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Catania, porta del turismo mediterraneo

Diciotto giovani avviano un’impresa per esperto di turismo in incoming e capo barca. Concluso il progetto “Velawork”. Catania cuore pulsante di un sistema integrato di trasporti che vede coinvolte 22 nazioni del Mediterraneo.

di Vittorio Fiorenza - martedì 11 marzo 2008 - 4119 letture

Il sistema dei porti in Sicilia: Catania porta principale di un “Turismo del Mediterraneo” attraverso un’attività d’impresa legata al mare. Con questi presupposti 18 giovani hanno concluso lo stage “Velawork” per capo barca e promoter in incoming e hanno deciso di avviare un’impresa a Catania.

I neo-imprenditori usufruiranno di un sostegno mensile pari a 400 euro per quattro mesi. “Il sistema dei porti è fondamentale nell’economia turistica della Sicilia – ha detto Salvo Manzoni, della società Cosmopolis – ed è necessario potenziarlo. Un corso come quello di Capo Barca o di Esperto in Incoming, come quello realizzato da noi e Logos con i Fondi Por Sicilia e il sostegno dell’Unione Europea, del Ministero del lavoro e della Regione, fotografa un interesse al mare da parte dei giovani che al mare pensano come oggetto per una attività d’impresa”.

“La Sicilia sembra un’isola che non c’è: che costruisce alberghi senza criterio e studi di marketing per poi coprire solo il 25 per cento dei posti durante tutto l’arco dell’anno (e che, nel 50 per cento dei casi, si trova ad avere poi agriturismi e resort senza riscaldamenti perché “non previsti”); che non potenzia i porti e le infrastrutture interne” – dice Mario Bevacqua, catanese, vicepresidente vicario della Federazione Mondiale Associazioni Agenti di Viaggio, esperto di turismo, intervenuto al seminario conclusivo promosso da Logos e Cosmopolis.

“C’è un progetto turistico di incoming – ha detto Bevacqua – che ha Catania come polo principale dell’iniziativa”: un progetto che vede riuniti in una sorta di superfederazione le Fiavet di 22 nazioni che si affacciano sul Mediterraneo (tra questi Egitto, Libia, Tunisia e Grecia) per fare del turismo nel Mare Nostrum una alternativa seria al Progetto Europa più orientato alla promozione turistica degli Stati nordici del vecchio continente.

“Mancano ancora alcuni dettagli da mettere a punto ma già il prossimo anno il Progetto Mediterraneo sarà attivo – ha spiegato Bevacqua – ed è qui, che in un sistema integrato dei trasporti, diventa indispensabile il ruolo del porto di Catania dove invece manca ancora una stazione marittima adeguata che possa accogliere i turisti in visita alla città. La città può diventare una sorta di porta per la Sicilia e di ponte per l’Italia intera. E’ necessario, infatti, scongiurare la disaffezione dei turisti che in Sicilia può avere ripercussioni maggiori di quanto già non stia accadendo in Italia dove, secondo il rapporto dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, la forza attrattiva e ricettiva è sempre minore: basti pensare che nel 1990 eravamo la prima nazione al modo, adesso ci attestiamo al quinto posto dietro a Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina. Ma sono i numeri a preoccupare di più: in Francia e in Spagna ogni anno si registrano 72 e 70 milioni di turisti in ingresso; in Italia 32 milioni”.

“I nordici – spiega Maria Baratto, presidente Logos, velista – vanno in barca tutto l’anno nonostante il clima, e noi che potremmo sfruttare il fattore meteo già a febbraio veleggiamo solo 40 giorni all’anno tra luglio e agosto. Fino al 2003 in Sicilia non c’erano neppure charters e chi voleva veleggiare a prezzi convenienti si rivolgeva all’estero, in Corazza ad esempio. La Sicilia, come la Sardegna, è il luogo di eccellenza italiano per la qualità del mare, ma questo fattore non viene potenziato. Chi deve dare una mano in questo senso – ha aggiunto Baratto – sono le istituzioni che devono credere nel turismo locale e devono realizzare infrastrutture adeguate alle aspettative dei turisti in transito”.


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