Bin Laden, lo svizzero
Puntualità e propaganda sull’11 settembre
Ho visto il "nuovo video, fermo immagine" di Bin Laden, puntualissimo come la morte. E ho notato che il genio del male ha avuto modo in questi anni di tingersi la barba -da bianca che era diventata- nelle grotte dove conduce la sua esistenza di inafferrabile (dagli eserciti più potenti del pianeta) fuggitivo. Nel complesso mi è sembrato in buona forma, nonostante la vita poco salottiera che conduce. Avrà fatto pure il lifting in Afghanistan, in Pakistan o dove diavolo si trova.
Ormai chi confeziona questi filmati è talmente sicuro della acquiescenza delle televisioni di tutto il mondo da non curare troppo nemmeno i particolari. (La CNN, comunque, scrive prudentemente che «although CNN could not independently confirm the authenticity of the video, it did feature the logo of As-Sahab Media, the company that traditionally handles al Qaeda communications to the public»).
Nonostante l’insostenibilità della “versione ufficiale” su quanto accaduto a New York l’11 settembre 2001, c’è da parte di molti una netta chiusura di fronte a qualunque spiegazione alternativa. Si tratta probabilmente di una forma di (comprensibilissima) resistenza psicologica a qualcosa che il nostro approccio di persone "normali" rifiuta, poiché davvero troppo grave. Basta incasellare le analisi, le ipotesi, le critiche (anche quelle delle stesse famiglie delle vittime!) sotto la dizione di "complottismo paranoico" e la nostra coscienza morale e intellettuale può rimanere tranquilla.
C’era bisogno di un evento clamoroso e sanguinario -analogo a Pearl Harbor- per creare una immensa ondata mediatica di indignazione/terrore in modo da legittimare i progetti geostrategici che dal Vicino Oriente portano verso la Cina. Progetti già delineati in alcuni Rapporti ufficiali dell’Amministrazione Clinton. E dunque, come minimo, si è lasciato agire un gruppo di fanatici islamisti nel loro feroce progetto di attaccare "il cuore di Satana". È bastato non intervenire, o dare qualche piccolo aiuto. Gli USA hanno un sistema potentissimo (com’è ovvio) di difesa, che esattamente sei anni fa venne lasciato fermo (e i fatti che lo dimostrano sono numerosi, per chi vuole vederli e conoscerli; la documentazione è ormai imponente).
Nessuna “grande congiura” –dunque- ma, tra l’altro, un calcolo costi/benefici. Capisco però che verità troppo evidenti possano anche abbagliare sino a rendere ciechi.
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