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Cronache di un giudizio

A 75 anni dalle Cronache Marziane di Ray Bradbury, che denunciavano il lato più scuro del Sogno Americano proiettandolo sul Pianeta Rosso, Alessandro Castellari ci propone – con l’erudita ironia che lo contraddistingue – quattro Cronache...

di Alessandra Calanchi - lunedì 17 marzo 2025 - 535 letture

A 75 anni dalle Cronache Marziane di Ray Bradbury, che denunciavano il lato più scuro del Sogno Americano (genocidio dei nativi, colonialismo, razzismo, imperialismo, riarmo) proiettandolo sul Pianeta Rosso, in un futuro non troppo lontano, Alessandro Castellari ci propone – con l’erudita ironia che lo contraddistingue – quattro Cronache che dipingono un quadro surreale, post-profetico, eppure fin troppo realistico, del nostro drammatico Presente.

Ne condividiamo con voi l’Incipit, invitandovi a leggere e ascoltare il resto dalla magnifica voce di Donato Chiarello, al link sottoindicato.

Cronache di un Giudizio annunciato
di Alessandro Castellari

PRIMA CRONACA: MISERIA

Anno 2025, annus horribilis. All’arida estate succede un autunno tropicale percorso da tifoni e trombe d’aria. I fiumi limacciosi inondano i campi, le strade, le città. La terra trema e abbatte costruzioni recenti e antichi monumenti. Sembra che gli elementi ostili diano battaglia per fare vendetta della tracotanza umana. Il buio invade le terre, dopo che i pali della luce sono stati abbattuti da venti impetuosi. Le comunicazioni sono interrotte. Non internet, non smartphone, non whatsapp, e nemmeno un breve e arrocchito squillo dai telefonini; solo grida angosciate e richiami accorati da un cortile all’altro, da una strada all’altra, da una collina all’altra, da una sponda all’altra del fiume.

Nella città desolata una turba di gente disperata s’aggira fra i pochi banchetti e le scarse mercanzie dei mercati rionali, saccheggia sovente i negozi che non hanno ancora abbassato le serrande, mentre gli ultimi pachistani smontano le cassette della frutta appassita per tornare al loro paese e i migranti migrano a ritroso verso i villaggi africani un tempo abbandonati. Per cibarsi non rimane altro che le radici delle piante sulle prode dei fiumi, le alghe sulla spiaggia di Marina Romea e i pesci del porto di Taranto.

Dice il Poeta:

Ne li occhi era ciascuna oscura e cava,
palida ne la faccia, e tanto scema
che da l’ossa la pelle s’informava.

SECONDA CRONACA: IL GIUDIZIO ANNUNCIATO

Anno 2025, annus horribilis. Corrono voci, serpeggiano notizie... Chi allude alle profezie di Nostradamus; chi afferma di conoscere il quarto mistero di Fatima; chi ha sentito dire dell’arrivo di nuovi dei, semidei e mostri; chi, da segni incisi sulla pietra degli anelli dei Maia, intuisce, anzi crede di capire, anzi dà per certo che in una domenica di dicembre dopo il telegiornale della sera ci sarà il Giudizio irrevocabile del Gran Feudatario. Ciascuno verrà chiamato a dar conto di sé e della sua scelta: chi starà con Lui da una parte, chi non starà con Lui dall’altra. Poi si verrà contati, i primi potranno vivere come servi fedeli, i secondi verranno precipitati nel fondo oscuro di un passato immobile. Paura e sgomento invadono i liberi, sollievo e ghigni compiaciuti sui volti dei servi che brandiscono medaglioni con inciso Deus vult e Gott mit uns. Corre voce che davanti al Gran Feudatario potrà godere di un giudizio più clemente chi conoscerà la misteriosa formula del misteriosissimo MAGA. Ma cosa sarà mai il MAGA, si chiede la folla ignara. … …

Per continuare a leggere / ascoltare: su Youtube.



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