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Da Trabia a Viareggio

Quale rapporto tra amministrazione pubblica e cittadino? La partecipazione contro la deriva della democrazia verso forme surrettizie di oligarchia.

di Antonio Carollo - sabato 5 gennaio 2008 - 2914 letture

Trabia e Viareggio, il raffronto è naturale per uno come me che si divide tra le due città. Per Trabia mi sono augurato la formazione di una opinione pubblica capace di chiedere con forza di partecipare alle decisioni sui problemi amministrativi più importanti. Vedi: nuova pianificazione del territorio per porre fine alla sua devastazione ambientale e paesaggistica, acquisizione e recupero dei due grandi e invidiati monumenti, il Castello dei Principi Lanza di Trabia e il Castello di San Nicola (nessuna città o paese possiede due castelli medievali, e in in condizioni così buone e funzionali), che attirerebbero schiere di turisti italiani e stranieri, recupero della spiaggia Pilieri-San Nicola con l’asportazione o lo sprofondamento dei massi nel fondo marino, cura e gestione pubblica di tutte le spiagge in funzione turistica per il decoro e il prestigio delle località turistiche e balneari Trabia-San Nicola L’Arena, eccetera.

Per Viareggio ho auspicato che gli amministratori aprano le maglie della rete delle loro azioni alla partecipazione dei cittadini che fortemente criticano, protestano e fanno sentire le loro voci per mezzo di comitati cittadini, raccolta di firme, ed altro.

Le due cittadinanze, per ragioni storiche e ambientali, non sono allo stesso livello di consapevolezza civica, ma, come vedete, alla fin fine per entrambe il problema è lo stesso: bisogna far decollare la partecipazione, strumento basilare della democrazia. Per questo non mi sembra del tutto inutile che i trabiesi sappiano quel che succede a Viareggio. Riporto il mio pezzo e i relativi commenti.


Quel che mi auguro per il 2008 per la Città di Viareggio può racchiudersi in una sola parola: partecipazione. Esistono 14 0 15 comitati cittadini. Essi si occupano dei più importanti problemi della Città come asse di penetrazione, difesa del patrimonio comunale, viabilità, Carnevale, edilizia, pianificazione urbanistica e salvaguardia dell’ambiente, eccetera.

La Città è sveglia e vigile. Sente molto il pericolo dello stravolgimento delle sue caratteristiche edilizie da parte di certi potentati immobiliari e affaristici. E’ consapevole che per il settore edilizio bastano il recupero delle vecchie case e la creazione di alloggi a misura di famiglia per mezzo dell’edilizia sovvenzionata e agevolata e dell’iniziativa di cooperative e di singoli privati. I cittadini vogliono che i figli possano abitare nella loro città e non essere costretti ad andare in esilio in altre località per i prezzi stratosferici pretesi dagli speculatori. Gli appartamenti turistici, che rimangono vuoti quasi tutto l’anno, non servono a Viareggio: la deturpano e la svuotano.

Impedire altri saccheggi edilizi significa difendere l’avvenire turistico di Viareggio e la giusta aspirazione di ogni nuova famiglia che si forma di acquistare l’alloggio a prezzi equi e di vivere nel proprio ambiente. I comitati e la cittadinanza sono sensibili verso questi problemi. Non gli si possono propinare soluzioni già confezionate. Vogliono partecipare alle decisioni, vogliono garanzie! Il 2008 è anno di elezioni comunali. Esse sicuramente premieranno le forze che s’impegneranno con serietà ad aprire le porte del palazzo. Consultazione, ascolto, partecipazione sono oggi strumenti indispensabili per la gestione della cosa pubblica. Gli Amministratori non potranno più chiudersi nelle loro segrete stanze.


Commenti


marcospeedy Gennaio 2nd, 2008 at 15:26

Voglio proprio sperarlo di cuore che i Viareggini siano svegli e che vogliano partecipare alla vita della loro città, lo spero.

