Coerenza? Ripassi, buon uomo

Due nuovi acquisti per Renzi. A passo di rock

di Adriano Todaro - mercoledì 26 febbraio 2020 - 1898 letture



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IL FATTO

Due nuovi arrivi in Iv. Dopo l’annuncio della deputata di LeU Michela Rostan, arrivato poco dopo le 16 («Sappiamo che Renzi la corteggiava da tempo...», dicono fonti della Camera di LeU), anche il senatore Tommaso Cerno ha aderito a Italia viva… Oggi Michela Rostan ha lasciato LeU e Tommaso Cerno ha lasciato il Pd. Italia Viva ha oggi 30 deputati e 18 senatori», sottolineano fonti del partito. Dura la replica del Pd. (Corriere della Sera, 18 febbraio 2020).

Matteo Renzi ’guadagna’ una deputata e un senatore. Dopo giorni di ricostruzioni di stampa che riferivano di parlamentari dati in uscita da ’Italia viva’ per fare da stampella al governo Conte, in disaccordo con la linea dell’ex presidente del Consiglio, l’unico ’movimento’ che al momento si segnala è verso il senatore di Rignano sull’Arno. La deputata di Liberi e Uguali Michela Rostan e il senatore del Pd Tommaso Cerno hanno, infatti, annunciato che aderiranno a Iv. (La Stampa, 19 febbraio 2020)

IL COMMENTO

Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”. Lo aveva affermato James Russell Lowell, poeta e scrittore inglese morto alla fine dell’800. Nella nostra storia nessuno, per fortuna, è morto e non c’è neppure uno stupido. Anzi. I due protagonisti di oggi – Michela Rostan e Tommaso Cerno – sono vivi e vegeti, lottano assieme a noi e sono intelligentissimi. Figuratevi che la Michela, classe 1982, è un’avvocata, un’avvocata civilista mentre Tommasino, classe 1975 è un grande giornalista tanto che, fra i tanti incarichi, può annoverare la direzione dell’Espresso e la condirezione di Repubblica (mica girodivite!).

Cosa hanno fatto i nostri due eroi? Una cosa che fanno in tanti. Si sono cambiati la giacchetta e sono passati da LeU e dal Pd al partito difensore della classe operaia, quella che, di solito, va a sciare in Pakistan. Nessuno scandalo perché, nella vita, si può e si deve cambiare opinione a meno che siate stupidi o morti. Lo dice anche l’art. 67 della nostra Costituzione: “«Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato ». Quindi, nessuno scandalo. Infatti, nella XVII legislatura (2013-2018), ci sono stati 566 cambi di gruppo, quasi 10 al mese.

Io però voglio tornare ai nostri eroi così da spiegarvi lo spessore intellettuale, la coerenza, la saldezza dei loro principi. Michela, ad esempio, nata in provincia di Salerno, è folgorata dal Rottamatore per tre anni. Poi, come avviene in tante unioni, Michela guarda oltre, lascia lo Statista di Rignano e sposa tre politici del calibro di Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema e Roberto Speranza. Fa una disamina del periodo di Renzi che è un capolavoro di realismo: “Dopo il disastro delle elezioni amministrative e la valanga di No che ci ha travolto al referendum ho provato tanta rabbia per la miopia e l’arroganza… Le nostre principali riforme si sono rivelate un clamoroso fallimento… Prendo atto dell’assoluta mancanza di volontà di Matteo Renzi di apportare le correzioni necessarie”.

Alcuni giorni fa, invece, triplo salto carpiato e la nostra Michela da Polla riscopre Renzi e confluisce in Italia Viva. Il primo amore, si sa, non si scorda mai. Sempre per via che non ha “ vincoli di mandato ”.

Tommasino, invece, diventa senatore del Pd nel 2018. Oltre che grande giornalista, è decisamente No Tav ed è stato dirigente dell’ArciGay. Insomma, uno di sinistra. Di larghe vedute, però. Infatti, nel 1995, si candida con Alleanza Nazionale alle elezioni comunali di Udine, ma non viene eletto. Scrive libri, fa televisione, insomma è un nome da spendere e, infatti, arriva in Senato. Vorrebbe fare il ministro ma gli va male. Uno come Tommasino nostro potrebbe mai fare, per cinque anni, il peones? Giammai. Così in Senato ci va poco (presente solo al 4,72% delle sedute) ma le idee sono chiare: vorrebbe “un governo rock” e, invece, gli tocca subìre “un governo polka”. Non capisco perché questo grande giornalista sia contro il ballo della Boemia che, fra l’altro, è un ballo veloce. Mah!

Quando nasce Italia Viva afferma che “Non è possibile che il nostro eterno, infinito problema non sia il futuro degli italiani ma di uno solo, all’anagrafe Matteo Renzi”. Belle parole, soprattutto chiare.

Poi giura solennemente la sua scelta di campo con questo nobile concetto: “Il mio contributo sarà sempre alla sinistra italiana. Auguro a Renzi ogni fortuna, ma non con me“.

Infatti, è andato lui da Renzi. A passo di rock.


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