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Contro le ’’chiese’’ politiche e mentali di noi italiani

Io vedo che il razzismo in Italia esiste ed è in aumento e che il ministro dell’Interno attuale ne sia un’efficace espressione ma non si può essere antirazzisti a corrente alternata e per non esserlo io farei una proposta...

di Franco Novembrini - mercoledì 1 agosto 2018 - 3962 letture

Confesso di essere, come spesso dico a chi cerca di convincermi che la religione magari di moda al momento, sia quella ’’vera’’, di essere felicemente diffidente, il termine a-teo non piace, per quella ’’a’’ che viene usata come mancanza di qualcosa che va dalla gnosi (conoscenza) a una miriade di buone cose che apparterrebbero solo a chi crede di avere la verità a portata di mano.

Ma il senso del mio scrivere è puntato più che altro al vizio di molti italiani che credono che appartenendo a qualche partito politico, associazione, casta, forza di polizia o militare sei esentato da una critica e una comprensione di ciò che accade ’’a casa tua’’. In queste settimane si è avuta una accelerazione di questo modo di pensare e, conseguentemente, agire facilitata anche dalle nuove tecnologie per cui basta un like (mi piace) per farti sentire partecipe alle sorti dell’intera umanità.

In questi giorni sono accaduti dei fatti che non dovrebbero avere bisogno di paginate di quotidiani e riviste per essere interpretati correttamente: un prete settantenne vine preso con i calzoni calati in macchina con una bambina di 10 anni, le scuse sono puerili, dice che credeva che ne avesse 15, sai che differenza e che l’iniziativa era stata presa da lei. Perché questo malato vero, non come dice la Chiesa circa i gay maggiorenni e consenzienti, è libero? Il giudice che lo ha messo fuori non lo avrà mica fatto per il ’’mestiere’’ esercitato? Possibile che un settantenne sia stato preso la prima volta che commetteva questo tipo di reato?

Un pensionato 50enne, beato lui, che ha lavorato al Senato della Repubblica, dovendo impiegare il tempo libero non trova di meglio da fare sparacchia dal terrazzo con il suo fucile ultramoderno ad aria compressa e ’’casualmente’’ centra una neonata in braccia alla madre, guardacaso rom, rovinandole la vita. Le scuse sono che non se ne era accorto. Invece di fare come molti umarell intorno alle buche di Roma questo Tex Willer de noantri sceglie la strada delle scuse imbecilli piuttosto che ammettere le responsabilità.

In questa settimana, sull’esempio del 50enne, ripeto pensionato del Senato, è tutto un fiorire di impallinatori di persone di colore, preferibilmente scuro che, se presi, dichiarano le scuse più vili e meschine e qualcuno, dopo il rituale ’’io non sono razzista’’ manca poco che finisca la frase come il grande comico Giobbe Covatta, diceva: ’’Io non sono razzista, sono loro che sono napoletani’’. Basta cambiare il finale in ’’...neri’’.

Ultima notazione. Sono i politici che prima del 4 marzo tutto ma proprio tutto quello che faceva un loro ministro andava bene ed ora pigolano al razzismo.

Io vedo che il razzismo in Italia esiste ed è in aumento e che il ministro dell’Interno attuale ne sia un’efficace espressione ma non si può essere antirazzisti a corrente alternata e per non esserlo io farei una proposta: lasciamo i loro paesi, lasciamo le loro materie prime, petrolio, oro, diamanti, uranio e soprattutto non andiamo a fare fund grabbing, mercificare il loro suolo e magari facciamo scambi paritari e non di rapina e vedremmo crescere un mondo migliore. Ci vorrebbe un Nelson Mandela in ogni Stato africano e un politico meno corrotto in Italia... Sì campa cavallo!


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