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Coordinamento per la pace: Milano si mobilita contro tutte le guerre

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

di Laura Tussi - mercoledì 23 ottobre 2024 - 481 letture

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Queste parole sono i fari che illuminano il cammino di tante persone e organizzazioni, fra cui il Coordinamento per la Pace di Milano. Più di trenta realtà della società civile milanese hanno deciso di unirsi sotto l’egida dal Coordinamento per la pace, che dallo scorso anno organizza iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità urgente di attuare misure per contrastare la cultura e la politica militarista. Ultima in ordine di tempo la "Tre giorni per la pace" che si è tenuta a fine settembre, mentre per il 26 ottobre è prevista una grande manifestazione fra le strade della città meneghina. Milano, Lombardia - “Lontano lontano si fanno la guerra. Il sangue degli altri si sparge per terra. Io questa mattina mi sono ferito a un gambo di rosa, pungendomi un dito. Succhiando quel dito, pensavo alla guerra. Oh povera gente, che triste la guerra! Non posso giovare, non posso parlare, non posso partire per terra e per mare. E se anche potessi, o genti indifese, ho l’arabo nullo! Ho scarso l’inglese! Potrei sotto il capo dei corpi riversi posare un mio fitto volume di versi? Non credo. Cessiamo la mesta ironia. Mettiamo una maglia, che il sole va via”.

Franco Fortini

La Costituzione repubblicana recita all’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Queste parole sono i fari che illuminano il cammino di tante persone e organizzazioni, fra cui il Coordinamento per la Pace di Milano, formato da «donne e uomini amanti della Pace», sottolinea Nadia Schavecher, che fa parte del Coordinamento. Ricordiamo che la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza al nazifascismo all’articolo 11 recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Riteniamo che soltanto il riconoscimento di pari dignità delle nazioni congiuntamente ad una politica volta alla sicurezza condivisa, può favorire il dialogo tra esigenze, culture e storie diverse.

Siamo donne e uomini amanti della Pace, per questo esprimiamo una forte solidarietà con i popoli che sono vittime della guerra, più di trenta nostre associazioni/organizzazioni si sono unite, nella primavera del 2023, nel “Coordinamento per la Pace - Milano” con lo scopo di dare una voce più forte e unitaria a tutti coloro che pensano che la Pace non si può raggiungere con il continuo invio di armi e che vogliono opporsi alla linea di cobelligeranza del governo che riduce i servizi e i diritti dei cittadini per assecondare gli interessi degli USA in contrasto con quelli nazionali, chiediamo di fermare la guerra e che l’Italia si faccia promotrice di trattative sotto l’egida dell’ONU.

In un mondo che vede crescere la potenza politica, economica e finanziaria di grandi Paesi emergenti, riteniamo profondamente sbagliata, pericolosa ed antistorica la risposta dall’alleanza euro-atlantica per il mantenimento della sua egemonia: il riequilibrio dei rapporti di forza nel Mondo è un fatto irreversibile, pensare di fermarlo con la guerra è folle. Giusto?

Oggi è pertanto prioritaria la necessità di unirsi in un ampio fronte plurale che sia in grado di far avanzare un forte movimento per la Pace nella direzione di un mondo che sia caratterizzato da rapporti di non ingerenza, di reciproco rispetto e di mutuo beneficio fra Stati, pacifici e in contrapposizione ad un mondo unipolare dove regnano la sopraffazione e la rapina.

Dalla Tre Giorni per la Pace quali argomenti e idee e istanze sono emerse?

Da venerdì 20 a domenica 22 settembre 2024 al CIQ di Milano si è svolta la Tre Giorni per la Pace 2024, organizzata grazie all’impegno di decine di attivisti facenti parte alle oltre 30 organizzazioni che aderiscono al Coordinamento per la Pace - Milano. Si parte venerdì pomeriggio con l’apertura dei lavori e le testimonianze di guerra portate, fra gli altri, da Olga Ignatieva (Ucraina), Taghreed Abu Samra (sopravvissuta a Gaza, Palestina). Più tardi l’intervento dell’ex Ambasciatrice Elena Basile, dal titolo “Prima che sia troppo tardi”, tema di fondo della Tre Giorni stessa.

Nel primo pomeriggio della seconda giornata è stato presentato il macrotema “Cultura ed economia di guerra” in cui sono stati affrontati nello specifico le questioni inerenti alla militarizzazione delle scuole con Antonio Mazzeo (insegnante e scrittore), al degrado ecologico" con Mario Agostinelli (Presidente di Laudato Si’) e all’impatto ambientale della produzione bellica con il contributo in collegamento video di Paolo Della Ventura (attivista climatico). Successivamente, Salvatore Attanasio e Pierre Kabeza (Associazione Amici Di Luca Attanasio), Modou Gueye (Presidente Sunugal) e Domenico Moro (economista) hanno dibattuto su “Africa e guerra - la diplomazia e il neocolonialismo”.

In serata vi è stato una generoso contributo al tema cultura e guerra con il pezzo teatrale “Ah... Che bella guerra!”, coordinato da Silvano Piccardi, con Tania De Domenico e Diego Baldoin, accompagnato dal musicista e cantautore Franz Englaro che ha concluso la serata con un concerto. La terza e ultima giornata si è avviata con la tavola rotonda “Assange e guerra al giornalismo” in cui i giornalisti Germana Leoni, Giuliano Marrucci, Fabrizio Cassinelli e Massimo Alberizzi hanno portato il loro contributo per comprendere lo stato dell’arte dell’informazione e alcune proposte di soluzione per uscire dalla pessima situazione. La Tre Giorni, che ha visto la presenza di centinaia di sinceri democratici e veri pacifisti, si è conclusa con nostra proposta di pace in “Multipolarismo come Alternativa in contrasto alla guerra” con Andrea Catone (direttore MarxVentuno Edizioni) e l’intervento magistrale di Moni Ovadia.

