Bregovic fa ballare il pubblico per Catania Jazz
Nella serata di venerdì 25 luglio siamo stati all’anfiteatro di Tremestieri Etneo per la data più attesa di Catania Jazz: il concerto di Goran Bregovic. Così adesso ve lo raccontiamo.
Un concerto con i posti a sedere pare un ossimoro. Almeno alcuni tipi di concerto. Ad esempio un concerto di Goran Bregovic. Perché la musica di Bregovic, che affonda le sue radici nella tradizione balcanica senza rinunciare a influenze rock e classiche, è una musica fatta per il corpo. Così è accaduto la sera del 25 luglio che all’anfiteatro di Tremestieri Etneo per la data più importante del calendario 2008 di Catania Jazz, ballavano in tanti. Nonostante molti posti a sedere.
In tanti sanno suonare, anche molto bene. In tanti sanno fare ballare. E in tanti propongono una musica che racconta di un luogo, il luogo dove sono nati, dove sono stati bambini, e dove sono diventati grandi. Bregovic però non fa solo questo. Riesce, infatti, inoltre, ad unire. A diventare collante, a trasformarsi in condivisione. Oltre che in linguaggio universale, fatto per il corpo, ma non solo.
In tanto blaterare senza domande né risposte. in un mondo liscio liscio e molto sottile. Senza nessuno spessore a connotare le società e i luoghi, se non quello rappresentato dalle molte barriere, troppe. In tutto questo la musica di Bregovic è una delle cose che riesce a fare la differenza.
E non solo perché racconta di un territorio, quello dei balcani, ferito, sconquassato, eppure ancora emarginato e pochissimo raccontato. Non solo perché è buona musica, non solo popolare ma profondamente contaminata, personalizzata e distorta. Non solo perché fa ballare e perché è capace di tenere il palco in maniera coinvolgente e impeccabile. Ma soprattutto perché tutte queste cose arrivano a chiunque.
La scommessa vinta da Bregovic è quella di smantellare tutte le barriere semplicemente suonando. Dalle atmosfere ruvide e desolate della meravigliosa colonna sonora di Arizona Dream (uno dei pilastri della fertilissima collaborazione con l’altro genio dell’est Kusturica), fino allo struggente canto donna proposto con ederlezi, la musica di Bregovic resta, ad ogni concerto, “qualcosa che mi diverte, ma che allo stesso tempo mi porta lontano, in un posto altro magico e fatato”. Così come ha detto qualcuno che amo molto.
Capita così che ascoltare Bregovic non sia mai un ossimoro. Chiunque tu sia, e ovunque tu ti trovi. Anche se non te lo aspettavi. E se hai a disposizione un posto a sedere e adesso stai ballando. Da solo. In un luogo altro magico e fatato. O all’anfiteatro di Tremestieri Etneo, venerdì 25 luglio, alla data più importante di Catania jazz. In mezzo a molte altre persone, tra corridoi che non sono pensati per essere spettatori, tra tante e tante persone tutte diverse da te, e tra lunghe gradinate semivuote che non capisci bene che senso abbiano. Tu sei lì. E stai ancora ballando.
fotoreport: http://www.girodivite.it/foto-report-del-concerto-di-Goran.html
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