Di cava in cava, di monnezza in monnezza

"Mi sorprende però che nel corso del dibattito sulla discarica nessuno abbia citato e letto a voce alta le cose scritte nella relazione tecnica della Variante Generale al Prg sulle aree in prossimità al Lago Biviere..."

di Luigi Boggio - sabato 25 marzo 2017 - 4587 letture

L’articolo di Gregorio Valvo ripercorre una parte della storia dello smaltimento dei rifiuti speciali e non, in luoghi lontani e vicini, alla luce del giorno e al buio della notte. Una storia che potrebbe essere completata dai tanti servizi di Video Triangolo.

Da Serra Valle ad Armicci a Grotte San Giorgio quando la competenza territoriale era di Catania. Però prima della discarica della discordia, Pastorino, bisogna anche ricordare quella altrettanto discordante iniziativa dell’allora sindaco Nello Neri per la realizzazione di un termovalorizzatore e l’utilizzo di alcune cave per il deposito delle scorie.

In quel periodo anche il comune di Carlentini, si mosse con l’indicazione alla Regione di un suo sito. I termo cuffariani giravano come le pale eoliche e le cave. Le cave per dire la verità hanno fatto sempre gola e lo continueranno a fare se non si metterà mano ad una organizzazione del territorio e al piano regionale dei rifiuti. Mi sorprende però che nel corso del dibattito sulla discarica nessuno abbia citato e letto a voce alta le cose scritte nella relazione tecnica della Variante Generale al Prg sulle aree in prossimità al Lago Biviere. Aree da utilizzare e valorizzare attraverso la elaborazione di un piano particolareggiato entro un raggio di 1 Km. Gregorio Valvo conosce la storia per aver trasmesso la riunione del lancio della proposta della camera del lavoro del Parco attorno al Lago oltre al verde, la zona archeologica, le attività del tempo libero, il recupero delle case del villaggio, la bonifica della discarica e della zona attorno al depuratore vi erano indicate anche l’utilizzazione delle cave.

Se quell’idea fosse andata avanti con il piano particolareggiato nessuno avrebbe potuto mettere le mani su quei luoghi. Tant’è che il commissario ad acta nominato per l’approvazione del Prg, avendo capito l’importanza di quei luoghi impose la redazione di uno studio di incidenza ambientale, che giace all’ufficio tecnico del comune. Al primo giorno della venuta della ditta Pastorino al comune non bisognava fare altro che consegnarle quelle due paginette per farle capire a voce e con le carte che non era possibile.

Non penso però che questi signori quando girano non sono a conoscenza delle carte. Se conoscono i luoghi, i proprietari dei terreni difficilmente non conoscono le carte dei comuni. Anche se non lo fossero vi fu però un consiglio comunale che li resi edotti con un bel No! corale. Ma loro hanno insistito sapendo che alla Regione molte porte sono spalancate e che una firma può variare le indicazioni di un piano e la volontà di un consiglio con il risultato che c’è una popolazione infuriata contro la discarica. Non solo contro questa discarica ma anche contro l’allargamento della discarica di Grotte San Giorgio che sta per arrivare alle porte della città.

Come finirà non saprei ma ho il vago sospetto che la ditta Pastorino non avendo comprato i terreni e le inziative in corso possa abbandonare l’idea. Spero però che questa esperienza possa servire ad avviare la discussione e la conseguente approvazione della variante generale al Prg. per iniziare a ragionare sulla città e il suo territorio.


L’articolo è stato pubblicato su La Nota, il 27 gennaio 2017.



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