Aponte: un nuovo editore impuro
Questa settimana dovremmo scrivere, al plurale, “I fatti” considerato che ci sono stati diversi e importanti argomenti in campo giornalistico e comunicativo...
IL FATTO ̶ Questa settimana dovremmo scrivere, al plurale, “I fatti” considerato che ci sono stati diversi e importanti argomenti in campo giornalistico e comunicativo. Gianluigi Aponte, 84 anni, ricchissimo proprietario, fra l’altro, della Msc, armatore con interessi anche nell’aeroporto di Genova e tanto altro nonché uno dei protagonisti (non indagato) della vicenda che ha interessato il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha acquistato Il Secolo XIX. Inoltre, Repubblica ha dato il benservito al direttore Maurizio Molinari e l’ha sostituito con il direttore del TG3 Mario Orfeo lasciando così libera la casella TG3. Per concludere, John Elkann ha lasciato la presidenza del gruppo editoriale Gedi.
IL COMMENTO ̶ Cominciamo da Il Secolo XIX, quotidiano genovese che ha 138 anni di vita. Alla direzione del quotidiano genovese (nell’aprile 2024 il quotidiano ha venduto 21 mila copie giornaliere), c’è una delle poche donne che dirige un quotidiano: Stefania Aloia (che è stata anche vice direttrice de la Repubblica). La proprietà è Gedi (John Elkann).
Negli anni, alla direzione del quotidiano genovese, si sono succeduti grandi nomi del giornalismo italiano da Carlo Perrone a Pietro Ottone, da Michele Tito a Tommaso Giglio, da Carlo Rognoni a Mario Sconcerti. E poi Gaetano Rizzuto, Antonio Di Rosa, Lanfranco Vaccari, Umberto La Rocca e tanti altri. Quando c’è la fusione tra il Gruppo L’Espresso e Itedi, Il Secolo XIX è una delle 13 testate locali che passano alla Gedi (oggi tutte vendute a privati). Nel 2018, il 14 agosto, crolla il Ponte Morandi, a Genova e Il Secolo XIX segue, ovviamente, con grande profondità la terribile vicenda così come seguirà, in modo puntuale le vicende giudiziarie che hanno poi portato alle dimissioni e al patteggiamento, del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Una cosa, evidentemente, che a Toti dà fastidio.
Lo dimostra il fatto che, a suo tempo, aveva cercato di far acquistare la testata genovese ad Aldo Spinelli che nel maggio 2024 finirà agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione per aver finanziato le fondazioni politiche legate al presidente della Liguria Giovanni Toti in cambio del rinnovo di concessioni portuali e altri favori. Ora, invece la testata è stata acquistata da Gianluigi Aponte, uno degli uomini più ricchi al mondo (secondo la rivista Forbes, sarebbe il 48º più ricco al mondo). Cosa c’entra uno così con l’informazione? Quando si è presentato alla direzione del quotidiano ligure ha così indicato la sua linea: «Dobbiamo essere più tolleranti nei confronti dei politici e degli imprenditori che favoriscono lo sviluppo». E chi sono questi politici e imprenditori? Aponte, ovviamente, non fa nomi ma in un successivo incontro ha così chiarito da che parte starà il giornale. Starà dalla parte di quei politici e quegli imprenditori «che hanno risollevato la città dopo il crollo del viadotto Morandi». Si riferiva forse al candidato della destra a sindaco di Genova, Marco Bucci?
Questa è la dimostrazione plastica dei motivi perché i “padroni” sono così interessati a diventare editori. E fra gli editori “impuri”, Aponte è certo uno dei primi. E la brava Stefania Aloscia? Appunto. Siccome è brava e ha fatto il lavoro di informazione che le compete, sarà sostituita. Con chi? Con Michele Brambilla che ha lavorato al Corriere, al Giornale, a Libero e QN e che fra i suoi libri, può annoverare «L’eskimo in redazione». E qual è la linea editoriale che porterà avanti Brambilla? Il Secolo, afferma Brambilla, «Denuncerà quello che non funziona, ma darà spazio anche a quello che funziona benissimo, cosa non frequente sui media, dove spesso si cede alla tentazione del disfattismo, il quale disfattismo serve solo a portare alla paralisi». Capito?
E veniamo a Repubblica che si libera di Maurizio Molinari (recenti scioperi e perdita di copie, ma resterà come inviato ed editorialista) e lo sostituisce con Mario Orfeo, attuale direttore del TG3. Orfeo ha già lavorato a Repubblica, nel 1993. Poi dirigerà, prima il Mattino e poi il Messaggero (proprietà Caltagirone). Nel 2009 entra in Rai al TG2 (periodo Berlusconi) e nel 2017 Renzi lo chiama come direttore generale Rai. Poi, come si diceva, al TG3. E al TG3 ora chi ci mandiamo? Nella spartizione partitica, quella casella spetterebbe al Pd che in Rai è però già ben posizionato. E allora potrebbe andare a uno del M5S (Carboni o Senio Bonini. In lizza anche Bruno Luverà, Simona Sala, Pierluca Terzulli).
E John Elkann? Lascia la presidenza della Gedi ma rimane azionista. Ormai alla Gedi rimane la Repubblica e La Stampa ma è questione di tempo. La crisi del settore auto si abbatte anche sull’informazione. Elkann ha venduto tutte le testate locali e svenduto l’Espresso. Ora si sta organizzando per vendere anche la Repubblica. Solo questione di tempo.
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