colmare questa lacuna mangereccia.

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