Cara Dacia
Caro Pier Paolo, il libro dedicato da Dacia Maraini a Pier Paolo Pasolini (Neri Pozza, 2022)
Era proprio necessario un altro libro sulla vita e la personalità di Pier Paolo Pasolini di cui abbiamo celebrato lo scorso 5 marzo il centenario della nascita? Cos’altro c’è davvero da aggiungere a quanto già detto e scritto durante la sua vita e nei decenni successivi al suo assassinio di quarantasette anni fa?
Pier Paolo Pasolini ha detto tutto di sé senza preamboli o giri di parole inutili, è stato un artista completo ed esplicito in qualsiasi esternazione personale che ha saputo trasformare in un capolavoro di comunicazione e sentimenti, di contraddizioni e di sofferenze, sue e poi di tutti noi che lo abbiamo letto, visto, ascoltato. Le sue opere letterarie, cinematografiche, giornalistiche sono l’essenza del Pasolini uomo che si consegna al pubblico nella sua intima natura, raggiungendo picchi di sensibilità umana e intelligenza intellettuale con la quale abbiamo provato a comprendere meglio la società dei suoi tempi e quella che ha ereditato il suo pensiero: il nostro mondo globalizzante, crudele, ipocrita e votato al potere senza alcun scrupolo, rispetto e considerazione verso l’essere umano.
E allora perché una scrittrice affermata decide di pubblicare un altro libro su di lui, quasi a volerci convincere che ci possa donare una prospettiva diversa, personale senz’altro, umana quanto basta sull’uomo Pasolini? La stessa Dacia Maraini ci informa della sua scarsa convinzione di dedicarsi a una tale scrittura, richiesta dagli editori che sono riusciti alla fine a convincerla a mettere mano al suo estro di scrittrice come un dovere al quale impossibile sottrarsi.
Il risultato non è stato sicuramente esaltante, almeno dal nostro punto di vista. Il nostro giudizio non è rivolto sicuramente alla capacità, comprovata in tanti anni di produzioni letterarie, ma si avverte una scrittura svogliata, quasi banale ed eccessivamente vanitosa. Il libro diviso in brevi capitoli che esordiscono tutti con "Caro Pier Paolo...", sin dalle prime pagine si veste di un diario intimistico dell’autrice poggiato sui ricordi e le nostalgie che il suo rapporto con Pasolini, interrotto bruscamente quel 2 novembre 1975, assume le caratteristiche di uno sfoggio personale di una vita vissuta sopra le righe e accanto al meglio che la cultura del tempo poteva offrire.
Quello che questo libro non riesce a consegnarci è quell’aggiunta intimistica e umana di Pasolini, soffermandosi in una sequenza di ricordi che la scrittrice metafora come tanti sogni a occhi aperti, raccontandoci aneddoti e personaggi famosi della cultura che hanno fatto parte della sua giovinezza, tra il suo rapporto con Alberto Moravia e tutti quei rendez-vous intellettuali, passando da Maria Callas, Ninetto Davoli, i fratelli Citti e quanti di quel mondo avevano occasione di incontrarsi e scambiarsi sensazioni, idee, progetti e sentimenti.
La scrittrice si lascia andare in una esposizione, quasi didattica, di alcune opere di Pasolini, ma anche del mondo della tragedia classica o della lirica, descrivendoci le trame delle singole opere citate, dettagliatamente, addirittura raccontandoci i finali come se tutto questo non facesse parte del bagaglio culturale dei lettori medi che lei stessa coltiva ormai da decenni. Cosa l’ha spinta a trattare i suoi lettori come scolaretti, inesperti e non ancora maturi, bisognosi di questa sua didattica a distanza? Non lo sapremo mai, se non confermando quella sensazione di svogliatezza che la scrittrice non riesce a nascondere in tutte le pagine del suo libro.
Lo stile rimane quello di Dacia Maraini, è sempre all’altezza del livello che da decenni ha fatto e fa amare questa scrittrice. Ma avremmo preteso meno prosopopea narrativa, questa finisce per dare un’immagine della scrittrice che siamo convinti non rispecchia la sua vera natura umana nella quale ci siamo rispecchiati leggendo i suoi precedenti libri.
Una forzatura letteraria, osiamo definire così questo "Caro Pier Paolo" che svogliatamente abbiamo letto fino all’ultima pagina per puro rispetto alla scrittrice e alla figura intramontabile del poeta, regista, uomo Pasolini.
- Caro Pier Paolo
Caro Pier Paolo / Dacia Maraini. - Neri Pozza, 2022. - 210 p. - (Bloom). - ISBN 978-88-54523-35-7
Sinossi editoriale
Pier Paolo Pasolini è un autore di culto anche per i più giovani. La sua è stata una vita fuori dagli schemi: per la forza delle sue argomentazioni, l’anticonformismo, l’omosessualità, la passione per il cinema, la sua militanza e quella morte violenta e oscura. Sono passati cento anni dalla sua nascita, e quasi cinquanta dalla sua scomparsa. Eppure è ancora vivo, nitido, tra noi, ancora capace di dividere e di appassionare. Di quel mondo perduto, degli amici che lo hanno frequentato, della società letteraria di cui ha fatto parte, c’è un’unica protagonista, che oggi ha deciso di ricordare e raccontare: Dacia Maraini. Dacia Maraini è stata una delle amiche piú vicine a Pier Paolo. E in queste pagine la scrittrice intesse un dialogo intimo e sincero capace di prolungare e ravvivare un affetto profondo, nutrito di stima, esperienze artistiche e cinematografiche, idee e viaggi condivisi con Alberto Moravia e Maria Callas alla scoperta del mondo e in particolare dell’Africa. Maraini costruisce questa confessione delicata come una corrispondenza senza tempo, in cui tutto è presente e vivo. Nelle lettere a Pier Paolo che definiscono l’architettura narrativa del libro hanno un ruolo centrale i sogni che si manifestano come uno spazio di confronto, dove affiorano con energia i ricordi e si uniscono alle riflessioni che la vita, il pensiero e il mistero sospeso della morte di Pasolini ispirano ancora oggi all’autrice. Lo stile intessuto di grazia e dolcezza, ma anche di quella componente razionale e ferma, caratteristica della scrittura di Dacia, fanno di questo disegno della memoria che unisce passato, presente e futuro non solo l’opera piú significativa, ma l’unica voce possibile per capire oggi chi è stato davvero un uomo che ha fatto la storia della cultura del Novecento.
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