Coloni israeliani contro palestinesi a Jit. Una volta si chiamava pogrom
Decine di coloni israeliani hanno attaccato una cittadina palestinese in Cisgiordania
Nella notte hanno dato fuoco a case e auto, e almeno una persona è stata uccisa: dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, le violenze nella zona stanno aumentando
Nella notte tra giovedì e venerdì decine di coloni israeliani hanno attaccato la cittadina palestinese di Jit, in Cisgiordania. Hanno lanciato bombe molotov e dato fuoco a case e auto parcheggiate: il ministero della Salute palestinese ha detto che un ragazzo di vent’anni è stato ucciso e un’altra persona ha riportato ferite gravi al petto.
Sui social stanno circolando diversi video e foto che mostrano la situazione, in cui oltre agli edifici e alle auto incendiate si vedono colonne di fumo e persone che cercano di scappare.
Alcuni dei coloni avevano il volto coperto. Non è chiaro quanti fossero: il quotidiano israeliano Times of Israel ha parlato di 50 persone, mentre un residente di nome Hassan ha detto al quotidiano Haaretz di averne contate circa 100. «Quando sono uscito per vedere cosa stesse succedendo, mi hanno attaccato con il gas lacrimogeno. Hanno incendiato la mia auto e ne hanno distrutta un’altra, poi hanno proseguito verso la città», ha detto. Secondo Hassan l’esercito sarebbe arrivato «circa un’ora dopo, si sono presi il loro tempo e hanno lasciato che [i coloni] facessero quello che volevano».
In un comunicato l’esercito israeliano ha detto invece di essere intervenuto «nel giro di pochi minuti» e di aver sparato dei colpi in aria per disperdere la folla. I coloni autori dell’attacco sono poi stati allontanati da Jit, e uno di loro è stato arrestato. Al momento è impossibile verificare in modo indipendente come siano andate le cose.
L’attacco è stato condannato da vari leader israeliani. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha scritto sui social che tutte le persone responsabili degli «atti criminali» saranno perseguite, mentre il presidente Isaac Herzog ha condannato l’accaduto imputandolo a un gruppo ristretto di coloni, definiti una «minoranza estremista» non rappresentativa della «comunità dei coloni che segue la legge». Anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, un nazionalista di estrema destra che vive proprio in una colonia in Cisgiordania, ha detto che le persone che hanno attaccato Jit sono «criminali» che «non hanno niente a che fare con le colonie o i coloni».
Da decenni Israele costruisce e amplia insediamenti e colonie in Cisgiordania, un territorio che però secondo gran parte della comunità internazionale appartiene ai palestinesi. Questo è stato ribadito lo scorso giugno dalla Corte internazionale di giustizia, il più importante tribunale delle Nazioni Unite, secondo cui l’utilizzo delle risorse naturali che Israele fa in quelle zone vìola il diritto internazionale.
Oggi in Cisgiordania vivono circa 2,7 milioni di palestinesi e 500mila coloni israeliani. I loro rapporti sono sempre stati parecchio problematici, ma a partire dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, lo scorso 7 ottobre, gli scontri e le violenze sono notevolmente aumentati. Secondo l’ufficio delle Nazione Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), dall’ottobre del 2023 allo scorso luglio almeno 553 persone palestinesi sono state uccise in Cisgiordania, tra cui 131 bambini. Di questi, 536 sono stati uccisi da soldati israeliani e sei dai coloni. Più di 5.500 persone palestinesi sono state ferite. Nello stesso periodo sono state uccise 14 persone israeliane, di cui nove soldati e cinque coloni.
Fonte: Il Post.
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