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Creature, dall’Africa a Noto

Quando si deve scrivere qualcosa si può scegliere con che parte del corpo farlo. Si può scegliere di scrivere con la testa, con il cuore o con lo stomaco. Oppure si può scegliere di scrivere con tutto il corpo, punto e basta.

di Serena Maiorana - giovedì 1 febbraio 2007 - 4472 letture

Quando si deve scrivere qualcosa si può scegliere con che parte del corpo farlo. Si può scegliere di scrivere con la testa, con il cuore o con lo stomaco. Oppure si può scegliere di scrivere con tutto il corpo, punto e basta.

Io l’altra sera sono stata al teatro di Noto, e lì ho visto uno spettacolo di acrobati africani. E ora di quello spettacolo mi si chiede la recensione. Così le varie parti del mio corpo stanno contendendosi il privilegio di poter dire la loro. E va bene che le recensioni dovrebbero essere scritte di testa, ma ci sono volte in cui nulla va dato per scontato. Proverò allora ad andare per ordine.

Innanzitutto la testa. Visto da lei lo spettacolo è apparso eccellente, anche se non privo di pecche. Sul palco si esibivano i Super Mambo Acrobats, ovvero sette acrobati keniani che ormai dal 1994 portano in giro il loro “circus of art”, tipica arte keniana fatta di piramidi umane, limbo, salti, mangiafuoco e altre discipline acrobatiche tecnicamente molto complesse. Lo spettacolo, che si intitola “Creature”, non è però opera esclusiva dei Super Mambo, bensì della loro collaborazione con Arcipelago Circo Teatro, compagnia veneziana di teatro sperimentale. Sul palco così c’erano anche Claudia Facchini ed Emanuele Pasqualini, musica e voce angelica lei, clown sospeso tra demenziale e poetico lui. Fondamentali anche le scenografie di Marcello e Pietro Chiarenza che, reinvetando scarti e materiali poveri, hanno saputo sottolineare l’atmosfera fatata dell’intero spettacolo. Punto di partenza e filo conduttore della rappresentazione è il Cantico di frate Sole di S.Francesco d’Assisi, punto d’ arrivo invece un’esplosione di energia vitale e scenica di alto valore tecnico ed artistico), che sfruttando gli elementi del cantico (fuoco, acqua e cielo) restituisce alla danza e all’arte acrobatica la loro forza originaria. Unica pecca forse una debole ed eccessivamente frammentata struttura narrativa.

Eppure la mia intera anatomia senza intelletto, non si è fatta distrarre da pecca alcuna né da presunte carenze registiche. E non avrebbe potuto essere altrimenti per una donna al cospetto di prestanze fisiche maschili tali da far impallidire anche il più virile dei California Dream Men. E mi dispiace se gli ormoni andrebbero tenuti a bada quando si lavora, ma in un mondo tanto maschile in cui troppo spesso è la donna ad essere giudicata su basi non proprio intellettive, mi andava di gioire senza autocensure di tanto ben di dio. Ed invito chiunque, ma soprattutto le donne, alla visione di uno spettacolo fatto innanzitutto con il corpo e per il corpo.

Anche se, alla fine è sempre bene ricordarlo, è dalla testa che bisogna cominciare.


Lo spettacolo Creature, con la regia di Marcello Chiarenza e la direzione artistica di Alessandro Serena. Con: Mbugua Henry Nduati, Abdallah Feisal Muhamed, Onyimbo George Omondi, Ochaka Aeneah Asikoye, Gathoni Joseph Ndichu, Githaiga Joseph, Kangwana Evans Osusu,Carla Nahadi Babelegoto, Benoit Roland, Claudia Facchini ed Emanuele Pasqualini. Creature è parte del progetto Two worlds circus che ha ottenuto il sostegno della Commissione Europea Fondo Europeo per lo Sviluppo. Lo spettacolo è andato in scena al teatro Vittorio Emanuele di Noto nelle serate di sabato 19 e domenica 20 gennaio.


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