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Contro il fascismo nascente

Contro il fascismo nascente / Antonio Gramsci ; a cura di Luca Cangemi. - Catania : Lunaria edizioni, 2022. - 152 p. : br. - ISBN 978-88-3127-312-1

di Pina La Villa - giovedì 9 giugno 2022 - 2672 letture

Cento anni fa il fascismo vinceva in Italia. Con la violenza, grazie alla chiara complicità dell’esercito, della monarchia, degli apparati dello Stato, veniva imposta una drammatica svolta al paese, una rottura eversiva, ma presto accuratamente coperta da una ipocrita veste legale. (dalla prefazione di Luca Cangemi)


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Contro il fascismo nascente, di Antonio Gramsci - a cura di Luca Cangemi

A illuminare questi passaggi, il curatore raccoglie alcuni degli articoli pubblicati da Antonio Gramsci fra il 1920 e il 1926, cioè negli anni in cui dilagava la violenza squadrista e nasceva il regime fascista.

Un osservatorio particolare, quello di Gramsci, dalla Torino della Fiat e delle lotte operaie, dei socialisti e della Camera del lavoro, degli scioperi e delle manifestazioni contro la guerra. In questa città Antonio Gramsci diventa giornalista e organizzatore politico. Scrive sull’”Avanti!”, su ”Il Grido del popolo” su “La città futura”. Attorno a lui e alla nuova rivista a cui dà vita nel 1919, “L’ordine Nuovo”, si muove un gruppo di giovani destinati a fare la storia del secolo scorso in Italia: Angelo Tasca, Palmiro Togliatti, Umberto Terracini, Teresa Noce, Camilla Ravera e gli altri protagonisti della nascita del Pcd’I dopo il congresso di Livorno, nel gennaio del 1921.

Un osservatorio particolare, quello del curatore Luca Cangemi, insegnante, storico e profondo conoscitore del pensiero di Gramsci, (ricordiamo il suo libro del 2012, L’elefante e la metropoli. L’India tra storia globalizzazione, dedicato proprio al pensiero di Gramsci), nonché militante comunista da sempre. E militante è la sua scelta degli articoli, volta anche a dimostrare la falsità dell’accusa rivolta alla giovane classe dirigente comunista di allora, di aver sottovalutato la pericolosità del fascismo e di non averne, con le sue scelte, impedito l’affermazione.

Nasce così una preziosa antologia degli scritti di Gramsci sul fascismo ad uso delle nuove generazioni. Un libro piccolo, maneggevole, in cui, a interrompere la lettura fra un articolo e l’altro, sono inserite immagini da Grafic Novel, in un bianco e nero efficacissimo.

Una scelta felice, quella della casa editrice Lunaria di Catania, di proporre un classico del pensiero politico del Novecento, pressoché ignorato dai nostri manuali scolastici. Gli articoli proposti costituiscono infatti un documento storico straordinario e un modo per avvicinarsi al pensiero di Gramsci, nel suo primo formarsi, prima dei Quaderni scritti in carcere, quando la sua penna non risentiva della solitudine della cella, ma anzi rilanciava le speranze e la volontà di dare battaglia di quel movimento operaio con cui Gramsci viveva a stretto contatto.

Nell’articolo La guerra è la guerra, in “L’Ordine Nuovo” del 31 gennaio 1921, Gramsci incitava la Torino operaia a dare una risposta rapida, secca e spietata al primo tentativo squadrista. E ricordava:

[…] La camera del lavoro è il prodotto degli sforzi di molte generazioni di operaie. È costata sacrifici e stenti a migliaia di operai, è l’unica proprietà di centomila famiglie operaie. Se essa viene distrutta sono annientati questi sforzi questi sacrifici, questi stenti, questa proprietà.

Una scrittura che, pur nella dimensione giornalistica e a volte cronachistica, unisce l’attenzione ai fatti alla capacità di ritrovarne le radici storiche – illuminanti le pagine di Gramsci nell’articolo “Le origini del gabinetto Mussolini” del 20 novembre 1922 sulla debolezza del Stato liberale italiano e sull’esplodere delle sue contraddizioni con la guerra - e alla necessità di indicare obiettivi di lotta. È qui forse che avvertiamo tutta la consapevolezza di Gramsci, quando, nella relazione al comitato centrale del 1925 dice: “in tutto il nostro lavoro politico dobbiamo osservare il principio fondamentale: non lanciare mai parole d’ordine troppo lontane dalle forze di cui disponiamo; far coincidere a ogni parola d’ordine una preparazione reale a materiale adeguata”.

Una preoccupazione, questa, che percorre molti degli articoli, segno della grande responsabilità che il giovane Gramsci avvertiva verso il movimento operaio, e verso gli operai in carne ed ossa che incontrava tutti i giorni.

Una preoccupazione esplicita nell’articolo “Il destino di Matteotti” (scritto il 28 agosto 1924, a pochi giorni dal ritrovamento del cadavere del deputato socialista), in una prosa che riesce ad unire la durezza della polemica politica alla sensibilità verso l’uomo e verso la storia che rappresentava. Dopo aver ricordato la grandezza e i limiti dell’azione dei “pionieri” socialisti, la loro incapacità cioè di offrire uno sbocco al movimento che avevano creato e al quale avevano dato la speranza di un luminoso avvenire, Gramsci scrive:

Il sacrificio eroico di Giacomo Matteotti è per noi l’ultima espressione, la più evidente, la più tragica ed elevata, di questa contraddizione interna di cui tutto il movimento operaio italiano per anni ed anni ha sofferto. Ma se l’impeto di riscossa e gli sforzi tenaci durati nel passato hanno potuto essere vani, se ha potuto crollare paurosamente in tre anni l’edificio pezzo a pezzo così faticosamente costruito, non deve, non può rimanere vano questo sacrificio supremo in cui tutto l’insegnamento di un passato di dolori e di errori si riassume. […] I semi gettati da chi ha lavorato per il risveglio della classe lavoratrice italiana non possono andare perduti.

Un appello, questo, attualissimo, in un momento in cui tanti di questi semi sono andati perduti.


Sinossi editoriale

«Cos’è il fascismo, osservato su scala internazionale? È il tentativo di risolvere i problemi di produzione e di scambio con le mitragliatrici e le revolverate». Questo volume propone una raccolta di alcuni tra gli scritti meno conosciuti e più incisivi sul fascismo. Una selezione di testi, realizzati da Antonio Gramsci tra la fine del 1920 e il 1926, che attraversano: la nascita del regime, il delitto Matteotti, fino ad arrivare alle Tesi di Lione, pochi mesi prima dell’arresto. Il fascismo vi appare colto nella sua complessità e dinamicità, nel suo «farsi» attraverso le contraddizioni della società italiana e, allo stesso tempo, viene analizzato precocemente come fenomeno internazionale, intellegibile solo collocandolo nello scenario del mondo. Un serbatoio inesauribile di riflessioni che mette in mostra la forza e la lucidità del pensiero gramsciano, chiarendo la sostanza di tutti i populismi passati, presenti e futuri.



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