Cortocircuito giornalistico: da Netanyahu alla violenza nelle nostre città
Solo 12 secondi per illustrare i crimini del signor Bibi e Valditara ne dice una delle sue
IL FATTO – Mandato di arresto internazionale per il presidente israeliano. Valditara addita l’immigrazione illegale quale responsabile delle violenze sessuali. Tv e quotidiani si adeguano.
IL COMMENTO – Chi si fosse messo comodo in poltrona per guardare il Tg1 delle 20, il 21 novembre scorso, avrebbe capito che alcuni "cattivoni", nella specie la Corte penale internazionale dell’Aja, ce l’avevano con Bibi Netanyahu al punto di spiccare contro il presidente israeliano un mandato d’arresto internazionale, appunto. Solo 12 secondi per illustrare i crimini di cui è accusato il presidente e molto più spazio per illustrare «L’ira di Israele» e la risposta di Netanyahu: «Decisione antisemita». Chissà perché quando il mandato di cattura era contro Putin, i nostri giornali osannavano la decisione. Oggi si parla di antisemitismo. Eppure bastava leggere il comunicato stampa della Corte: «La Camera preliminare della Corte ha ritenuto che vi siano fondati motivi per ritenere che entrambi gli individui (con Netanyahu, anche il capo del braccio armato di Hamas, Mohammad Deif-ndr) abbiano intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla loro sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicine e forniture mediche… Le suddette restrizioni, insieme all’interruzione dell’elettricità e alla riduzione delle forniture di carburante, hanno avuto un grave impatto sulla disponibilità di acqua a Gaza e sulla capacità degli ospedali di fornire assistenza medica».
Miserie giornalistiche. Miserie che continuano, che ogni giorno sono sotto i nostri occhi. Pesi e misure diverse. Prendiamo il caso della violenza. Un certo Giuseppe Valditara che è, pensate un po’, nientepopodimeno che ministro dell’Istruzione e del Merito, alla presentazione della “Fondazione Giulia Cecchettin”, in memoria della ragazza uccisa l’anno scorso dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha affermato che «Occorre non far finta di non vedere che l’incremento di fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale». Il padre della ragazza uccisa ha così replicato: «Vorrei dire al ministro che chi ha portato via mia figlia è italiano: la violenza è violenza, indipendentemente da dove essa provenga. Non ne farei un tema di colore, ma di azione, di concetto».
Vediamo qualche numero: quasi 15 mila donne, ogni anno, finiscono al pronto soccorso per diagnosi di violenza; il 31,5% ha subìto violenza fisica o psicologica nel corso della propria vita. Le 15 mila donne che finiscono ogni anno al pronto soccorso sono state tutte colpite, come dice l’uomo del Merito Valditara, da «una immigrazione illegale»? Lasciamo per un momento sospesa questa domanda e concentriamoci, piuttosto, sull’informazione, su come i mezzi d’informazione di massa portano queste notizie. In Tv ci sono interi pomeriggi in cui si parla solo di violenza. Ore e ore sprecate inutilmente con il solito bla-bla, gli stessi esperti, la donna del condominio, l’uomo del Bar Sport. Luoghi comuni che abbondano e, alla fine, il cattivo è sempre lui, il diverso, il povero, il negro, l’’immigrato additato e odiato perché diverso da noi occidentali, bianchi e pasciuti. Di sera, sempre trasmissioni sulla violenza. È l’imprenditoria della paura.
I quotidiani non sono da meno. Titoli sparati sulla “violenza”, sulle città insicure, sui borseggi nelle metropolitane, sugli omicidi che sembra ci siano a ogni angolo delle nostre strade. Eppure l’Italia non è un Paese insicuro. In Europa è quello più sicuro, con il minor tasso di omicidi (0,55 per 100 mila abitanti). Nel 2022, in Italia, ci sono stati 322 omicidi. Nel 1991 furono 1.916 senza dimenticare che il 92,7% degli italiani è ucciso da italiani e gli uomini italiani uccidono con più frequenza le donne (44,3%) mentre gli uomini stranieri lo fanno per il 37,9%. Quello che avviene nell’informazione è un cortocircuito. Molte volte i Tg “aprono” con la notizia della violenza, ripresa in prima pagina dai quotidiani del giorno dopo. E poi, come detto, nel pomeriggio nel tinello casalingo entrano “i mostri” della Tv pomeridiana: ragazzini scomparsi, ragazzine violentate magari dal vicino di casa che, guarda caso, è maghrebino. Un tourbillon di notizie che non lascia spazio a interpretazioni di sorta. Eppure dei 106 femminicidi, 61 sono uccise dal compagno/marito, 43 da un parente, 1 da un conoscente per motivi passionali, 1 da uno sconosciuto.
Il fatto è che gli italiani non sanno e non vogliono sapere, non leggono e non vogliono leggere. Si vendono sempre meno quotidiani. D’altronde perché spendere 2 euro ogni mattina quando la Tv, senza neppure la fatica di andare in edicola, mi porta in casa il mondo? Ma è un mondo raffazzonato, falso e interessato a far passare nelle menti di tanti italiani la paura, la paura del “diverso”. È una questione di democrazia. Pensateci. Quando si vendevano 6 milioni di copie di quotidiani ogni giorno (negli anni Ottanta del secolo scorso) guarda caso la percentuale dei votanti era molto alta. Oggi che i quotidiani vendono 1,41 milioni di copie al giorno (anno 2023), non partecipa al voto circa il 50% degli aventi diritto. Sarà un caso?
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -