Del tempo libero giocando in Borsa

Se per J. Maynard Keynes nel decidere gli uomini d’affari usano intuito e buon senso, il fattore tempo in campo borsistico, tra coerenza logica e ragionevolezza, diventa cruciale nel comprare e vendere titoli azionari.
La Borsa, circondata da un’aura di mistero, si trova sempre più di frequente al centro dell’attenzione dei media. Si dice che chi gioca in Borsa per diventare ricco debba seguire una controfigura ideale e cercare di andare in direzione contraria alla massa. I minuscoli investitori, la quota più alta degli azionisti, rientrano in un “parco buoi”, nel tendere perversamente a comperare quando la Borsa sale e a vendere quando scende. L’euforia per l’ascesa sperata si accompagna spesso al panico per la flessione che si teme senza limiti.
Il professionista in Borsa non gioca, ma opera, il rifiutare di giocare caratterizza la sua peculiarità. L’operare ha connotazioni cliniche e chirurgiche e una dignità maggiore rispetto al giocare. La Borsa per i professionisti assomiglia all’animale irrequieto, nevrotico, dalle reazioni imprevedibili e misteriose. Molti sprovveduti che parlano di affari e perseguono un loro specifico interesse investono in Borsa nel tempo libero, da dilettanti, senza tenere conto che per giocare bisogna avere una momentanea e necessaria sicurezza monetaria. Il lavoro analitico, capaci di influenzare il proprio orientamento all’atto dell’investimento azionario, tenta di prevedere l’andamento del titolo nel corso del tempo alla luce delle richieste del mercato.
L’agire dell’investitore è fortemente interrelato e influenzato dalle informazioni e dalle conoscenze di cui dispone e si trova in possesso che costituiscono il materiale su cui esercitare la propria indagine. I termini del linguaggio borsistico si affidano a un linguaggio tecnico-problematico. L’investitore deve adottare una strategia attiva, da sviluppare nel corso del tempo con attenzione, per evitare e contenere i potenziali errori.
- Borsa - piazza degli Affari, Milano
Il linguaggio economico-finanziario e ancor più quello borsistico appartiene agli Arcana Imperii, letteralmente i “segreti del potere” o i “principi del potere” o “dello Stato”: le “cose occulte del dominio”. Nella Borsa, di cui abbiamo una percezione indifferenziata e che si presenta complessa sul piano tecnico-progettuale le serie storiche rappresentano il principale strumento di osservazione. Chi opera in Borsa ha come obiettivo far fruttare il capitale investito. Molti nei momenti di euforia speculativa pensano di poter guadagnare facilmente. I rapporti complessi si differenziano in implicazioni complementari e di compensazione. I momenti di ribasso generano sfiducia, convinti di rimanere vittime di una bolla speculativa.
Nella genesi ed evoluzione delle Borse, dare fiducia ai mercati finanziari resta difficile, fondamentali rimangono le regole che li governano e le caratteristiche degli strumenti finanziari, con le tecniche di negoziazione e il ruolo degli intermediari nel gestire il portafoglio. I principi che organizzano e regolano la Borsa rivelano come viene percepito il rischio relativo alle singole azioni. La Borsa oggi opera in un contesto competitivo più aperto e dinamico per assicurare al mercato più trasparenza nel rafforzare i controlli sulle società con regole tali da assicurare un flusso di informazioni più ampio.
Mutato il quadro organizzativo e istituzionale si ha l’accelerazione del processo d’internazionalizzazione e il consolidamento dei mercati: crescono gli scambi sul mercato di operatori stranieri. Il crescere della volatilità dei mercati vede molte imprese intensificare l’uso del mercato finanziario, con la Borsa da canale elettivo di valutazione e di esecuzione.
L’investitore si assoggetta al rischio e investe direttamente in singole azioni, ma per tutelare i propri risparmi bisogna acquisire le necessarie e indispensabili competenze. Per il risparmiatore l’immobile rimane la forma migliore di allocazione del risparmio, anche se le case negli ultimi anni rischiano una perdita di valore e gli immobili lasciati vuoti e disabitati degradano facilmente. Chi acquista immobili spera si rivalutino e fruttino rendimenti.
