Anna aveva solo diciassette anni
Anna aveva solo diciassette anni e studiava all’Istituto nautico per coltivare quella che dicono fosse la sua passione: il mare. È morta al suo primo giorno di lavoro, quello che le sarebbe piaciuto fare nella vita che aveva ancora tutta davanti. È morta perché trascinata da una cima e, rimastavi avvinghiata, è andata a sbattere con la testa contro l’elica del catamarano su cui era imbarcata.
Il padre chiede che si indaghi sulle cause della morte della figlia che era stata assunta per fare l’interprete, per assistere i turisti imbarcati, non per le normali attività di governo dell’imbarcazione su cui sembra che l’equipaggio fosse composto solo da lei e dallo skipper, e quindi insufficiente. La rabbia e l’indignazione che ogni volta ci afferra di fronte al tragico ripetersi delle morti di lavoratrici e lavoratori, diventa ancora più grande e perfino insopportabile quando a pagare il prezzo della logica dello sfruttamento e del massimo profitto sono giovani, ragazzi e ragazze come Anna, Mattia, Luana, ecc.ecc..
Questo paese, segnato dalla precarietà e dallo sfruttamento del lavoro oltre ogni limite, costringe le giovani e i giovani alla fuga dall’Italia oppure a vendere la propria intelligenza, capacità, la loro forza lavoro per salari e stipendi minimi e spesso senza la necessaria sicurezza.
Per Anna, per Mattia, per Luana continueremo la battaglia, che non abbiamo mai dismesso, per un lavoro sicuro, ben retribuito, liberato dalla precarietà e dallo sfruttamento. Anche per Anna saremo presenti a tutte le scadenze del processo per l’uccisione sul lavoro di Mattia Battistetti. Anche per Anna continueremo a impegnarci nella battaglia dei referendum dell’ 8/9 giugno, perché nel nostro Paese ci sia una legge per gli omicidi sul luogo di lavoro e un salario minimo di 10 euro all’ora indicizzati.
Paolo Benvegnù, segreteria regionale Veneto PRC responsabile lavoro ed economia
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