Biografie del Novecento

Sintesi di alcune biografie e autobiografie utili per la didattica della storia del novecento

di Pina La Villa - venerdì 7 dicembre 2007 - 4349 letture

Alcune biografie e autobiografie utili per la didattica della storia del novecento

Elisabeth Young-Bruehl, Anna Freud. Una biografia, Milano,Bompiani, 1993

Una delle più riuscite biografie scritta da una donna su un’altra donna è quella di Young-Bruehl su Anna Freud. L’autrice racconta la vita della figlia del fondatore della psicoanalisi seguendo lo stesso metodo psicoanalitico, o comunque avendoci molto a che fare, entrando profondamente nelle questioni che occupavano la mente, e di conseguenza anche la vita, di Anna Freud. Mi sembra un buon approccio, molto efficace.

E’ la vita della fondatrice dell’analisi infantile, che di Sigmund Freud fu figlia minore, analizzanda, collega, confidente e infermiera. Scritta con l’accesso esclusivo all’ampio materiale letterario della stessa Anna Freud, è la prima biografia completa di questa eccezionale figura di donna.

Il libro analizza i legami tra l’attività psicoanalitica di Anna Freud e la sua continua autoanalisi, studia le amicizie di Sigmund Freud e quelle della sua cerchia più intima, rievoca le prove sostenute dalla famiglia “allargata” Freud durante le due guerre mondiali, racconta i duri scontri tra Anna Freud e Melanie Klein sulla direzione da dare alla psicoanalisi freudiana.

Ritratto di una donna devota al padre e totalmente impegnata a rendere la psicoanalisi sempre più accessibile e a comprendere se stessa.

Elisabeth Young-Bruehl è insegnante di lettere nel College of Letters della Wesleyan University. Membro del Gardiner Seminar on Psychiatry and the Humanities alla Yale Univesrity, ha scritto For Love of the World, una biografia di Hannah Arendt che ha vinto alcuni premi letterari. Il presente lavoro su Anna Freud ha ottenuto un finanziamento dalla Guggenheim Foundation. Elisabeth Young-Bruehl è stata nominata Freud Fellow per il 1986 e il 1987 dal Freud Museum di Hampstead (Gran Bretagna).

Gillian Gill, Agatha Christie. La donna e i suoi misteri, SugarcoEdizioni, Milano,1990.

Altra ottima biografia, per le stesse ragioni che abbiamo detto a proposito della biografia di Anna Freud, è quella di Gillian Gill su Agatha Christie. Qui forse è più facile, perché si tratta in fondo della biografia di una scrittrice, e quindi ha dietro di sé forse più modelli e soprattutto il materiale costituito dai testi, gli innumerevoli libri scritti da Agatha, indagati con gli strumenti dell’analisi letteraria ma con un occhio attento alle poche notizie sulla vita e alla teoria femminista della letteratura, cioé alle problematiche connesse al nascondimento, alla sottovaltutazione, etc. etc.

Gillian Gill, specializzata in narrativa moderna e femminismo, insegna presso la Harvard University di Cambridge, Massachusetts. Recensione del libro su

http://www.girodivite.it/bancarella/003/03011.htm

Carla Capponi, Con cuore di donna. L’otto settembre, via Rasella, la guerra partigiana: i ricordi di una giovane protagonista, Il Saggiatore, Milano, 2000

Fra le autobiografie la più “autentica” mi sembra quella di Carla Capponi. La ferita della strage di via Rasella, che fu all’origine delle fosse Ardeatine, rende la scrittura intensa alla ricerca dei motivi di quella attività tra i gap di Roma, delle ragioni della lotta armata durante la resistenza.

