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Bangalore, la silicon Valley indiana sta soffocando nei rifiuti tecnologici.

La capitale dello stato del Karnataka si trova sull’altipiano del Deccan a 920 metri di altezza e a 1.000 chilometri a sud di Bombay. Bangalore è una delle città più importanti dell’India del sud grazie alle sue industrie e istituti di ricerca nel campo scientifico.

di Giuseppe Castiglia - giovedì 18 novembre 2004 - 9115 letture

I rifiuti tecnologici indiani sommati a quelli importati dagli Stati Uniti stanno distruggendo l’aria e l’ambiente, la città di Bangalore è ormai da anni legata all’industria dell’alta tecnologia che proprio nella grande città indiana trova uno dei poli di massima vivacità del mondo. Ma è una città che sta morendo per autodistruzione causata dallo smaltimento selvaggio dei prodotti tecnologici.

La città è diventata una bomba ecologica a causa dei rifiuti tecnologici. Se non si interverrà subito con una politica adeguata - nei prossimi cinque anni per la "povera" città indiana sarà la fine.

Il problema sta nell’enorme quantità di materiale tecnologico che viene lavorato nell’area di Bangalore e nell’assenza totale di impianti di smaltimento. La maggiorparte delle imprese che fanno riciclaggio sono improvvisate, e utilizzano sostanze chimiche altamente tossiche ed inquinanti per ottenere dai rifiuti hi-tech materiali da poter rimettere in vendita. La gran parte dell’hardware dismesso, finisce nelle discariche normali, o viene bruciato a basse temperature, liberando quindi nell’aria sostanze dannose come la diossina. Altro materiale tossico finisce nelle discariche abusive che ormai assediano le periferie della città: l’inquinamento da infiltrazione nelle falde acquifere raggiunge livelli paurosi.

Sono di una quantità spaventosa le sostanze tossiche che vengono liberate nell’ambiente senza alcun controllo. Basti pensare che in un anno la produzione di rifiuti tecnologici di Bangalore comprenda : 1000 tonnellate di ferro, 1000 di plastica, 350 di rame, 300 di piombo, 43 di nickel e 0,23 di mercurio. E sono quantità sempre in vertiginoso aumento questo perchè non esistono regole di smaltimento e controlli.

Le conseguenze sulla salute di sostanze come il berillio, il piombo o il mercurio liberate nell’ambiente e nelle acque, sono da molti anni conosciute e gravissime: dall’infarto a danni irreversibili al fegato il quadro è assolutamente preoccupante.

A tutto questo si aggiunge, come già accadeva in Cina e in altri paesi asiatici fino a qualche tempo fa, l’importazione di rifiuti hi-tech occidentali, in particolare americani.

Con grandi risparmi economici, infatti, le industrie americane esportano in molti paesi i rifiuti tecnologici prodotti negli Stati Uniti. Ciò accade perché proprio gli USA sono tra i pochi paesi a non aver firmato la Convenzione internazionale di Basilea sui rifiuti nata proprio per contrastare le esportazioni di sostanze tossiche: sebbene l’India l’abbia firmata, la mancata adesione degli USA non impedisce l’importazione di questi materiali. entro pochissimi anni se ancora si continuerà così ci sarà un’ emergenza ambientale in tutta l’area tale da rendere invivibile tutta la zona.

Bangalore è soltanto la punta visibile dell’isberg, infatti il problema dello smaltimento dei rifiuti tecnologici è una cosa che attanaglia tutti anche da noi in Italia, chissa come vengono smaltiti e dove, i rifiuti tecnologici nella nostra Etna valley. Speriamo di non diventare la Bangalore Europea.


- Ci sono 1 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> Bangalore, la silicon Valley indiana sta soffocando nei rifiuti tecnologici.
13 dicembre 2004, di : giovanni

sono un tecnico ambientale di treviso,mi sono specializzato nel trattamento dei rifiuti e lavoro in un impianto per il trattamento dei rifiuti elettronici (RAEE). il vostro articolo è una conferma a quanto vedo e sento sulla questione dei rifiuti elettronici. Attualmente in italia gli impianti a norma per trattare tali tipologie di rifiuti sono pochi e tutti al nord italia. non c’è sensibilità per questa tipologia di rifiuti. I comuni le provincie parlano sempre di rifiuti umidi, secchi fanno convegli su inceneritori impianti di compostaggio ma sui rifiuti tecnologici cosa fanno...nulla per il solo motivo che sono ignoranti nella materia e hanno paura. il presidente ciampi è andato in cina, nella cooperazione tra i due paesi ci sono finanziamenti per progettazione di impianti per trattare il gas cfc dei frigoriferi e per impianti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, bene e in italia come siamo messi.....come la cina, peggio perchè non ci sono finanziamenti. i frigoriferi vengono ancora trattati come rottame o peggio inviati in discarica, e gli altri apparecchi elettronici....in discarica. per avere autorizzazioni per la gestione di nuovi impianti ci sono richieste particolari procedure, "cavilli" burocratici pesanti, richieste e costi altamente onerosi.....ma in cina come andremmo a fare questi impianti, qual’è la procedura burocratica? Più snella perchè l’importante è vendere fare l’impresa deve decollare.

scusate lo sfogo ma ci riempiamo la bocca di ecologia degli altri quando in casa nostra siamo agli stessi livelli ma non ce ne accorgiamo, non solo, in cina per fare un impianto ci mettiamo un anno (anche meno) in italia per una variante aspettiamo due anni tra burocrazia e lungaggini assurde....secondo voi il mio titolare vuole andare in cina ad investire o è costretto? cordiali saluti giovanni

    > Gentile Giovanni
    22 ottobre 2005, di : Stefano

    Salve sono Stefano da Lecce, vorrei, se per lei è possibile, che ci potessimo mettere in contatto, poichè stiamo cercando di realizzare qui a lecce un impianto per lo smaltimento di materiale elettronico e se lei è un esperto del settore mi farebbe piacere avere qualche informazione a riguardo. mi può contattare alla mail ngeli85@libero.it, grazie e a presto.
    > Bangalore, la silicon Valley indiana sta soffocando nei rifiuti tecnologici.
    10 aprile 2006, di : Gentile Giovanni - da Marco

    buon giorno sono Marco di Trento mi occupo di reportage fotografici; vorrei anche io se possibile mettermi in contatto con lei per informazioni! La mia email : cotote@libero.it grazie a presto
    > Bangalore, la silicon Valley indiana sta soffocando nei rifiuti tecnologici.
    10 aprile 2006, di : valentino aiello

    salve, mi chiamo valentino aiello e sto svolgendo una tesi di ricerca sui rifiuti tecnologici presso il corso di laurea specialistica in linguaggi e tecnologie dei nuovi media (con sede a PN). sono alla ricerca di imprese che realizzano il recupero e lo smaltimento dei RAEE qui nel nord est. la tesi si propone di citare una o più aziende che operano nel settore e di indagare sulle procedure tecniche attraverso una serie di interviste e sopralluoghi. spero che qualcuno possa leggere questa email e che mi possa aiutare. saluti valentino aiello

    email: tecnovala@yahoo.it