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Censis: Internet, la “più amata degli italiani”

Presentato il 55° Rapporto. Tracollo dei quotidiani, bene la Radio. Ci si informa attraverso i TG e Facebook. I libri un po’ in ripresa e i “terrapiattisti” sono il 5,8% della popolazione

di Adriano Todaro - lunedì 13 dicembre 2021 - 2209 letture

Quello fotografato dal 55esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese presentato a Roma al Quirinale, è un Paese dove cresce l’irrazionalità, quella per cui il Covid non esiste (5.9% circa 3 milioni), i vaccini sono inutili (10,9%), e riporta a galla vecchi tabù, per cui la terra è piatta (5,8%) e l’uomo non è mai sbarcato sulla luna (10,9%).

Saremo anche un Paese irrazionale (e, certamente, lo siamo), ma la fotografia del Censis illustra molto bene le abitudini degli italiani in fatto di comunicazione e media. Un Paese dove la spesa per libri è ancora bassa e, soprattutto, i giornali subiscono un vero e proprio crollo, mentre aumenta l’interesse per Tv e social.

Meno carta stampata + Internet ‒ Gli italiani spendono sempre più per acquistare dispositivi digitali, dallo smartphone, al tablet, al Pc. Di pari passo diminuiscono le spese nei confronti di media e stampa. In particolare i quotidiani venduti in edicola: nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani e che ora si sono ridotti al 29,1% (-8,2% rispetto al 2019). Lo stesso dicasi per i settimanali (-6,5% nel biennio) e i mensili (-7,8%).

La Televisione ‒ La Tv non tramonta mai. I dati del Censis ci fanno sapere che sia la Tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e la Tv satellitare (+0,5%), sia quelli della Tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni.

La Radio ‒ Gli italiani continuano ad amare la radio con ascolti costanti. In fatti il 79% degli italiani la scelgono. D’altronde la radio è senza dubbio un mezzo di comunicazione versatile e viene ascoltata anche attraverso il Pc (+2,9%) e lo smartphone (+2,5%). E, naturalmente, in auto.

Libri ‒ Se il quotidiano è snobbato, il libro sembra essere tornato di moda. Sembra bloccata l’emorragia di lettori che durava, ormai, da anni: nel 2021 il 43,6% degli italiani ha letto almeno un libro nel corso dell’anno, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2019 (sebbene nel 2007 chi aveva letto almeno un libro nel corso dell’anno era il 59,4% della popolazione).

Internet, la vera passione ‒ La vera passione degli italiani, oseremmo dire il mezzo “più amato dagli italiani” è e rimane Internet. L’83,5% dei nostri connazionali accede regolarmente al web (+4,2% rispetto al 2019) così come in costante aumento sono coloro che si collegano ai social network (+6,7%).

Fonti informative ‒ Come fonte informativa, gli italiani preferiscono i Telegiornali (60,1% degli italiani). Sono un riferimento indiscusso per i 65-80enni (73,2%), ma anche per il 42,3% dei 14-29enni. Al secondo posto c’è Facebook, utilizzato dal 30,1% degli italiani a scopi informativi, seguito da Google. A tale proposito, il 45,8% degli italiani non ha apprezzato gli interventi televisivi di virologi ed epidemiologi, in quanto hanno creato confusione, disorientamento e allarmismo. In rete gli italiani ci vanno più che altro per cercare informazioni su aziende, prodotti, servizi (64,9%), trovare strade o località (54,3%), fare acquisti online (51,6%), ascoltare musica (48,1%) e svolgere operazioni bancarie (46,6%).

P.A. digitale ‒ Dopo aver utilizzato i servizi online durante l’emergenza sanitaria, gli italiani non vogliono più tornare indietro e quindi considerano irrinunciabile la Pubblica amministrazione digitale. Il 48,7% ha attivato lo SPID, ma ci sono troppe differenza sociali e territoriali. L’identità digitale è stata attivata soprattutto nelle grandi città, nelle regioni del Nord e dai cittadini con un titolo di studio più elevato. Le percentuali più elevate di utenti si registrano nelle grandi aree metropolitane (59,5%) e tra le persone dotate di titoli di studio più alti (tra i diplomati e i laureati si sale al 61,6%). Invece i picchi più bassi di utenti Spid si riscontrano al Sud (40,2%) e tra gli anziani (32,1%).


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