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Arcani di luce e ombra

Arcani di luce e ombra : Un’indagine di Silvano Marrà / di Mauro Bonanno. - Acireale: Tipheret, 2025. - 168 p. - (Malkhut). - ISBN 978-88-64968-69-8

di Alessandra Calanchi - domenica 2 novembre 2025 - 402 letture

Questo giallo/noir si svolge in una suggestiva cittadina di fantasia, Pietraluce, sulle pendici dell’Etna. L’incipit – potente e ammaliatore – ci conduce subito nelle atmosfere simboliche e surreali che ci seguiranno per l’intera lettura: non solo a causa del tempestivo ritrovamento di un cadavere che ha accanto alla mano destra una carta dei Tarocchi (l’Appeso), ma anche e forse soprattutto per la costruzione fonologica e sintattica che ipnotizza il lettore con una rete di analogie e avversativi: pareva un idolo antico, come un miraggio, come una promessa, come un cappotto, ma consapevole, ma neppure ottimista… il gioco del come e del ma dà il via a una scrittura ritmica, sapientemente strutturata, e ironica quanto basta.

I Tarocchi non sono una novità né nei romanzi gialli (basti pensare al recente romanzo di Barbara Baraldi Gli omicidi dei Tarocchi) né nel cinema (Match Point di Woody Allen, La chimera di Alice Rohrwacher) né nella letteratura tout court (Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino), per nominarne solo alcuni. Ma qui acquisiscono un significato diverso, infatti fin dall’inizio vengono associati a logge massoniche. Il trait-d’union non è immediatamente comprensibile, anche se indagando un po’ vediamo che esistono in effetti punti di contatto (cfr. Marco Monari, “Le virtù dell’Arte Reale nella simbologia dei Tarocchi e nel Tempio Massonico”, in Rivista di Studi Esoterici L’Acacia, 2/2024). Il fatto è che l’autore, laureato in scienze politiche e studioso della storia della Sicilia moderna, è esperto di massoneria e questo volume (come suoi altri) esce per le Edizioni Tipheret, che accolgono testi esoterici, cabalistici e iniziatici.

Questo può sorprendere e magari anche far alzare un sopracciglio ai cultori del giallo e del noir. È vero che da tempo i due generi si sono svincolati dalle rigide leggi (Le 20 regole di S. S. Van Dine, 1928; il Decalogo di Knox, 1929; le 10 regole di Raymond Chandler, 1949) che li relegavano al razionalismo più integralista, senza alcuno spazio per il soprannaturale o l’inspiegabile; ciononostante, i lettori più severi continuano a prediligere prove scientifiche, profili psicologici attendibili e spiegazioni logiche. Il logos è appunto il faro del giallo; meno del noir, che si avvale di atmosfere più ambigue e preferisce i contorni meno delineati. E parliamo sempre di romanzi occidentali, perché se andiamo in Oriente (soprattutto in Cina e Giappone) troviamo perfino i fantasmi e gli investigatori non fanno una piega.

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Copertina di Arcani di luce e ombra, di Mauro Bonanno

L’autore, comunque, segue con correttezza le linee guida del genere, e ci tiene anche a spiegare – e fa bene – la differenza fra due tipi ben diversi di logge: quelle che, per esempio, “spingono nei grandi appalti”, e quelle rimaste fedeli ai valori della massoneria classica: libertà, uguaglianza, fratellanza. Il motto, peraltro, della Rivoluzione francese. Parlare di massoneria in Italia è sempre una questione spinosa, perché subito viene alla mente la loggia P2 di Licio Gelli. Vorrei però spezzare una lancia a favore di quella che oggi mi dicono essere un’associazione libera e trasparente, per accedere alla quale è necessario avere la fedina penale integra, e che i i suoi membri in passato sono stati perseguitati dal regime fascista e da quello nazista.

Detto questo: il giallo/noir scritto da Bonanno, al di là delle sue esplicite passioni esoteriche, non è solo ben scritto e ben documentato, ma funziona.

