Delibera del Consiglio Nazionale Confederale Usb su accordo 10 gennaio 2014
A 45 anni esatti da quel 20 maggio 1970 che vide la nascita dello Statuto dei Lavoratori si consuma, con la legittimazione della Magistratura, una ulteriore pesante sconfitta del mondo del lavoro.
Il Consiglio nazionale dell’Unione Sindacale di Base, riunito a Roma il 23 maggio 2015, a fronte della sentenza emessa dal Tribunale di Roma che ha rigettato il ricorso legale nei confronti dell’accordo del 10 gennaio 2014 sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria e prendendo atto della pressante richiesta di migliaia lavoratori, iscritti e delegati sindacali Usb di non abbandonare il presidio sindacale nelle fabbriche e nei posti di lavoro, è costretto a dare formale adesione all’accordo del 10 gennaio. Da oltre un anno infatti le liste della nostra Organizzazione sindacale vengono sistematicamente respinte in occasione del rinnovo di ogni elezione delle Rsu, producendo conseguenze gravissime ai lavoratori interessati ed una inaccettabile sottrazione di democrazia.
Una valutazione ed una decisione per noi pesante, che viene dopo lotte e mobilitazioni contro i contenuti di quell’accordo, che continuiamo a considerare assolutamente negativo, e dopo una battaglia legale durata oltre un anno. Un accordo i cui effetti continueremo comunque a contrastare sui posti di lavoro e in tutte le sedi che riterremo opportune. Non cambia quindi la nostra valutazione assolutamente negativa sull’Accordo del 10 gennaio e la sentenza del 20 maggio sembra quasi una beffa. A 45 anni esatti da quel 20 maggio 1970 che vide la nascita dello Statuto dei Lavoratori si consuma, con la legittimazione della Magistratura, una ulteriore pesante sconfitta del mondo del lavoro che ci riporta indietro di decenni e che si colloca in un riassetto autoritario della società sia a livello Italiano che Europeo.
Praticamente quasi tutti i sindacati italiani hanno aderito all’accordo del 10 Gennaio subito dopo la sua definizione ed altre li hanno seguiti dopo poco tempo: noi abbiamo percorso la strada della contrapposizione sindacale e legale non tanto per l’USB, quanto per difendere tutti i lavoratori, il Sindacato con la S maiuscola e il diritto del lavoro.
Abbiamo perso una battaglia. Costretti, a viso aperto, a sottoscrivere un accordo che non condividiamo, ma fortemente convinti della necessità, ora ancor più importante, di costruire un’alternativa sindacale a Cgil, Cisl e Uil, un’alternativa sindacale che faccia dell’indipendenza, della democrazia e della pratica del conflitto sociale, la base del proprio operato.
Il consiglio nazionale impegna quindi tutta l’organizzazione a proseguire nella battaglia per la democrazia nei luoghi di lavoro e per pretendere dal Parlamento la riassunzione delle proprie responsabilità politiche e prerogative legislative, in questo caso scippate da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, e conseguentemente emanare una legge democratica sulla rappresentanza e rappresentatività nei luoghi di lavoro ponendo fine al monopolio della rappresentanza sindacale.
Per questi motivi il Consiglio nazionale dell’Unione Sindacale di Base conferisce mandato all’Esecutivo nazionale di inviare, valutando tempi e modalità, l’adesione formale all’Accordo del 10 Gennaio ed impegna l’intera Organizzazione ad uno sforzo senza precedenti finalizzato allo sviluppo dell’iniziativa sindacale e alla crescita del sindacato attraverso la campagna straordinaria di adesioni ad USB, oggi obiettivo ancor più importante per la costruzione di quella alternativa sindacale ormai indispensabile alle lavoratrici ed ai lavoratori di questo paese.
Approvato a maggioranza (tre voti contrari)
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