Catania: Il lutto e la vergogna
Dopo i recenti fatti di Catania una riflessione mi è sembrata necessaria, doverosa. Una riflessione che riguardi l’atteggiamento di una città – la nostra Catania...
Il 2 febbraio, a Catania, l’ispettore Filippo Raciti è stato ucciso nel corso degli scontri scatenati dagli ultrà catanesi, durante la partita Catania-Palermo.
Un uomo è morto. La città in cui ha incontrato il proprio assassino festeggia. La logica e l’umanità vanno in fumo.
Dopo i recenti fatti di Catania una riflessione mi è sembrata necessaria, doverosa. Una riflessione che riguardi l’atteggiamento di una città – la nostra Catania – di fronte ad una tragedia tanto scioccante quanto annunciata e i rapporti – di forza – che la reggono.
Ma chi scrive non vuole vomitare sentenze o sciorinare certezze; quello che si vuole fare con queste righe è porre degli interrogativi. Gli stessi che girano fra le bocche di chi questi giorni distorti sta cercando di capirli. Interrogativi che vogliono cercare di rispondere ad una sensazione di vergogna e di disagio che pare sentire nell’aria, in questo inizio di febbraio così inaspettato.
Vergogna per la chiesa catanese. Che non rinuncia alle celebrazioni, ai soldi che esse procurano e neppure alle bandiere issate.
Vergogna per una fetta di cittadinanza distratta e, più spesso, volutamente cieca, di fronte alla realtà, quella che esiste al di là del registratore di cassa.
Vergogna per una certa classe politica che non ha neanche il coraggio di uscire il naso fuori dalla porta, adesso che i mostri che ha creato stanno facendo parlare di loro.
Le domande vengono di conseguenza.
Chi non si aspettava che un branco esaltato e agguerrito di delinquenti non si vendicasse di un uomo, poliziotto e pure onesto, che aveva avuto il coraggio di testimoniare davanti ai giudici contro loro precedenti atti di violenza?
Chi sta dietro a questi criminali, vigliacchi – perché spavaldi solo se in branco – e privi di volontà – perché guidati solo da brutalità e miseria –, che credono di essere i padroni d’ogni cosa, anche della vita altrui?
A chi hanno fatto e fanno comodo questi soldatini addestrati all’illegalità e alla morte che oggi sono uno scomodo fardello, ma ieri erano voti preziosi?
Com’è possibile che si sia dovuti arrivare all’ennesima tragedia per sentire qualche voce indignata e arrabbiata?
Com’è possibile che una città così orgogliosa e viva sia stata ridotta ad essere ricattata dalla criminalità – grande madre di questi tifosi-sicari – ?
Com’è possibile che la devozione religiosa non inviti ad una sosta del rito, ad una riflessione straordinaria, ma, al contrario, si ostini a celebrare reliquie e non conterranei morti?
Tutto qua. Le risposta sarebbe il caso di cercarle assieme, con onestà e coraggio, senza aver paura di farle sentire a tutti, ad alta voce.
Perché ci sia un’alternativa alla vergogna.
Perché il lutto non sia solo l’ennesimo.
p.s. Ricordo la manifestazione, organizzata da numerose associazioni catanesi per contrastare la violenza, indetta per Venerdì 9 febbraio alle ore 18.00 in Piazza Spedini.
Info cataniainpiazza@gmail.com www.cataniainpiazza.tk
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Credo sia arrivato il momento di dire basta. Basta sul serio. Non la solita retorica o le frasi di circostanza. Dobbiamo solo scegliere cosa vogliamo e non chiederlo o sperare che la classe politica se ne accorga o si degni di ascoltarci, dobbiamo imporci. Si. Dobbiamo decidere di imporre ai nostri politici, qualunche noi abbiamo votato, di farli lavorare realmente per noi. Io sono un palermitano e sono atterrito dai fatti di Catania, anche se a mio avviso era una catastrofe annunciata, non solo perchè si sa che Palermo e Catania sono due tifoserie che si odiano in modo viscerale, ma soprattutto perché il clima di violenza che si respira negli stadi, in tutti gli stadi, ormai non ha più nessun freno. Questi barbari che si dicono tifosi non sono altro che fanatici e non hanno neanche idea di cosa significhi la parola sport e anche se sono spesso solo dei burattini di un gioco che non riescono neanche ad intravedere restano dei pazzi furiosi. Ma il problema non si ferma a loro, anzi, sono solo la punta dell’iceberg. I nostri governanti, che, giustamente, in un primo momento erano partiti con uno stop indiscusso si sono piegati dopo poco ai grandi interessi economici del calcio, tanto da far ripartire già questo sabato il campionato, impedendo di giocare la partite serali e chiudendo solo alcuni degli stadi. Si parla di sistemi all’inglese o alla francese ma non si considera il fatto che siamo in Italia e che se togliamo le barriere negli stadi e qualcuno invade il campo bisogna solo dargli una pacca sulla mano e dirgli che è una cosa brutta e che non si fa (sempre che prima non dia una bella testata al polizioto che prova a fermarlo) Credo che qualcuno dei nostri governanti debba iniziare a prendere delle decisioni serie e laddove necessario impopolari. L’Italia sta lentamente morendo a causa della nostra classe politica che con il buonismo e tenta di accaparrarsi voti a destra e sinistra, perché si sa essere troppo duri non paga. Se a tutto questo aggiungiamo che ormai siamo tutti assuefatti a questa vita da pecore abbiamo completato il quadro della situazione. Spero che la morte di un uomo non sia per l’ennesima volta una cosa vana e che non si cambi tutto il sistema per poi, in realtà, non cambiare niente e gettare solo fumo negli occhi.
