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"Carnezzeria" di Emma Dante, l’apparenza che nasconde la realtà

Sul palco del teatro Musco di Catania, la Compagnia Sud costa Occidentale presenta "Carnezzeria". Una famiglia alle prese con l’apparenza per celare la vera realtà.

di Tano Rizza - mercoledì 28 aprile 2004 - 9202 letture

I ragazzi della compagnia "Sud Costa Occidentale" sono tornati a calcare il palco del tearo Musco di Catania. Questa volta la regia di Emma Dante dirige lo spettacolo "Carnezzeria" altro lavoro di rara intensità emotiva; ad essere rappresentata e’ la dura realtà di una famiglia alle prese con il disagio sociale delle periferie dimenticate.

Carnezzeria a Palermo vuol dire macelleria, un doppio senso voluto, che vuol parlare della distruzione pisco-fisica a cui và incontro questa famiglia. Tre fratelli e una sorella che dalla morte dei loro genitori hanno sempre condiviso tutto, nel bene ma sopratutto nel male. Ad essere narrati sono i rapporti di amore e odio morbosi, che i tre ragazzi hanno con la sorella (Nina). Nina è in abito da sposa e viene portata a spalle, quasi cadaverica, sulla scena dai tre.

La ragazza è incinta e promessa sposa ad un marito che non ha mai visto, la natura di Nina è remissiva, pronta ad accettare tutto e stare ai sopprusi dei fratelli, che a loro volta si rivelano violenti ed ignoranti. Nina è contenta del suo futuro matrimonio, parla del passato, fa vedere le foto d’epoca ai suoi fratelli e si torna alla mente a tempi lontani quando giocavano con i loro genitori. Un gioco che spesso era perverso ed a tratti incestuoso nei confronti di uno dei tre ragazzi. Il gioco è il filoconduttore della rappresentazione. L’atmosfera è di festa, da festa di paese dove si mischiano sacro e profano.

L’apparenza è la necessità per questi ragazzi, apparire ed essere rispettati. Ma dietro, all’interno, tra le mura domestiche, si celano segreti indicibili di violenze e soprusi. Nina è incinta ma non ha mai visto suo marito. Il suo pancione è un’apparenza da giustificare assolutamente ed i fratelli hanno combinato questo inesistente matrimonio per lavare i panni sporchi, che si sono sporcati in famiglia.

"Tre fratelli e una sorella- afferma Emma Dante - aspettano che il rito si compia per cancellare un’insopportabile fetore di sporcizia. Il matrimonio è pronto: Il prete, la chiesa, gli invitati, il rinfresco, la banda, i fiori, il figlio di buttana..."

Un’epilogo triste come la società che ha concepito questi personaggi. La faccia, per i tre fratelli alla fine si pulisce. Nina è cancellata dalla famiglia come il peccato che portava in grembo. L’atmosfera da gioiosa diventa cupa e pesante.

Un’altra ottima prova di Emma Dante e della sua Compagnia.

Sul palco Gaetano Bruno, Sabino Cilleri, Enzo di Michele e Manuela Lo Sicco. Per la regia di Emma Dante. Una produzione del Centro di Ricerca per il Teatro di Milano.

tano.rizza@girodivite.it


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