Camuciolo Gennaio 2nd, 2008 at 17:35

Speriamo che se ci sara’ un cambiamento sia per il bene della citta’ e non della poltrona

ugo Gennaio 2nd, 2008 at 19:14

Ma voi credete veramente che il colore diverso della casacca politica possa cambiare le attitudini e le capacità delle persone? Se manca LA QUALITA’e la cultura sono dolori. Non si vede in città un elemento con tali caratteristiche, purtroppo.

er micione Gennaio 2nd, 2008 at 19:24

no ugo..hai ragione…continuiamo con la sinistra che è meglio..vedi il tuo marcucci che ha combinato,vedi prodi che stà combinando e la spara anche grossa dicendo che il PIL italiano è maggiore di quello spagnolo…ci credo…aumenti dei treni fino al 25%,aumenti di luce-gas-acqua fino al 15% io nn sò se te in spagna ci sei mai stato,ma io m appresto ad andarci per il 3° anno e se ti elenco tutte le agevolazioni e gli sgravi fiscali che ci sono mi sà che ti zittisco talmente tanto che te qua nn ci vieni a postare nemmeno un “buon giorno viareggio”

dammi retta…te continua a votà sinistra che di gente che la pensa come te il mondo ne ha bisogno…

Dante Gennaio 2nd, 2008 at 20:36

mi scusi er micione , potrebbe evitare di maltrattare la lingua italiana con madornali errori di ortografia e di sintassi? se continua a perseverare nell’errore, mi vedrò costretto a spedirla all’Inferno! Dante

er micione Gennaio 2nd, 2008 at 20:46

la mi perdoni caro dante mi dia delle delucidazioni dove il mio italiano non è all altezza delle sue aspettative…

cosi la mi correggo e in futuro scriverò meglio ^^

VITTORIO Gennaio 2nd, 2008 at 22:15

caro Dante ti ricorda nulla questa frase ? Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Non sarai mica della banda dei “professoressini” post 68 che tanto,ma tanto hanno fatto di male al nostro bel paese? Caro Dante, bisogna dare sempre la possibiltà a tutti di parlare e di esprimersi come uno è capace. O forse ti piacerebbe fare diversamente? Scusa,ma il tuo intervento non mi è piaciuto. Vittorio fantoni

Antonio Melani Gennaio 2nd, 2008 at 22:53

Credo che il mondo non abbia bisogno né di professori né di avvocati, specie in politica, ma di molta pulizia e un rinnovamento totale. Un abbraccio grande come un’intercettazione. Antonio Melani

Andréa Gennaio 2nd, 2008 at 23:36

Eh sì, i “professoressini post 68″ han fatto de’ ddanni seri a vvesto paese. E la ‘osa più grave è cche hanno annichilito i “professoressini DEL 68″!!!

Federico Guidi Gennaio 3rd, 2008 at 11:02

Caro Antonio, condivido il tuo intervento, ma, per dare speranza agli scettici e recuperarne la partecipazione, occorre insistere su un aspetto dei problemi. Si tratta di POLITICA e, come tale, va affrontata. Razionalità, confronto e tolleranza devono incontrarsi ad un unico tavolo dove l’interesse della città ( la ” POLIS ” ) sia il fine da conseguire e dove la collegialità delle decisioni vada oltre le ambizioni personali o la ricerca dell’ “uomo della provvidenza”. Sono certo che persone come te no si lascino disumanizzare da forme galoppanti di qualunquismo, ma anzi lavorino per il ” NUOVO ” unendo ragione e sentimento con i piedi ben saldi per terra. Anche per questi motivi mi piace augurarti un felice 2008 ! Federico Guidi

Antonio Carollo Gennaio 3rd, 2008 at 14:45

@ Vittorio, scusami, ma mi sembra che tu sia caduto nella trappola che tu stesso hai creato: parli di libera espressione del pensiero e nel contempo rimbrotti severamente, da “professoressino” (tua l’espressione) sessantottino il nostro bravo Dante che a sua volta rimbrottava il sincero ed estroverso ‘er micione’: critichi il ‘68 e usi proprio la cultura creata dallo stesso ‘68, che ha portato ad allargare gli spazi della libertà, della partecipazione, della tolleranza e della democrazia e ha liberato finalmente la donna (liberando noi dagli eccessi del femminismo). @ Federico, ti ringrazio per il consenso al mio modestissimo scritto. Il tuo fugace cenno (peraltro rispettoso ed educato) ad un mio presunto pizzico di qualunquismo mi ha dato da pensare sui miei numerosi difetti espressivi e di comunicazione. Posso dirti una sola cosa: se per avventura tu analizzassi tutti i miei interventi vedresti che sempre ad una critica corrisponde una proposta. Su quello che dici in linea di massima non posso non essere d’accordo. Solo una notazione: parli di razionalità, confronto, tolleranza, collegialità attorno ad un tavolo. Ma la partecipazione non può essere solo un fatto di addetti ai lavori; essa deve intercorrere innanzitutto tra amministratori e amministrati, altrimenti la democrazia si restringe surrettiziamente in oligarchia. Questo è il pericolo che io, con i miei modesti mezzi, denuncio. Antonio Carollo


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