Bella Thorne, una caduta di stile

Passerella in jeans e maglietta dell’attrice americana al Taormina Film Festival
Forse voleva trasmettere un messaggio di semplicità e di normalità, Bella Thorne, la giovane attrice americana alla quale è stata dedicata in parte la serata al Teatro Greco di Taormina. Una sorta di anti-divismo voluto dai suoi manager, quasi a offrire ai giovani presenti sugli spalti, un’immagine di sana gioventù e, per non guastare, l’onnipresente opportunità del sogno americano che, in tempi moderni, è diventata la possibilità per chiunque di diventare una star.
Peccato che, a guastare questa immagine di ingenuità post-adolescenziale, nonostante il successo ormai consolidato di questa attrice, sia stata la scelta di cattivo gusto, a giudizio nostro, di indossare la maglietta con il faccione di Marlon Brando nelle vesti di Vito Corleone del noto film Il Padrino di Francis Ford Coppola. Forse l’intenzione era quella di omaggiare proprio il film che da queste parti, tra i paesini di Savoca e Forza d’Agrò, è stato girato. Ciò non toglie che quella che osiamo definire "apologia della mafia", per la società civile e onesta siciliana, quella maglietta rappresenta un’immagine denigratoria e sviante della realtà siciliana, in modo particolare se ci riferiamo a chi ha sacrificato la vita per combattere la mafia in tutte le sue sfaccettature.
Il fenomeno dei souvenir inneggianti al folclore "mafioso" non è cosa recente e le statuine de u mafiusu e a mafiusa che, ancora oggi, si possono trovare esposte nelle vetrine dei negozi che vendono i ricordini turistici anche a Taormina, si sono aggiunge a questa pessima abitudine della vendita delle magliette de Il Padrino, come simboli di tradizione e identità siciliana da portarsi a casa come ricordo di un viaggio estivo nell’isola. Ma cosa c’è di folcloristico nel far saltare un’autostrada per uccidere un giudice e le persone che lo accompagnano? Cosa c’è di "tradizione" in un bambino sciolto nell’acido per una vendetta traversale nei confronti di un pentito di mafia?
Qualche anno fa il problema fu sottoposto al giudizio etico dell’opinione pubblica dal sindaco di Cinisi, noto paesino del palermitano che ha dato i natali a Peppino Impastato, che denunciò questo uso indiscriminato di apologia della mafia che passava anche con la vendita della magliette su menzionate.
La lenta lotta al cambiamento culturale e alla riconquista di un’immagine pulita, non solo della Sicilia, merita maggior rispetto e attenzione. specialmente da chi riveste un ruolo da personaggio pubblico che ha una forte incidenza nell’immaginario e nella sensibilità delle nuove generazioni. Non comprendere questo, mette in ombra qualsiasi qualità artistica o umana di una giovane artista che, volontariamente o involontariamente - non assume alcuna importanza saperlo - si è prestata a un pessimo gioco di marketing del quale noi siciliani ne facciamo volentieri a meno.
- Bella_Thorne (Cecilia Currò (C) 2023)
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