Fattori di psicologia di massa e comportamenti talvolta irrazionali influenzano e svolgono una funzione di primaria importanza in Borsa e nel funzionare dei mercati finanziari. Se per J. Maynard Keynes nel decidere gli uomini d’affari usano intuito e buon senso, il fattore tempo in campo borsistico, tra coerenza logica e ragionevolezza, diventa cruciale nel comprare e vendere titoli azionari. La domanda degli investitori nell’incontro tra la domanda e l’offerta determina il prezzo del titolo, in un intreccio di accordi, compromessi, ambiguità, illusioni e contraddizioni in tempo reale.
La prudenza, nel pensare alle conseguenze finanziarie di azioni da contabilizzare, fa evitare l’agire istintivo in uno stato di agitazione febbrile, col rischio di ritrovarsi ad affrontare situazioni pericolose, mettersi nei guai e ritrovarsi invischiati. Inebriati dai facili guadagni una volontà di progressivo arricchimento anima i giocatori in Borsa. L’ampia e articolata offerta di strumenti finanziari cerca di orientare le scelte dell’investitore individuale a favore di forme varie di gestione collettiva del risparmio.
Si spinge così a formare mercati sovranazionali più ampi ed efficienti e ridurre i costi delle negoziazioni, nell’ampliare le scelte aperte a investitori e intermediari. Nel diffondersi dell’interesse per l’andamento dei “corsi azionari”, nell’osservare i corsi dei titoli, come salgono e scendono, rimane scarsa la prevedibilità: le motivazioni ai più appaiono oscure. I movimenti di euforia speculativa fanno percepire la Borsa come una sorta di gioco capace di distribuire un premio a quanti vogliono scommettere. Movimenti di prezzo altalenante spesso molto marcati caratterizzano i mercati di Borsa.
Capire come funzionano “le cose della borsa”, le relazioni interne e le sue operazioni consente di chiedere e dare conto di scelte e decisioni economico-finanziarie e soprattutto saperle fare proprie. Fermo restando che il singolo azionista, con scarsa familiarità con quanto trattato in Borsa, rimane senza voce in capitolo nel condurre gli affari e nel trasferire e passare di mano il titolo azionario, con gli azionisti che neppure si conoscono tra loro.
Il “fare notizia” della borsa generalizza l’idea che le transazioni, le speculazioni in Borsa, siano una scommessa sull’aumentare o diminuire dei prezzi sopra o sotto un certo livello: si rischia di dimenticare che nel gioco del mercato azionario si possano perdere risparmi frutto di anni di fatica e operosità. La Borsa, nata come organizzazione privata, fondata su accordi tra gli operatori interessati, vigila sulla regolarità delle contrattazioni, garante di trasparenza e parità di trattamento degli operatori richiama all’investimento e al risparmio. Le funzioni economiche assolte e assegnate alla Borsa si propongono di negoziare gli strumenti finanziari alle migliori condizioni di liquidità ed economicità possibili, per risultare efficienti e redditivi.
Tra i diversi denominatori comuni delle Borse, emerge il richiamo alla libertà individuale come pura autonomia e potenza creatrice oggettiva. L’esperienza concreta connette l’agire soggettivo ai riferimenti oggettivi e si lega temporalmente a gradi diversi di certezza, oltre i singoli sentimenti individuali, col linguaggio borsistico esprimere tutto un catalogo di azioni da valutare con riferimenti oggettivi in base a misurazioni e analisi di tipo scientifico.
L’investimento che vuol generare ricchezza, nel provare a guardare quanto più lontano possibile, nel confrontarsi con lo scorrere del tempo e nel riferimento collettivo distingue un soggetto dall’altro. Bisogna sempre ricordarsi che in Borsa, dove organizzazioni e interessi si intrecciano e confondono, bisogna procedere cauti, senza confondersi o impaurirsi, nel provare a vedere le cose prima degli altri.
Per saperne di più
F. Cesarini- P. Gualtieri, La Borsa, il Mulino, Bologna 2007.
P. Legrenzi, L’alfabeto dei soldi, goWare Guerini Next, Milano 2020.
P. Legrenzi-L. Garbaro, Ricchi per la vita, Sperling & Kupfer, Milano 2021.
G. Pontiggia, Parco Buoi, in Le sabbie immobili, Mondadori, Milano 2015.
W. Siti, Pagare o non pagare, Nottetempo, Milano 2018.
M. Weber, La Borsa, Marietti 1820, Milano 2020.
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