Nella primavera del 1944 Roma è ancora saldamente occupata dalle truppe del Terzo Reich. Il ventitré marzo un gruppo di partigiani, tra i quali c’è Carla Capponi, mette una bomba in via Rasella: l’ordigno causa la morte di una trentina di riservisti altoatesini, inquadrati nell’esercito tedesco, e di alcuni cvili romani. A questo attentato seguirà la rappresaglia nazista e il massacro delle Fosse Ardeatine. Ma chi è la giovane protagonista di questo episodio? Come è arrivata a decisioni coraggiose e definitive come la lotta partigiana e la clandestinità? In quest’opera autobiografica Carla Capponi ripercorre quegli anni tragici per raccontare le ragioni che l’hanno portata a lottare, una scelta che ha segnato tutta la sua vita. Ma insieme traccia un ritratto indimenticabile della vita a Roma, della dittatura di Mussolini e delle attività della Resistenza sotto l’occupazione nazista: l’infanzia in una famiglia borghese colta ed emancipata, la scoperta degli inganni e delle banalità del regime, i giorni drammatici del conflitto, la caduta del duce e l’otto settembre, la guerra partigiana e le crudeli ritorsioni dell’invasore, fino alla conclusione della lotta sui monti Prenestini, vicino alla capitale. Il racconto avvincente della Capponi è una finestra aperta su uno dei periodi più difficili della storia italiana, che si arricchisce di particolari inediti e rivelatori; ma è anche una testimonianza del coraggio di tutti gli uomini e le donne comuni che hanno lottato per un ideale di libertà.

Carla Capponi è nata a Roma nel 1918, da padre ingegnere minerario e madre insegnante. Alla caduta del fascismo ha aderito al PCI e ha partecipato alla guerra di liberazione. Riconosciuta partigiana combattente con il grado di capitano, ha ricevuto la Medaglia d’oro al valor militare- Ha ricoperto numerosi incarichi nell’Associazione nazionale partigiani. Nel 1972 è stata eletta al Parlamento ed è entrata a far parte della Commissione giustizia della Camera. Carla Capponi è tra i fondatori del circolo Giusitizia e Libertà ed è stata membro del comitato direttivo delle associazioni Italia-Urss, Italia-Cina e Italia-Corea.

Carla Capponi ha partecipato all’attentato di Via Rasella, ma non racconta solo questo nel suo libro, pubblicato proprio qualche mese prima che lei morisse (credo nell’agosto del duemila). Racconta soprattutto, ed è la parte più bella del libro, la sua vita di ragazzina borghese protetta , il padre, la madre, la sorella e il fratello più piccolo, gli amici, la scuola. Quando scoppia la guerra lei, che è nata nel 1918, ha 22 anni, 25 quando aderisce ai Gap ed entra nella Resistenza. Cambia il ritmo del racconto. Prima è lento, indugia nei ricordi, poi è come se facesse fatica a raccontare, ma racconta, tutto, le azioni giuste e quelle sbagliate, gli errori e soprattutto gli orrori . A volte sembra di cogliere un senso di inutilità, ma poi lei corregge. Al di là dell’azione dei Gap nel contesto della guerra di liberazione, al di là della loro efficacia, c’è la necessità, imprescindibile, di esserci. Deriva dalla estrema solitudine dell’azione dei Gap. Soli, con pochi contatti, sempre in procinto di smembrarsi. Utile, il libro, anche per un discorso sulla memoria, un’alta testimonianza, la diversità , come sottolineava Rita Braccitorsi all’incontro di presentazione del libro al circolo Marx-Engels di Catania, dello stesso rapporto con la morte, con l’omicidio: i partigiani non avevano il culto della morte, il compiacimento che era nelle azioni e nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti, il disprezzo per l’avversario. Non ricordo episodi specifici, o meglio, sarebbe lungo ricordarli e scriverli. Ma è un libro da rileggere e a cui attingere. Senza enfasi - ed è rarissimo nei racconti dei resistenti, e col ritmo tremendo di una vita quotidiana segnata dal dolore, dalla cupezza di quegli anni, ma anche dagli squarci di luce propri della giovinezza dei protagonisti. "…sento che occorre convincere i giovani di oggi che ognuno di noi fu esattamente un giovane come loro, stretto fra dubbi e paure, convinto di non fare nulla di così eccezionale, di "storico", ma di compiere un dovere civile che ha finito per coinvolgere tutti in una sola volontà, sostenuta dalla speranza di liberazione. Eravamo come gattini gettati nel fiume, che non si lasciano affondare ma nuotano nell’acqua alla ricerca della terra che li salverà" Carla Capponi è nata a Roma nel 1918, da padre ingegnere minerario e madre insegnante. Alla caduta del fascismo ha aderito al PCI e ha partecipato alla guerra di liberazione. Riconosciuta partigiana combattente con il grado di capitano, ha ricevuto la medaglia d’oro al valor militare. Ha ricoperto numerosi incarichi nell’Associazione nazionale partigiani. Nel 1972 è stata eletta al Parlamento ed è entrata a far parte della Commissione giustizia della Camera. Carla Capponi è tra i fondatori del Circolo Giustizia e Libertà ed è stata membro del comitato direttivo delle associazioni Italia-Urss, Italia-Cina e Italia-Corea. "I ricordi sono come uova d’uccello nel nido:/ l’anima li riscalda per lunghi anni /e d’un tratto essi rompono il guscio/ disordinatamente, inesorabilmente." (Ismail Metter, citazione all’introduzione del libro di Carla Capponi).