Le carte dei Tarocchi spuntano qua e là con discrezione e coerenza, ponendosi come tappe di un percorso iniziatico che diventa indiziatico. Il genere noir e il mondo dei Tarocchi entrano così in un dialogo che a volte può risultare difficile per chi non ha la conoscenza specifica di nomi come Papus o Wirth, ma che è comunque piacevolissimo a livello dell’intreccio. Quanto all’ambientazione, è molto intrigante: le pietre parlano, ascoltano, respirano e noi con loro. I sotterranei sono pieni di echi. Il silenzio diventa segno. E fra civette che appaiono e scompaiono e l’immancabile arancino, avvertimenti e messaggi da decifrare, toscanelli all’anice e parole d’ordine, giungiamo al termine a una soluzione che accontenta tutti, scettici e non.

Insomma, ne vedrei bene anche un film. Come quelli tratti dai romanzi di Dan Brown. E di certo un seguito, una seconda – terza – indagine del commissario Marrà. Magari, con qualche personaggio femminile in più, o almeno con un po’ più di spazio alla sua collaboratrice, “la Lucarelli”, chiamata quasi sempre sobriamente per cognome (tranne una volta: “Michela, quella molto carina”). Dovete perdonarmi, ma nella mia immaginazione Lucarelli mi ha fatto pensare a Carlo e Micaela alla Murgia. Un binomio sorprendente e paradossale, lo so. Ma non posso fare a meno di figurarmi uno sviluppo di questo personaggio, che dovrebbe imporsi non perché è “carina” ma perché è brava, diligente, intuitiva, dotata di un pensiero scientifico ma fluido, dotata di un corpo ma anche e soprattutto di un cervello.

È vero, ci sono quasi solo uomini nel romanzo. Del resto, la chiesa e la massoneria sono mondi tradizionalmente patriarcali. Ma auspico che questo autore, che ci ha risparmiato le immancabili battute sessiste, gli immancabili stereotipi di genere che purtroppo continuano ad affiorare anche in ottimi romanzi, voglia aprire uno spazio anche per le donne (mi risulta ci siano molte logge femminili di tutto rispetto, e comunque molte ricercatrici e studiose in campo esoterico e teologico). E mi auguro che Bonanno continui nel suo studio del genere giallo/noir senza fossilizzarsi su una tematica, e che Marrà possa confrontarsi anche con diverse esperienze, pur facendo tesoro di quello che ha appreso nella sua prima indagine. Il giallo e il noir hanno infatti da sempre questa caratteristica: di riuscire a raggiungere un pubblico non necessariamente di nicchia, a cui comunicare, al di là delle formule, di volta in volta contenuti profondi, tematiche sociali, filosofiche, ecologiche, o anche solo semplici suggestioni che stimolino il pensiero e la riflessione critica.


Sinossi editoriale

Pietraluce è una città che respira silenzio e simboli, dove il potere si nasconde tra confessionali e logge segrete, e ogni pietra racconta una superstizione. Quando un imprenditore viene ritrovato morto accanto a una carta dei Tarocchi antichi, il commissario Silvano Marrà comprende subito che non si tratta di un omicidio qualunque. Mente lucida e spirito solitario, Marrà si ritrova a indagare tra simboli esoterici, verità celate e legami invisibili che uniscono massoneria, Chiesa e poteri occulti. Ogni carta svelata è un passo in un rituale più grande, ogni incontro un tassello che ridefinisce il confine tra luce e ombra, tra giustizia e rivelazione. Con una scrittura evocativa e un’atmosfera densa di mistero, Arcani di luce e ombra è molto più di un noir: è un viaggio iniziatico nella memoria, nei segreti che la città custodisce e nei silenzi che parlano più delle parole. Un’indagine che scava nel cuore simbolico del potere, dove ogni verità è un rischio. E ogni carta, un destino.



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