Arte chiama arte

Mann, 5 settembre 2016. Lo scrittore Erri De Luca al Museo di Napoli per la presentazione del suo ultimo libro.
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, si sa, è un luogo eccezionale, uno scrigno prezioso colmo di preziosi contenuti, quando poi si affiancano ai maestosi marmi della collezione Farnese le parole di Erri De Luca, l’arte raggiunge l’apice.
Non a caso l’autore ha
- Erri De Luca e l’arte
scelto "questo luogo necessario per Napoli, il più bel luogo che custodisca arte precristiana", per presentare il suo ultimo libro "La natura esposta". Una folla di più di 500 persone ha letteralmente invaso la sala del Toro Farnese, in prima fila il sindaco De Magistris e il cardinale Crescenzio Sepe, entrambi grandi estimatori di Erri De Luca sia come scrittore che come difensore della libertà di espressione.
La trama della storia raccontata nel libro è tratta dalla vita reale, lo stesso De Luca si definisce non uno scrittore, ma "uno che racconta le storie che gli giungono all’orecchio". Al centro del racconto c’è un crocifisso, al quale deve essere rimosso il panneggio aggiunto per coprirne la nudità, per riportarlo al suo antico aspetto. Vi lavorano tre uomini, rappresentanti delle tre grandi religioni monoteiste: un musulmano, un rabbino e l’artigiano ingaggiato da un prete.
- Erri De Luca
Quest’esperienza porta ad un avvicinamento fisico al crocifisso, perché l’artigiano che dovrà procedere al restauro si avvarrà soprattutto del tatto, che gli consentirà di scoprire piccole sfumature segrete, invisibili all’occhio, presenti sul Cristo agonizzante.
Quando si ascolta Erri De Luca colpisce sempre la semplicità delle sue parole, semplicità con cui tratta temi importanti come l’immigrazione, la pacifica convivenza tra fedi diverse e solo apparentemente così ostili, la libertà di espressione contenuta all’interno della Costituzione e la Costituzione stessa che definisce in modo molto significativo come "la versione laica di un testo sacro".
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