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Chuck Berry ritorna al Futuro

Un altro grande della musica internazionale ci lascia l’eredità di una carriera artistica innovativa già oltre sessanta anni fa.

di Piero Buscemi - domenica 19 marzo 2017 - 8154 letture

Per chi si era perso gli anni d’oro del rock and roll e del suo ideatore più rappresentativo, Chuck Berry, datati a metà dello scorso secolo, ha rimediato il regista statunitense Robert Zemeckis quando propose sul grande schermo la trilogia Back to the Future (1985). In quel film un giovane Michael J. Fox, interpretando Marty, protagonista della storia, viene proiettato nel passato da una macchina del tempo e, ritrovandosi nel 1955, si esibisce con una futuristica chitarra eseguendo il famosissimo pezzo di Chuck Berry, Johnny B. Goode.

Lo stesso personaggio, rivolgendosi alla sala gremita da studenti di fine corso, reciterà la premessa che, il brano che sta per suonare, non sarà capito subito ma sarà apprezzato dalle generazioni future. Si potrebbe riassumere con questa battuta cinematografica, l’eredità artistica lasciata da questo immenso chitarrista.

Perché, se c’è stato un musicista che abbia influenzato la musica rock, che dagli anni ’60 in poi avrebbe prodotto capolavori usciti dalle mani e dalle menti dei grandi gruppi quali Led Zeppelin o Rolling Stones, o da musicisti come Eric Clapton, per non dimenticare i Beatles, questo musicista si chiamava senza dubbio Chuck Berry.

L’artista che è stato capace di innalzare la chitarra elettrica a strumento cardine di composizione, sostituendo l’abbinamento rock and roll-pianoforte, che aveva monopolizzato questo genere di musica ribelle che avrebbe riscritto le pagine della storia della musica internazionale. Quel suo stile innovativo e azzardatamente anticipato con i tempi, il suo famoso Duck Walk con il quale si trascinava sul palco mentre eseguiva uno dei suoi pezzi, imitando appunto il passo dell’anatra, ripreso in seguito da moltissimi interpreti rock.

La sua capacità di mescolare sonorità blues, fino al rhythm and blues, per spingersi agli storici riff chitarristici che rappresenteranno l’abc per i chitarristi rock delle successive generazioni, ha fatto di questo artista un emulo per tutti coloro che hanno dedicato la propria vita alla ricerca di nuove sonorità, senza dimenticare la lezione dei grandi maestri del passato, tra i quali lo stesso Chuck Berry.

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Giants of Rock and Roll

Come dimenticare la fantastica notte romana del 17 novembre del 1988, quando i padri del rock and roll si ritrovarono sul palco del Palasport a celebrare la storia di questo genere musicale, sotto la spinta di una raccolta fondi per assicurare le vaccinazioni ai bambini dell’Africa. Chi ebbe la fortuna di essere presente quella sera, poté ammirare artisti del calibro di James Brown, Ray Charles, Bob Diddley, Fats Domino, Jerry Lee Lewis e Little Richard, tutti insieme capitanati da Chuck Berry.

Se la musica rock è stata da sempre considerata l’espressione artistica di una rivoluzione culturale, forse mai portata a termine, ma imperterrita e senza tempo, Chuck Berry ne è stato sicuramente il suo profeta. Se la sua chitarra è stata l’arma utilizzata contro le frustrazioni di intere generazioni, in cerca di un mondo migliore, forse solo diverso, la sua scomparsa rappresenterà per sempre il punto di un nuovo inizio sulla strada che porta dal sogno all’utopia. Consapevoli che varrà sempre la pena inseguirla. A suon di rock and roll, ovviamente.


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