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Apeirogon

Un libro di Colum McCann (Feltrinelli, 2021 - 528 pagine, ISBN: 9788807034084)

di Piero Buscemi - mercoledì 4 dicembre 2024 - 332 letture

Cosa significa vedere il numero 500? Cosa vuol dire vederlo due volte come numerazione di capitoli apparentemente separati? Cosa vuol dire se tra questi due capitoli ne viene inserito un altro con il numero 1001?

Se fossimo esperti in numerologia, potremmo pensare che tutto questo non sia casuale perché questi numeri, non è sicuramente una casualità, sono stati inseriti per un messaggio da decifrare, tra tante parole e particolari che un libro può donarci.

Questi numeri, in numerologia, sono definiti numeri angelici. Numeri angelici, quali le combinazioni di 0 e 5 (050 o 500). Questa combinazione di numeri maestri superiori sono un messaggio importante, Dio ti avvisa che è ciò che fai è in sintonia con la sua volontà e che ci saranno cambiamenti positivi nella tua vita. La fede ti guida nel viaggio di ogni giorno.

Questa scienza, considerata tale o meno a seconda del livello personale di scetticismo, ci evidenzia anche il numero 1001. Ce lo definisce come una combinazione delle vibrazioni dei numeri 1 e 0. Il numero 1 è spesso associato ai nuovi inizi, ai passi avanti, all’ambizione e allo sviluppo personale, mentre lo 0 indica il potenziale, la scelta e l’inizio di un viaggio spirituale.

Quando questi numeri si uniscono due volte in questa sequenza, le loro energie si amplificano. La doppia apparizione di 1 e 0 accresce la potenza del numero, intensificandone l’importanza e il significato. Questo simbolismo traccia una connessione significativa con la crescita personale, la saggezza interiore e l’inizio di un viaggio spirituale.

ApeirogonBasterebbero queste nozioni a dare un senso al libro di Colum McCann, lo scrittore irlandese che ci racconta storie di Palestina e Israele, di bambine innocenti uccise per strada, di padri disperati che non riescono a rimanere lontanti dal pensiero del volto delle loro figlie "un solo secondo della giornata", come l’autore farà dire a uno dei personaggi del libro.

Il libro uscì nel 2020, in piena pandemia, quando il mondo prese una tregua mancando l’occasione di riflettere seriamente sulle proprie contraddizioni e le atrocità spalmate negli angoli più remoti e vicini del nostro quotidiano. Era l’occasione per restituire la propria vita a un misticismo truccato da alibi che giustificasse, almeno in parte, gli errori dell’umanità perpetrati nei secoli.

Abbiamo voluto riprendere il libro di McCann, mai così attuale, perché si rinnova sempre il bisogno di ribadire la stoltezza bellica, utilizzata nelle vicende umane, come se fosse l’unica soluzione ad ogni diatriba o rivendicazione, mai del tutto scrollata dall’arroganza.

Il titolo, Apeirogon, attira l’attenzione di qualsiasi occasionale lettore che si trovi ad affrontare questo libro, colpito già dalla curiosità di questa metafora intrigante che funge da premessa a quanto si appresterà a leggere.

Questo poligono infinito, come le parole raccolte dalle testimonianze, le storie dei protagonisti, le tragedie di due popoli così a contatto, ma ignari delle emozioni degli altri, delle paure e le insicurezze, dei luoghi comuni che poteri, più o meno occulti, hanno trasformato in pregiudizi e stupide convinzioni di stare, in ogni caso, dalla parte giusta.

McCann ci regala frammenti di verità, o pseudo tale, quella che ci centellina nei suoi brevi capitoli, numerati con un’intensa ossessione, voluta e provocata dallo scrittore per obbligare a soffermarsi e pensare in un modo diverso a quello che una tragedia umana porta avanti da quasi ottanta anni.

Citazioni storiche. Aforismi. Nomi di personaggi di questo angolo del mondo. I due padri personaggi, Bassam Aramin, palestinese. Rami Elhanan, israeliano. Le loro figlie, Abir e Smadar. Entrambe uccise da un’idea. Sbagliata o giusta che sia, perde ogni significato e importanza davanti a quella livella che è la morte. Morte che unisce un palestinese e un israeliano e che li costringe a condividere un dolore che, per assurdo, non potrà mai morire per mantenere in vita quelle due bambine, Abir e Smadar, in un unico destino dove a provare a sdoganare l’essere umano davanti alla propria capacità di provare rancore e odio, è ancora una volta la coscienza, seppellitta sotto le macerie della rassegnazione.

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