Blog, populismo e democrazia

I commenti –migliaia- al blog di Grillo costituiscono un esempio assai efficace della natura e dei limiti della “democrazia telematica”: insulti, turpiloqui, deliri e ossessioni di varia natura, spam, gli stessi testi ripetuti decine di volte, interventi identici e fuori tema qualunque sia l’argomento affrontato da Grillo nel suo post…Pochi, in percentuale, i commenti utili a una discussione seria e argomentata. Credo che ogni tanto la redazione del blog elimini almeno parte di questa spazzatura e c’è pure chi si lamenta parlando di censura. Evidentemente, l’anonimato scatena le peggiori tendenze di soggetti parassiti che si attaccano a blog e forum come zecche e pidocchi alla pelle dei mammiferi, pensando in questo modo di approfittare della visibilità loro offerta.

Neppure girodivite, naturalmente, è esente da tali dinamiche psicosociali e -nel mio piccolissimo- sono stato costretto a introdurre la moderazione preventiva per evitare che ogni intervento diventasse un’occasione strumentale per gli sfoghi di gente frustrata. La Rete è grande e per fortuna è ancora libera, chiunque può aprire uno spazio e dire quello che vuole ma nessuno ha il diritto di calpestare gli spazi degli altri. (Per quanto mi riguarda, chi vuole davvero discutere scriva attenendosi al tema, firmandosi con un indirizzo reale e vedrà il commento pubblicato).

Democrazia è parola vuota se priva del suo presupposto: l’assunzione delle proprie responsabilità in modo autonomo e civile. Molto più facile, naturalmente, affidare il cervello a un duce “che non sbaglia mai” qualunque decisione prenda; a un capo che fa e disfa partiti tutto da solo come se fossero aziende di proprietà personale; a un plutocrate che col suo danaro può acquistare e corrompere chiunque: giudici, giornalisti, parlamentari, imprenditori.

La volgarità del potere è il riflesso di quella dei cittadini-sudditi. I commenti al blog di Grillo e il nuovo partito di Berlusconi rappresentano una squallida ma efficace conferma dei limiti di una democrazia ridotta a demagogia.

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