Da qui parte l’invito ad ampliare la formazione di coordinamenti per la pace in italia e ad unirli per incidere maggiormente nelle scelte del paese e nell’immediato a costruire una grande manifestazione per la pace. Prima che sia troppo tardi: per affermare che adesso e subito l’italia debba uscire dalla guerra!

La manifestazione di sabato 26 Ottobre a Milano porterà a un impegno importante del mondo dell’attivismo pacifista.

A Milano Sabato 26 ottobre, ritrovo alle ore 15 in Stazione Centrale, arrivo in Piazza San Babila. Rivendichiamo:
- fuori l’italia dalla guerra
- non un uomo, non un soldo, non un’arma per la guerra
- stop al genocidio del popolo palestinese
- sì alle trattative di pace
- sì a una corretta informazione

Un intervento dell’attore e regista e scenografo Silvano Piccardi Per la Pace

AH, CHE BELLA GUERRA! Una serata di poesie per la pace? Ma che non sia solo la lamentazione sull’atrocità della guerra! Perché, come diceva il mio colonnello comandante quando mi costrinsero a fare il soldato, “E’ vero, la guerra è una cosa terribile: per questo è una cosa per veri uomini!” Essere “veri uomini”. Ebbene: sulla guerra intesa in questo senso (in cui ci si batte da eroi contro il cattivo nemico e si ottengono medaglie, onori e riconoscimenti) esiste una lettura antica come l’uomo (ahinoi!). Mentre una poesia e una letteratura decisamente di pace (decisamente contro la guerra – ovvero non questa o quella guerra, ma contro la guerra in quanto tale) è roba davvero rara e, a me pare, quasi esclusivamente prodotta da dopo la seconda guerra mondiale in poi. Anche perché, dopo Hiroshima e Nagasaki, la bomba atomica ha costretto anche i più caparbi a convincersi che il gioco al massacro non era più praticabile.

Almeno, così sembrava dover essere. Anche perché, al di là dei poeti, la legislazione internazionale arrivò a sancire i diritti dell’uomo, il rifiuto esplicito della guerra come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, nonché la definizione di norme giuridiche che limitano e regolano i cosiddetti mezzi e metodi di guerra. O meglio: che dovrebbero limitare e regolare mezzi e metodi di guerra. Dovrebbero, perché, in realtà … Ebbene, tutto questo sta a indicare quanto sia profonda e radicata la filosofia di guerra nella storia e nella cultura umana. Certo, tutti preferiscono la “pace”, ma quanti sono gli individui, le comunità e i popoli, disposti a scendere davvero in lotta contro la guerra? Al momento in cui “la patria chiama”, chi è pronto alla disobbedienza e al rifiuto attivo? Io temo pochi, molto pochi. E infatti la “gente” continua votare serenamente per partiti e leader guerrafondai, come se niente fosse …

Una reale cultura della pace va studiata con pazienza e determinazione, perché venga portata a maturazione e possa diventare patrimonio collettivo. E quindi, e soprattutto, non è possibile che le serate di “poesia per la pace” siano un noioso carosello di immagini proposte con intimistica e stressata lettura. Già, perché per lo più l’opera poetica viene concepita non per essere declamata, per arrivare cioè con particolare energia a toccare animo e mente dello “spettatore”. Leggere a casa propria, o comunque da soli, un’opera (poetica, ma non solo) comporta la possibilità di farla vivere nella propria mente e nel proprio cuore nel modo più conforme alle proprie attitudini, ai propri tempi di assimilazione, alla propria indole e formazione. Ma quando una parola ci viene “detta” in diretta da un “attore” (professionista o no), il tempo di assimilazione e di penetrazione nella nostra coscienza o è immediato o non genererà risonanza di significati, che mettano radici, stimolando partecipazione attiva e creativa. Per questo assumersi la responsabilità di proporre un recital di poesie sul tanto complesso e terribile tema guerra-pace, non può che implicare scelte e sforzi tutt’altro che facili.

Per la serata del 21 settembre scorso, nell’ambito della tre giorni per la pace promossa dal Coordinamento per la Pace Milano, abbiamo tentato di costruire un flusso continuo di versi, di citazioni poetiche, di esempi letterari e artistici particolarmente significativi ed evocativi, partendo addirittura dai primi versi de l’”Iliade”, e da alcuni versetti della Bibbia (Deuteronomio 7 e Samuele 15 3), per passare dai molti cantori classici e romantici e futuristi del “valor militare”, e approdare alla terribile sintesi: “La guerra sta all’uomo, come la maternità alla donna”, ad opera di Benito Mussolini; frase che racchiude in sé tutto ciò che di orrendo si possa pensare dell’umana specie, nonché dei “generi” che la compongono. Ma quello lì era proprio un vero fascista!!! E di questa robaccia, quanta ne è rimasta appiccicata sotto la pelle e sotto la testa e in fondo in fondo a tutti noi, gentes humanae? E da lì, è partito l’urlo di dolore della tragedia atomica fino a giungere alle guerre in corso oggi, specialmente quella in Medio oriente, riprendendo esclusivamente opere di poeti “sotto la guerra”, per lo più palestinesi.

Per informazioni e adesioni: coordinamentoperlapacemilano@gmail.com Questo il Linktree del Coordinamento per la Pace - Milano: https://linktr.ee/coordinamentopacemilano

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