Giovanni De Luna, Donne in oggetto. L’antifascismo nella società italiana 1922-1939. La storia del Tribunale Speciale fascista e le storie di alcune donne sue vittime, Bollati Boringhieri, Torino, 1995

A proposito del fascismo, da segnalare il bel libro di Giovanni De Luna, Donne in oggetto, che ha in appendice alcune “storie di vita” (non sarebbe esatto definirle nel senso classico di biografie, non foss’altro che per la loro brevità) di donne processate e messe in carcere dal tribunale speciale fascista, storie che ci fanno spiare da una visuale particolare la vita quotidiana, ed essenzialmente la politica e l’amore, nonché la famiglia e i rapporti tra i sessi e le generazioni durante il fascismo.

Nel quadro di una storiografia dell’antifascismo che ha privilegiato lo studio dei movimenti e dei partiti politici da una parte e la dimensione del carcere e del confino dall’altra, il libro di Giovanni De Luna affronta un terzo ambito finora rimasto in ombra: quello dello studio dell’antifascismo nella realtà viva del paese. E lo fa traendo partito per la prima volta in modo completo e sistematico dai documenti raccolti negli archivi del Tribunale Speciale istituito nel 1926 dal fascismo “per la difesa dello stato”. Tra questi documenti fino a qualche anno fa inaccessibili, “i corpi del reato”, cioé il materiale sequestrato al momento dell’arresto, sono ben diversi da quelli prodotti dopo essere finiti nelle maglie della repressione poliziesca: esaminarli è come trovarsi immersi nelle tracce di altre esistenze rimaste come “congelate” nella loro piccola (o grande) storia quotidiana, fatta di rapporti e di vicende non solo politiche. Ricco di questo materiale documentario inedito, e di una nuova lettura di quello “vecchio”, De Luna riesce a rompere la dicotomia tra storia del fascismo e storia dell’antifascismo in una prospettiva tesa alla ricostruzione di una più generale storia della società italiana tra le due guerre mondiali. La forza dirompente e la carica suggestiva di questa impostazione rispetto ai vecchi schemi storiografici si manifesta già nella struttura del libro: è come se la trattazione canonica della parte prima non bastasse a contenere l’intenso pathos che si sprigiona dalle storie di vita cui è dedicata la parte seconda. E sono storie di donne, come quella di Tina Pizzardo, la misteriosa “donna dalla voce roca” di Pavese, qui ricostruita per la prima volta nella sua e autonoma dignità.

Giovanni De Luna è professore associato di Storia dei partiti e dei movimenti politici presso la Facoltà di Magistero, a Torino. Autore tra l’altro di una fortunata Storia del partito d’azione(1942-1947) (Feltrinelli 1982) ha pubblicato con Marco Revelli Fascismo/antifascismo (La Nuova Italia 1995).


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -