Decreto Monti, lacune ed assenze
Vogliamo sperare che quello di ieri sia un primo decreto, da opporre d’urgenza alla aggressività dei mercati, che altri ne seguiranno per dare consistenza strutturale alla manovra in atto.
di
Antonio Carollo
- martedì 6 dicembre 2011
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Condivido quasi tutti i contenuti del decreto approvato ieri dal CDM. Noto però diverse incertezze, lacune e assenze. La riorgazione delle province non è convincente. Ridurre i consigleri da 24 o 30 a 10 e abolire le giunte non è un gran risparmio. L’UPI (l’unione delle province) è giustamente insorta. L’autonomia e le competenze di questi enti (storici, non inventati dall’avidità di poltrone della politica) sono sancite dalla Costituzione. Un vero riordino non si può fare che con legge costituzionale. Curioso poi che per Monti la riduzione dei costi della politica riguardi solo le province e gli stipendi dei membri del governo. Tutto qui? E la marea delle aziende pubbliche che invade ogni settore delle attività amministrative ed economiche dello Stato, delle regioni, delle province e dei comuni? Un esempio: il comune di mia residenza vent’anni fa aveva una sola azienda, oggi ne possiede una quindicina, qualcuna per svolgere addirittura compiti istituzionali propri dell’ente. Lasciamo ai loro posti un esercito di politici incompetenti, riciclati come manager, che tanti danni fanno nella prestazione dei servizi ai cittadini e alle casse degli enti da cui dipendono? Altra assenza vistosa è quella di una seria ed equa patrimoniale. La nuova tassazione della casa è un primo passo, tra l’altro gravante per gran parte sul ceto medio-basso. Perchè non toccare i grandi patrimoni mobiliari e immobiliari? Infine i provvedimenti per stimolare la crescita sono piuttosto modesti. Ben altro ci vorrebbe per dare una scossa alla curva del PIL. Vogliamo sperare che quello di ieri sia un primo decreto, da opporre d’urgenza alla aggressività dei mercati, che altri ne seguiranno per dare consistenza strutturale alla manovra in atto. Non dimentichiamo che il Governo Monti è nato esclusivamente per salvare il Paese dal baratro finanziario ed economico cui lo hanno spinto la crisi internazionale e la politica imbelle degli ultimi governi.
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