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Confindustria Pisa chiede una deroga generalizzata al decreto dignità

Ma di occupazione e stabilizzazione non se ne parla. Basta eserciti di precari nelle fabbriche

di Redazione Lavoro - mercoledì 14 ottobre 2020 - 2123 letture

Per parlare di cosa sta succedendo in Confindustria a Pisa prima di tutto è necessario partire dalla situazione della Piaggio e cioè dalla maggiore industria del nostro territorio. Prima dello scoppio della pandemia alcune precarie storiche occuparono il tetto del “palazzo blu” di Pontedera. Una lotta durissima che durò più di un mese e che si concluse con l’impegno, da parte della multinazionale di aprire finalmente un percorso di assunzione STABILE per queste lavoratrici che, in alcuni casi, da oltre 15 anni, lavoravano come precarie nello stabilimento. Poi c’è stata la pandemia e la conseguente chiusura temporanea della fabbrica. La storia la conosciamo.

Quello che forse non si sa è che la Piaggio, ha continuato ad assumere lavoratori e lavoratrici precari. Le linee producono senza sosta e sono circa 200 gli operai assunti a contratto. A dimostrazione che la forza lavoro serve e che di crisi, almeno per il momento, non se ne parla. Come già ribadito in una recente conferenza stampa, adesso è il momento di rispettare gli impegni e far rientrare in fabbrica le precarie storiche.

Ed è qui entra in campo la richiesta di Confindustria ai sindacati. L’associazione degli industriali pretende una deroga generalizzata, cioè valida per tutta la provincia e per tutte le industrie, al decreto dignità, che come sappiamo bene obbliga il datore di lavoro, dopo 24 mesi di contratto, ad assumere stabilmente il proprio dipendente a tempo determinato. Anche se “stabilmente” in realtà non è più, visto che con il Job Act e le tutele crescenti gli imprenditori già hanno condizioni di favore in caso di licenziamento per crisi.

Il meccanismo di ricatto è semplice. La deroga deve essere firmata a livello provinciale ma di eventuali percorsi di assunzione e stabilizzazione se ne deve parlare a livello aziendale ovviamente in un secondo momento. Questa richiesta non può essere letta senza prendere in considerazione le dichiarazioni del presidente nazionale di Confindustria Bonomi. Cosa vogliono ottenere gli industriali Italiani è chiaro. Mano libera su ristrutturazioni (tradotto licenziamenti) assunzioni precarie senza limiti e neanche un centesimo da mettere sul piatto durante i rinnovi contrattuali.

L’Unione Sindacale di Base è da sempre contraria a qualsiasi deroga alle vigenti leggi in tema di lavoro. Leggi che sono già fin troppo sbilanciate a favore degli imprenditori. Ma in ogni caso siamo convinti che prima di affrontare questi temi si debba ragionare seriamente di piani occupazionali, trasformazioni e assunzioni stabili. A partire dalla fabbrica maggiore del nostro territorio.

Le precarie storiche devono essere immediatamente riassunte a tempo indeterminato. I part-time verticali devono essere “trasformati” in Full-Time. Per gli attuali contratti a termine va rimessa in piedi la lista di priorità in base al criterio di anzianità con date certe per le successive stabilizzazioni. E percorsi simili devono essere portati avanti in tutte le altre fabbriche.

Solo dopo aver fatto tutto questo le aziende possono eventualmente “chiedere” qualcosa. In caso contrario, come USB, ci opporremo a qualsiasi percorso che preveda, ancora una volta, l’ingresso di eserciti di precari a vita nelle nostre fabbriche.

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Lavoratori in protesta


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