Conclusioni

di Redazione Zerobook - martedì 13 settembre 2022 - 906 letture

L’indagine sui dipinti murali della Grotta del Crocifisso di Lentini ha richiesto l’utilizzo di diverse metodologie strumentali per meglio comprendere le tecniche pittoriche utilizzate e per fornire le indicazioni necessarie alla realizzazione di interventi di restauro finalizzati all’eliminazione dei prodotti del degrado e al miglioramento della leggibilità di quest’opera d’arte.

L’insieme delle analisi condotte sui dipinti murali studiati ha permesso di caratterizzare in modo dettagliato tutti i materiali costitutivi (supporto lapideo, intonaci, pigmenti) e le forme di alterazione e degrado. Questi dati sono innanzitutto di grande utilità per la pianificazione degli interventi di restauro e recupero necessari a riaffermare l’importanza di questo complesso monumentale nel territorio siciliano.

Le indagini hanno inoltre fornito significative informazioni sui pigmenti utilizzati, evidenziando la peculiare presenza del blu indaco, il cui uso negli anni passati è sempre stato probabilmente sottovalutato dagli approcci diagnostici. La comprensione dettagliata della sua applicazione e del mezzo utilizzato per dipingerlo richiedono ulteriori ricerche, ma gli studi effettuati forniscono una buona base per la futura conoscenza delle tecniche artistiche delle pitture murali nel territorio ibleo, in Sicilia e nell’intera regione dell’Italia centro-meridionale, soprattutto tra il XIII e il XVI secolo.


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