Bellas Mariposas
Regia di Salvatore Mereu (Ita, 2012, drammatico, 100 min.) Con Micaela Ramazzotti, Sara Podda, Maya Mulas.
Tratto dal libro postumo “Bellas Mariposas” (belle farfalle) edito da Sellerio nel 1996 e scritto da Sergio Atzeni, giornalista e scrittore sardo morto nel 1995, il film, parlato in sardo e sottotitolato, è ambientato a Cagliari e vede protagonista Cate e Luna, amiche e sorelle, in quanto figlie dello stesso padre, venute al mondo a distanza di soli tre giorni.
La voce narrante è quella dell’adolescente Cate che racconta di sé e di Luna, del degrado del suo quartiere (l’ambientazione potrebbe essere tranquillamente quella di qualunque altra città metropolitana), della sua famiglia (una madre coraggio, un padre parassita definito “pezzemmerda”, un fratello drogato e una sorella rimasta incita a tredici anni che si prostituisce) e soprattutto dei suoi sogni per andare via da lì. Vuole fare la cantante e sposare il suo innamorato, Gigi, vicino di casa, figlio di una rockettara, ragazzo timido, vessato dai bulli di quartiere e che ha perso la testa per una “bagasedda” (giovane donna di facili costumi).
Il film è intenso, dialoghi diretti, pieno di colori; Cate e Luna sono i personaggi positivi, rappresentano la speranza, il trampolino di lancio verso una comunità migliore di quella dove le due sono cresciute: palazzi fatiscenti, sottopassi pieni di drogati, un padre che non ha mai lavorato che si porta in bagno il televisore di notte durante le trasmissioni delle hot-line e che struscia le donne sull’autobus.
Una enormità di fuori di testa in un quartiere altamente pericoloso in cui è meglio crescere presto per sapersi difendere e per provare così a volare via lontano, leggere come le farfalle. La sensazione è che Luna e Cate ce la faranno, noi facciamo il tifo per loro…..
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