Chi è il lupo?
Da piccoli venivamo messi in guardia da questo animale per farci stare buoni. Da grandi, non riusciamo più a distinguere da chi realmente difenderci.
"Un uomo di 35 anni ha attirato la moglie, dalla quale si stava separando, fuori dall’impianto sportivo in cui il figlio di 10 anni stava disputando una gara di nuoto: una volta all’esterno il marito ha ucciso la donna con 7 colpi di pistola, per poi rivolgere l’arma contro sé".
"Giovane medico ucciso da un calcio al collo durante una festa di Carnevale".
"All’improvviso, per futili motivi pare legati a divergenze caratteriali, c’è stato un diverbio durante il quale l’uomo, esasperato, ha afferrato un piccone riposto in uno stanzino e lo ha scagliato sulla testa della moglie. L’ha colpita una sola volta. La donna ha perso i sensi ed è caduta per terra".
"Non ha ancora un nome il transessuale ucciso a coltellate. Il giovane accusato dell’omicidio avrebbe detto ai carabinieri di essersi difeso da un’aggressione".
"La polizia di Stato, su delega della Procura distrettuale, ha fermato il presunto autore del delitto: un trentenne extracomunitario. La donna, secondo una prima ricostruzione della polizia di Stato, al culmine di una lite sarebbe stata colpita violentemente alla testa con «oggetto acuminato» che è stato trovato «assieme a possibili tracce biologiche utili alle indagini» sul luogo dell’omicidio".
"La scena del crimine, secondo le testimonianze dei militari che hanno fatto i rilievi, era realmente cruda. La stanza da letto era soqquadro, c’era sangue dappertutto e il cadavere era stato abbandonato nudo sul letto, in posizione supina. Ad uccidere l’uomo, di 65 anni, sarebbero stati i colpi inflitti con un corpo contundente non ancora individuato".
Un breve elenco di notizie di cronaca nera, estrapolate a casaccio dalle pagine dei quotidiani di questi giorni, rende sufficientemente l’idea del panorama di violenza che caratterizza il nostro paese, senza voler andare a guardare l’orto del vicino, finendo meschinamente per ignorare il proprio.
Un elenco che chiunque potrebbe integrare aggiungendo le altre vicende che hanno interessato la malasanità, gli infanticidi e tutto quanto ormai monopolizza l’informazione nazionale. Un’enorme quantità di atti di violenza che, inevitabilmente, porta a farsi sfuggire una buona parte di cronache se queste, per svariati motivi, non diventato oggetto di discussione degli organi di informazione nazionali.
Succede così che anche seguitissime trasmissioni televisive, che originariamente si occupavano esclusivamente della scomparsa volontaria, o meno, di emeriti sconosciuti, siano diventate col tempo dei format che tendono a cercare gli eventuali colpevoli degli omicidi registrati settimanalmente, trasformando i carnefici in veri e propri personaggi, costantemente davanti alle telecamere, in attesa che le indagini degli inquirenti blocchino questi momenti di notorietà con l’incriminazione per il delitto stesso per il quale sono stati reclutati come testimoni.
E’ inquietante prendere atto che nel nostro paese, questi episodi sono a cadenza giornaliera e che, nonostante confronti e scontri verbali tra le associazioni nate a tutela delle vittime e la politica, le leggi emanate sono sempre state evasive, mai dirette a una soluzione drastica del problema, lasciando libera interpretazione di una sottovalutazione del fenomeno.
E’ anche per questo che, spesso, porre il proprio giudizio sulle enfatizzate immagini provenienti da questa nuova minaccia musulmana, della quale i capi di stato occidentali auspicano che dovremmo sentirci tutti coinvolti nel diritto di difenderci, si scontra con una realtà molto più vicina al nostro quotidiano. Perché non si ha il tempo per seguire la scomparsa misteriosa della Denise di Mazara del Vallo, che già veniamo proiettati nell’omicidio di Sarah Scazzi o in quello di Yara Gambirasio, tanto per citare alcuni casi.
Tutto questo, forse, dovrebbe farci riflettere con più ponderatezza e capacità di selezione sui pericoli che si accostano silentemente alle nostre vite, senza farci deviare l’attenzione da imminenti minacce di invasione. Rischiamo di farci allontanare da quella che, purtroppo, è una verità assodata e confermata dalla incessante cronologia degli episodi di violenza, facendoci distrarre da un’ipotetica realtà per la quale, non abbiamo sufficienti mezzi per verificarne l’autenticità.
E’ come se dovessimo confrontarci con una scrematura degli eventi, indirizzata e manipolata verso il nucleo della nostra attenzione, senza alcuna possibilità di evitare le trappole mediatiche che ci costringono a soffermarci su argomenti dei quali non abbiamo completa competenza. Ma cosa stabilisce la differenza tra un uomo incappucciato e vestito di nero, lo sfondo di un deserto indecifrabile, un prigioniero chino e in tuta arancione e il suo carnefice armato di coltello, se confrontiamo tutto questo con una donna sgozzata dal suo compagno di vita, un bimbo gettato in una fossa, forse dalla sua stessa madre, un barbone picchiato selvaggiamente da un gruppo di balordi che non hanno un cazzo da fare, prendendosela con un indifeso?
E scusateci per l’uso della parola "balordi", ma abbiamo provato a mantenere un linguaggio educato.
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