che fiumi di parole... impressionante ed anche disgustoso... tutti bravi a pontificare, anche su queste pagine... poi a tutti conviene il quieto vivere... c’è un filo sottile e quasi invisibile che lega la maleducazione strisciante (ad es. il posteggiare in doppia fila) all’ignavia di un impiegato comunale (ad es. il fare nulla), all’arroganza del ceto politico (ad es. la corruzione) con la morte dell’agente di polizia Filippo Raciti... non c’è solo il declino economico della nostra Nazione, ma è in atto quello morale... ancor più grave... finiamo di parlare e, piuttosto, agiamo nella vita di tutti i giorni in modo fattivo, riservato e positivo... gli strali, l’accusare gli altri, le elucubrazioni sociologiche sono pura ipocrisia... le vere rivoluzioni nascono dal silente lavorio dell’Io... è ora di far uscire alla luce del sole la nostra umanità...
Le parole servono caro amico, anche come sfogo, visto che almeno per il momento questo ci è ancora permesso. Conocordo sul fatto di dover iniziare a guardare noi stessi ma basta guardarsi intorno per capire che non è sufficiente. Dobbiamo coinvolgere gli altri, soprattutto dobbiamo far capire ai nostri governanti che vogliamo vivere tranquilli. La moralità dell’Italia è andata da un pezzo, proprio perchè il quieto vivere fa comodo. "Ma si... lascia andare... cosa te ne frega..." ma questi modi di dire, radicati ormai nella nostra bella cultura si devono affiancare ad altri: "non ti preoccupare che ho un amico in questo o quell’ufficio.... io posso perché conosco... io posso perché mi conoscono... ecc." Se ci guardiamo intorno con un pò di obiettività ci rendiamo conto che spesso siamo i primi a fare i furbi quando possibile. Indubbiamente questi sono atteggiamenti sbagliati e dovrebbero scomparire. Se siamo pronti a pontificare, come dici tu, probabilmente è perché pensiamo che un atto di violenza sia una cosa inaudita di per sè, figuriamoci una vera e propria guerriglia urbana; per cosa? Per una partita di calcio!!! Spero che la gente si svegli un pò e decida cambiare.
è notevole la sua azione di copia-e-incolla usata come commento a ben tre articoli riguardanti lo stesso argomento. devo concludere che per lei il contenuto non è granchè importante.complimenti.ce chi le cose le dice una volta,per la necessità di comunicare. ce invece chi le cose le dice a raffica, giusto per farsi sentire.le consiglio di riflettere sulle definizioni di "qualità" e "quantità".la sua rivoluzione ne gioverebbe.
Se io avessi da "fare" o da "ricevere" qualcosa di fortemente illecito in un posto a caso, per esempio sulla costa occidentale della Sicilia, aspetterei il derby Catania Palermo, poi ci farei scappare un morto, ma non un morto qualunque che non fa notizia, un morto della polizia e avrei tutti gli occhi, regionali e nazionali, puntati su Catania.
Allora chi potrebbe essere eliminato? Ah sì, c’è quel "fetente" di Raciti che ha testimoniato o testimonierà contro gli ultras ....
La manovalanza della destra da strada a servizio della mafia, anche in questo caso, perché no?
Al bando ogni commento!
In carcere quei fetenti degli ultras che si macchiano di questi atti!
Chiudete i circoli di Forza Nuova!
Fuori la politica neonazista da ogni luogo possibile, non solo negli stadi!
Le vostre seghe mentali hanno dell’incredibile! Siete capaci di tergiversare sui "se" e sui "ma" persino dinanzi alle azioni più spregevoli.
Già si sente parlare di pene rieducative per chi ha "ucciso" Filippo Raciti. Magari fra tre mesi quel fetente avrà un lavoro, mentre le persone oneste continueranno a vagare in cerca di una occupazione qualunque.
Tutto questo è paradossale!
Senza issare forche in piazza, bisogna semplicemente dire che l’unica strada percorribile è la pena da scontare per gli errori commessi. Qualsiasi forma di buonismo in queste circostanze non solo è fuori luogo, ma è persino un discorso "arrogante" da ascoltare.
davvero non comprendo l’attacco nei confronti di chi commenta fatti di cronaca. qualcuno disse che il silenzio uccide. in ogni caso credo che non abbia compreso bene il senso delle mie parole.io non voglio nè giustificare, nè attenuare le colpe.sono d’accordo con la necessità della punizione.perciò, la prego, non sputi sentenze senza aver rilfettuto sul senso di quello che legge.
Pisano? Se ti risenti per il parere altrui non mostri di essere un liberale. Io ho solo detto che su certi argomenti le chiacchiere sono solo fumo. Mi capisci? L’unica strada possibile è la galera.
giusto il tuo pensiero. ma ti contraddici. perchè per esprimerlo hai usato lo stesso mezzo che critichi. io non mi risento per nulla, anzi sono contento del contraddittorio. solo non capisco le critiche paradossali.
Chiudete i circoli di Forza Nuova!
Il male si annida in quel nido di serpi velenose!
appena finito di ascoltare "radio carcere" del 5 giugno 2007 per avere qualche altra informazione sulla morte ho visitato il vostro sito. Faccio fatica a spiegarmi la mancanza di una riga sul lavoro dei RIS, sul rapporto dell’autista di una delle jeep che descrive l’investimento accidentale di Raciti, sul lavoro della difesa, sulla vacuita’ dell’incriminazione per omicidio del giovane teppista. Per me non fare informazione anche su questi errori equivale a giustificarli. Dalla vostra redazione non me lo aspettavo.