Antipolitica

Re Giorgio di Savoia bacchetta tutti, o quasi

di Adriano Todaro - mercoledì 24 dicembre 2014 - 3028 letture

Ebbene, sì! Lo confesso. Sono un tipo "patologicamente eversivo" da tenere a distanza perché sono senza speranze. Quando Re Giorgio di Savoia ha tuonato contro i giovani senza "retroterra" ma soprattutto contro gli "eversivi", ho sentito un fremito nelle vene. Che alludesse a me? Mia moglie continuava a guardarmi con sufficienza e, questo, non era di buon auspicio. Anche l’edicolante e il panettiere, quando sono uscito per i rituali acquisti mattutini, sembrava mi guardassero in uno strano modo.

In realtà Re Giorgio di Savoia qualche ragione ce l’ha. Va tutto male e in momenti come questi è necessario stringersi e coorte, stringersi a lui che, in 61 anni di attività, non ha mai fatto antipolitica ma solo carriera politica e sempre dalla parte del più forte. Era per i carri armati sovietici in Ungheria, era per unificarsi allo statista Craxi, era un migliorista, contro la sinistra del Pci ed anche contro Berlinguer e la sua questione morale. Altri tempi. Oggi, invece, lancia strali e saette contro tutti, un po’ anche contro Renzi, ma solo un po’ quasi fosse il gioco delle parti.

Non fa sconti, invece, a quelli che si mettono di traverso alle grandi riforme promesse dal Democristiano con i Nei. Ad esempio all’unica forza d’opposizione presente in Parlamento, i 5 Stelle, perché in Parlamento utilizzano, dice il Re, "metodi e atti concreti di intimidazione fisica, di minaccia, di rifiuto di ogni regola e autorità, e in sostanza tentativi sistematici ed esercizi continui di stravolgimento e impedimento dell’attività politica e legislativa di ambedue le Camere".

E ce n’è anche per la stampa. Certo il Re non legge girodivite ma sottolinea che la critica alla politica e ai partiti degenera in antipolitica: "Di ciò si sono fatti partecipi infiniti canali di comunicazione, a cominciare da giornali tradizionalmente paludati (non siamo noi-Ndr), opinion maker lanciatisi senza scrupoli a cavalcare l’onda, per impetuosa e fangosa che si stesse facendo".

Insomma, datevi una calmata cari giornalisti. Quando apprendete qualche ruberia dei nostri amati politici non cavalcate l’onda, abbiate scrupoli, anche se la notizia è fangosa. In pratica "non parlate al manovratore". Un bel democratico questo Re Giorgio di Savoia. E ai sindacati, non dice nulla? Certo che sì. Dopo lo sciopero generale, per Napolitano è necessario "la via di una discussione pacata". Ma sì facciamo un bel minuetto, pacato però. Io, padrone, ti licenzio, anzi grazie allo Jobs Act ne assumo un altro e pure ci guadagno. Tu, però, non scendere in piazza, non fare casino, riuniamoci e facciamo "una discussione pacata". Ti offro anche un caffè basta che te ne vai e non rompi le balle.

Insomma, Re Giorgio, l’uomo che ha firmato tutte le porcherie che il "Delinquente Abituale" gli sottoponeva non ci dice assolutamente che cosa causa l’antipolitica. Noi, come è risaputo, non siamo grandi intenditori di cose politiche, anzi spesso facciamo confusione. Gli sottoponiamo solo qualche esempio che forse - ma proprio in modo dubitativo - può generare l’antipolitica.

Giovedì 4 dicembre, mentre il Presidente del Consiglio non Eletto annunciava vita dura per i corrotti, il suo partito al Senato votava assieme a Fi, Ncd e Lega per respingere la richiesta dei giudici di usare le intercettazioni nei confronti degli inquisiti Antonio Azzolini (Ncd) e Antonino Papania (Pd). Senza contare i quattro sottosegretari indagati. Essere contro queste cose è antipolitica?

Le Regioni ne fanno di tutti i colori, con i nostri soldi comprano tutto, anche i vibratori e quasi tutti i consiglieri regionali sono inquisiti, molti dietro le sbarre. Ma il Friuli della famosa rottamatrice Debora Serracchiani batte tutti per estrosità. Aveva promesso il dimezzamento degli stipendi (massimo 5 mila euro) ma oggi ne beccano 7 e 500 euro al mese. E non è finita. Se sei malato e non vai in Consiglio, il rimborso arriva lo stesso. Grazie ad un emendamento del Pdl, subito votato dal Pd, le spese di mandato vengono rimborsate anche quando il consigliere è a casa malato (o in qualche altro posto) e, quindi, per trasporti e ristoranti non spende nulla. Se qualche consigliere del MS5 denuncia ciò, è forse uno che rifiuta ogni "regola e autorità"? E’ questa l’antipolitica?

C’è un gentiluomo che è presidente della commissione Cultura a Montecitorio, Giancarlo Galan (Fi). Contemporaneamente è agli arresti domiciliari. Ha patteggiato la pena a 2 anni e 10 mesi per l’inchiesta sul Mose, accusato di corruzione dai Pm. Secondo l’accusa, riceveva uno "stipendio" di un milione di euro l’anno. Eppure nessuno dice niente. In Commissione Cultura c’è addirittura il presidente del Pd Matteo Orfini, quello che dovrebbe fare pulizia a Roma. Ma se non riesce a farla neppure nella sua commissione! Se un giornale denuncia questo, cosa fa antipolitica?

Tav, Mose, Expo, ogni grande opera è un grande affare per mafiosi e tangentisti. Ora si lanciano i Giochi del 2024. I mafiosi respirano di soddisfazione, non resteranno disoccupati. A Milano sono 46 le imprese bloccate in odore di mafia ma siccome a Milano, è risaputo, la mafia non c’è (è come la nebbia, diceva Totò, c’è ma non si vede), si va avanti alla grande. Secondo la Bocconi avrebbero dovuto esserci 308 mila nuovi posti di lavoro, per la Camera di commercio, 190 mila, secondo i dirigenti Expo, 70 mila. Saranno, se va bene, solo 4 mila. In compenso il compagno Oscar inteso Farinetti si è aggiudicato due padiglioni da 4 mila metri quadrati ciascuno per dare da mangiare. Aggiudicati sì, ma senza gara pubblica. Coloro che protestano per questa ingiustizia, fanno antipolitica?

Ed è forse antipolitica prendersela con chi doveva controllare e non l’ha fatto con il risultato di aver pagato 7,6 milioni di euro di gasolio per una nave affondata nel 2013?

Dopo tutto questo fango, consoliamoci con qualcosa di più leggero. C’è grande attesa per il successore di Re Giorgio di Savoia e ogni giorno si sentono nomi di papabili. Dopo il musicista, due personaggi di grande levatura: il ministro Padoan e l’ex ministra e avvocata Severino. Il primo potrebbe andare bene anche all’Omino Pregiudicato, la seconda anche, visto che ha difeso sempre i poteri forti ed è ammanigliata anche con il Vaticano.

Qua però io voglio spezzare una lancia a favore di un altro personaggio, mi sembra ingiustamente non considerato. Si tratta di Maurizio Gasparri che sul Colle farebbe la sua bella figura. Guarderebbe, contemporaneamente, alla destra e alla sinistra e magari riuscirebbe a studiare, con più calma, come sistemare il decoder. In fondo, perché Paola sì e Maurizio no!

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Il Vangelo secondo Matteo /9 ‒ "Tra mille giorni l’Italia sarà un paese semplice e normale. Giudicatemi nel 2017" ‒ 1 settembre ‒ (continua)


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