Binomi di parole (23): Postnaturale e Sovrumano

Riprendo dopo parecchio tempo questa rubrica perché mi sono imbattuta di queste due parole negli stessi giorni e questo mi ha causato una irresistibile curiosità...
Riprendo dopo parecchio tempo questa rubrica perché mi sono imbattuta di queste due parole negli stessi giorni e questo mi ha causato una irresistibile curiosità sfociata prima in confusione, poi nella cauta accettazione di un nuovo lessico innegabilmente necessario.
Il Postnaturalism (da non confondersi con il Postumanesimo) nasce all’interno dagli studi di scienze naturali negli Stati Uniti per indicare organismi intenzionalmente modificati dagli umani. Così almeno dice Wikipedia americano. A tutt’oggi manca la voce Wikipedia in italiano.
Nel suo libro A Theology of Postnatural Right (2019) Peter Manley Scott espone tuttavia un diverso significato del termine, dichiarando la necessità di un cambiamento di paradigma per cui tutti gli esseri viventi (“creatures”) avrebbero diritto alla libertà e alla sicurezza. Ho scritto “creatures” per il semplice fatto che di teologia si tratta (come avverte il titolo), infatti l’autore iscrive la sua deep ecology in una visione non antropocentrica ma teocentrica. L’uomo, in questa visione, viene decentrato e diventa solo una delle tante creature. Il mondo così concepito sarebbe/sarà per Scott un mondo più giusto, in cui gli interessi di tutte le creature sono in primo piano.
Esiste poi un Institute for Postnatural Studies a Madrid, che organizza dal 2023 corsi legati a un significato ben diverso: ovvero, all’idea che lo scenario tradizionale di una natura romantica debba essere rimpiazzata da una riflessione più ampia. L’ambiente, insomma, non può essere più considerato un insieme di risorse da sfruttare, ma un’arena politica, una piattaforma in cui investigare, problematizzare, discutere e mettere in atto nuovi approcci ecologici, post-Darwinisti, atti a dissolvere il binomio convenzionale natura-cultura. Pensiero ecologico, arte e iniziative culturali sono presenti nei curricula qui offerti.
Se Postnaturale ci sembra qualcosa di laico e artificiale (e poi scopriamo che è tutt’altro), Sovrumano può farci pensare al sovrannaturale, ma anche qui dobbiamo ricrederci. Il volume di Nello Cristianini (2025), il terzo di un’ideale trilogia iniziata con La scorciatoia. Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano, 2023 e proseguita con Machina sapiens, L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, 2024), ha come sottotitolo Oltre i limiti della nostra intelligenza e non ha nulla, ma proprio nulla, di metafisico. Non si parla né di anima né di coscienza, ma solo di dati e di risultati di test. Lo scopo è far comprendere a noi cittadini comuni che le macchine hanno imparato a ragionare e in tempi brevissimi saranno in grado di superarci.
In tutta onestà, se penso a certi esseri umani, continuo ad avere più paura degli umani che delle macchine. Anzi, mi affascina, quasi mi commuove pensare che siamo riusciti a “creare” (eccoci in trappola…) qualcosa di senziente. Perché, ammettiamolo, anche “solo” collegare dati in modo probabilistico, o rispondere a domande con accuratezza, o pianificare passaggi logici, o completare sequenze di simboli, beh, non è proprio roba da nulla. Vero che per ora la AI può superarci solo in certi settori specifici (es. nel gioco degli scacchi, o nelle mammografie, o nella rapidità di lettura) ma prima o poi secondo Cristianini, potrebbe farlo in tutto.
Così come mi pare commovente che lo scaling (più grande = più performante) lasci spesso il posto al chain of thoughts (più lento nei passaggi = più performante). Quasi quasi inizia a somigliarci davvero, questa AI. E speriamo davvero che diventi più intelligente di noi.
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