Da Bolzano contro le armi. Il referendum in Brasile
E’ partita da Bolzano la campagna italiana a sostegno del si’ al referendum brasiliano che il 23 ottobre sottoporra’ alla popolazione il quesito: "Volete che il commercio delle armi da fuoco e munizioni venga bandito in Brasile?".
E’ partita da Bolzano la campagna italiana a sostegno del si’ al referendum brasiliano che il 23 ottobre sottoporra’ alla popolazione il quesito: "Volete che il commercio delle armi da fuoco e munizioni venga bandito in Brasile?".
Bolzanini sono i tre missionari (Ermanno e Lino Allegri e Pierluigi Sartorel) che fanno da punti di riferimento dei movimenti di base brasiliani e bolzanino e’ il Centro per la pace che sta sensibilizzando l’opinione pubblica italiana affinche’ sostenga le aspirazione nonviolente del popolo latinoamericano. Ora la testimonianza dei missionari bolzanini che coordinano la campagna, e’ richiesta anche alla sessione dell’Onu dei popoli che si tiene a Perugia come anticipazione della marcia Perugia-Assisi di domenica prossima.
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Il primo settembre a Bolzano Lino Allegri - appena tornato da Fortaleza - ha presentato i motivi profondi che rendono il primo referendum brasiliano della storia (fino ad ora in Brasile non si era mai utilizzato questo strumento di democrazia) un momento importante per tutto il popolo della pace nel mondo.
"Stiamo vivendo dentro un sistema di violenza terribile" ha spiegato Lino Allegri. "Vivo in Brasile da 35 anni, ma non ho mai visto una esplosione di violenza cosi’ impressionante. Nel distretto dove viviamo noi sono state uccise quattro persone in una settimana e si calcola che ogni quindici minuti ci sia un morto ammazzato da armi da fuoco. Ragazzi di dodici, tredici anni girano per i marciapiedi con le pistole in tasca che noleggiano da poliziotti che se ne approfittano in un mercato davvero squallido. E’ venuta l’ora di dire finalmente si’ alla messa al bando del commercio delle armi".
Allegri ha spiegato che il referendum del 23 ottobre e’ uno sviluppo di una campagna da tempo varata dal presidente Lula per la consegna spontanea delle armi da parte della popolazione alle autorita’ che provvedono a distruggerle. "Nell’arco di pochi mesi - ha detto Allegri - sono state consegnate quattrocentomila armi per un risarcimento di cento euro per arma".
Se i "si’" referendari dovessero vincere, sarebbe un fatto importantissimo che aprirebbe le porte ad una riflessione su vasta scala in America Latina sulle ragioni del disarmo. La scadenza elettorale brasiliana e’ rilevante anche in relazione alle campagne in corso in Italia in favore del disarmo e contro l’export delle armi italiane. Giorgio Beretta, che partecipa alle iniziative bolzanine di questi giorni ed e’ uno dei maggiori studiosi del traffico d’armi dell’Italia con i Paesi del sud del mondo, denuncia: "Siamo secondi al mondo in fatto di export di armi leggere con interessi finanziari enormi. che coinvolgono anche molte banche".
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Per sostenere la campagna per il "si’" al referendum brasiliano per vietare il commercio delle armi, si puo’ contattare Francesco Comina in Italia (e-mail: f.comina@ladige.it) e padre Ermanno Allegri in Brasile (sito: www.adital.org.br)
Fonte: La Nonviolenza è in cammino, n. 1042 - Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
[Ringraziamo Francesco Comina (per contatti: f.comina@ladige.it) per averci inviato il seguente comunicato. Francesco Comina, giornalista e saggista, pacifista nonviolento, e’ impegnato nel movimento di Pax Christi; nato a Bolzano nel 1967, laureatosi con una tesi su Raimon (Raimundo) Panikkar, collabora a varie riviste. Opere di Francesco Comina: Non giuro a Hitler, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2000; (con Marcelo Barros), Il sapore della liberta’, La meridiana, Molfetta (Ba) 2005; ha contribuito al libro di AA. VV., Le periferie della memoria, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona; e a AA. VV., Giubileo purificato, Emi, Bologna]
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Riporto una parte della testimonianza del Sig. Allegri: "Vivo in Brasile da 35 anni, ... E’ venuta l’ora di dire finalmente si’ alla messa al bando del commercio delle armi"
Salve, leggendo questo documento vorrei chiedere se il Sig. Allegri si è chiesto con che armi vengono effettuati così tanti omicidi. Una vittoria del referendum contro il commercio di armi, chi disarmerebbe? Si riferisce alle armi regolarmente detenute da un cittadino? Crede che i vari trafficanti, delinquenti, sbandati utilizzino armi regolarmente detenute, e che una volta effettuato il referendum questi le consegnino alle autorità? chi convincerà questi personaggi sopracitati a consegnare le loro armi?
Non sarebbe meglio fare un referendum contro il "turismo sessuale" in Brasile?
Perchè non si fanno referendum in Sierra Leone, o in Congo e in altre nazioni africane per mettere al bando le armi?
Queste domande me le sono poste perchè mi sembra una situazione surreale quella di un governo che ha mille problemi e che pensa che tutto si risolva chiedendo di non vendere armi legalmente, quando si sa che quelle legali non sono il problema.
Andrea L.
Caro Andrea, quello che dici è verissimo. Purtroppo contro il commercio illegale delle armi c’è poco da fare, soprattutto quando sono i governi stessi che lo praticano per i loro loschi fini (vedi Stati Uniti). Certamente un’iniziativa come questa non risolverà il problema, ma almeno è un primo passo in una direzione migliore (almeno nelle intenzioni) e purtroppo possiamo solo sperare che vi facciano seguito molti e molti altri passi, per poter vedere un reale miglioramento della situazione.
Caro Andrea, credo che l’opinione di un missionario che vive in Brasile da 35 anni abbia un certo peso e che lui sappia bene quello che dice, senz’altro più di noi che ce ne stiamo al sicuro in Italia, un paese dove (per fortuna) le armi non girano così facilmente. Chiediti perchè in Brasile, ma anche negli USA, ci sono così tanti morti da arma da fuoco: perchè è facile comprare e girare con le armi. Ecco perchè il referendum brasiliano è qualcosa di straordinario e che darà sicuramente dei risultati, anche se è chiaro che la delinquenza e gli altri problemi del Brasile non spariranno d’incanto. Comunque da un anno in Brasile sono state tolte dalla circolazione oltre 400.000 armi da fuoco e le morti violente sono diminuite in modo significativo (addirittura del 30% nel Paranà): vorrà dire qualcosa questo, oppure no? E allora spero ardentemente che vinca il SI’ perchè vinca la vita!