CNN: Meloni, «la premier più a destra» dal tempo di Mussolini

Esce un nuovo quotidiano – In Internet più che la politica va il meteo – In Usa chiusi 2 mila giornali locali – Serve nuova legge par condicio

di Adriano Todaro - mercoledì 28 settembre 2022 - 2233 letture

A VOLTE RITORNO ‒ Sì, eccomi tornato a collaborare con questo giornale. In realtà ho pensato molto se tornare o meno, considerato che avevo avuto offerte da tante testate. Mi voleva perfino il New York Times, ma io ho detto di no perché non mi andava vivere nella città tentacolare di New York. Più possibilista era il mio trasferimento a Roma dove le pagine de l’Espresso mi avrebbero accolto con molto calore. Ma io ho preferito rimanere in provincia di Monza e Brianza, soprattutto ora che la Lega non è più il primo partito. Ma l’argomento principe per cui ho ripreso a collaborare con girodivite sono i danèe, i piccioli, gli schei, insomma i soldi. La paga che mi danno in questo settimanale è talmente buona che neppure quella del NYT può competere. E allora forza, riprendiamo a scrivere questa rubrica. Così, con questi soldi, questo inverno potrò pagare metano ed energia elettrica. E acquisterò, anche, l’Agenda Draghi.

MELONI ALL’ESTERO ‒ Pochi minuti dopo la chiusura delle urne, con i primi exit poll che arrivavano, nei siti internazionali la vittoria di Giorgia Meloni era data come sicura. «L’estrema destra vince le elezioni italiane e Giorgia Meloni è in procinto di diventare la prima donna premier», titola la Bbc in apertura. In Francia è Le Figaro ad aprire il sito con una foto di Meloni e il titolo «L’unione delle destre largamente in testa». Si differenzia Le Monde che preferisce guardare la strana coppia Calenda-Renzi e parla di un loro ruolo chiave per il Terzo Polo, per arrivare alla costituzione di una coalizione dopo le elezioni. Terzo Polo? Boh! France Presse su Twitter sintetizza e scrive della «vittoria dell’estrema destra in Italia». Lo spagnolo El Pais ha un titolo a tutta pagina «I sondaggi danno una netta vittoria all’estrema destra in Italia con Meloni al timone». El Mundo è categorico: «La destra vince le elezioni in Italia». Negli Stati Uniti il primo sito a dar conto dei risultati italiani attraverso gli exit poll è la Cnbc: «Giorgia Meloni e il suo partito di estrema destra Fratelli d’Italia verso la vittoria alle elezioni in Italia» mentre la Cnn definisce Giorgia Meloni «la premier più a destra» dal tempo di Mussolini.

NUOVO GIORNALE ‒ Sarà un «settidiano» secondo il direttore Tommaso Cerno quello uscito ieri, martedì 27 settembre. Cioè un quotidiano che, così afferma Cerno, «svolga ogni giorno il lavoro che una volta facevano i settimanali». Si chiama L’identità e uscirà sei giorni su sette, dal martedì alla domenica, con sito web, social, replica digitale, ma puntando soprattutto al quotidiano tradizionale, di carta, distribuito in tutto il Paese. Tommaso Cerno ha smesso di fare il parlamentare da pochi giorni eletto nel 2018, in Senato, con il Partito Democratico e poi nel gruppo Misto a seguito della vicenda di Matteo Renzi. Cerno è stato condirettore de La Repubblica e ha diretto L’Espresso e, prima ancora, è stato cronista e direttore del Messaggero Veneto. In redazione otto persone. La redazione è in via Teulada 52 a Roma. L’identità avrà 24 pagine fra attualità, politica, esteri, cultura, commenti. La domenica spazio alla riflessione sullo sport dal punto di vista economico, culturale, storico, e vari inserti. Ben 150mila la prima tiratura, prezzo di copertina 1,50 euro, raccolta pubblicitaria affidata a OPQ (concessionaria fra l’altro della Verità), distribuzione mDis, la stessa del Corriere della Sera. Notevole l’investimento in pubblicità per il lancio, 2,7 milioni grazie ad alcuni sostenitori esterni (?). Poi si dovrà vivere con i ricavi in edicola e quelli della pubblicità.

PAR CONDICIO? SERVE NUOVA LEGGE ‒ Il presidente dell’Agcom (Autorità per le Comunicazioni), Giacomo Lasorella sostiene che sia necessaria una nuova legge sulla cosiddetta par condicio. Questo perché l’attuale legge non tiene conto che esiste Internet. Durante l’appena conclusa campagna elettorale l’Agcom ha ricevuto 16 esposti. «Sono stati valutati con scrupolo», ha detto il presidente. «Abbiamo tenuto in debito conto la legge elettorale che non prefigura certo un assetto bipolare né prevede dei capi delle coalizioni politiche».

USA. CHIUSI 2 MILA GIORNALI LOCALI ‒ Dal 2004, negli Usa sono stati chiusi più di 2 mila giornali locali. Sembrava, dopo l’avvento di Internet, che fossero i locali a dare linfa all’informazione e, invece, le cose sono andate in un altro senso. Ma da chi sono stati sostituiti? Sono ormai numerosi i portali web particolarmente disinvolti nella distribuzione algoritmica e automatizzata di storie e notizie, nonché dai finanziamenti opachi che fungono il più delle volte da altoparlanti di discussioni conservatrici. Poi ci sono i giornali definiti “partigiani” che hanno uno stretto legame con il territorio dove escono e che producono, spesso, reportage di pregio anche se vincolati dalle vicende politiche del luogo (spesso finanziati dai politici). Il risultato è un giornalismo notevolmente divisivo e altamente emotivo. Fra i siti, spesso è tutto automatizzato; le notizie si danno senza bisogno di avere i giornalisti in redazione. Ad esempio Metric Media, che conta circa milleduecento siti in tutta la federazione, sforna oltre 5 milioni di notizie ogni mese, quasi tutti realizzati in modo automatizzato, e di cui una parte minore ma particolarmente visibile di articoli non automatizzati di matrice politica. Tra i finanziatori, l’ala più radicale dei conservatori.

CRESCE INTERNET, MA VINCONO LE PREVISIONI METEO ‒ Secondo Comscore (società di ricerca via internet in grado di fornire servizi e dati per il marketing), gli italiani connessi a Internet ad agosto salgono a 43 milioni, in crescita rispetto allo scorso anno. Il settore più trainante è quello delle news con 40 milioni di visitatori unici. Eppure sono le notizie locali e soprattutto il meteo ad avere le percentuali più alte (+12% in audience, +29% nel tempo speso). Un po’ come dire: va bene che dobbiamo andare a votare, ma guardiamo che tempo farà domani. Manco fossimo tutti pescatori.


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