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Angelucci cambia direttori? Mah!

Garlasco, Gaza e Repubblica – Chi è il nuovo proprietario de La Sicilia – Petrecca nuovamente bocciato – Italpress va in Cina – La Stampa si rinnova

di Adriano Todaro - mercoledì 4 giugno 2025 - 879 letture

ANGELUCCI CAMBIA DIRETTORI? – Questa notizia l’avremmo scritta nel seguente modo:

Sembra certo, ormai che ci sarà un cambio al vertice, in tutte le testate quotidiane di proprietà di Antonio Angelucci, il parlamentare più assente dal Parlamento italiano, prima di Forza Italia e, dal 2022, della Lega. Inoltre, è proprietario del Gruppo S. Raffaele di Roma e di numerose cliniche private. Per tornare al mondo dei giornali i cambi ai vertici dei quotidiani dovrebbero seguire questi passaggi. Alessandro Sallusti non sarà più direttore responsabile del Giornale ma assumerà l’incarico di direttore editoriale dello stesso. Al Tempo, diretto oggi da Tommaso Cerno dovrebbe arrivare Daniele Capezzone mentre Cerno guiderà Il Giornale. E Alessandro Sallusti? Sallusti sarà il direttore editoriale del Giornale come sarà direttore editoriale Vittorio Feltri a Libero. Alla direzione di Libero, invece, resta Mario Sechi così come Osvaldo De Paolini continuerà a dirigere il settimanale Moneta, testata economico-finanziaria varata di recente e legata ai quotidiani degli Angelucci. Ovviamente questi cambi di poltrona porteranno a una riorganizzazione complessiva delle testate del gruppo. Per ultimo, c’è da ricordare che la figura del direttore editoriale non è una figura tipicamente giornalistica. Di solito è un personaggio che rappresenta l’editore nel giornale. Non deve essere necessariamente iscritto all’Ordine dei giornalisti. Altra particolarità: Capezzone è la prima volta che dirige un quotidiano.

Poi, però, è arrivata la seguente precisazione: «In merito alle notizie circolate su presunti cambi alla guida delle testate editoriali, Finanziaria Tosinvest precisa che si tratta di informazioni completamente prive di fondamento. Nessuna modifica è stata decisa ne è oggetto di discussione da parte della proprietà o degli organi competenti». La nota sottolinea che «si tratta di ricostruzioni arbitrarie e infondate, frutto di illazioni senza riscontro. L’Azienda diffida dunque chiunque dal continuare a diffondere tali notizie, lesive dell’immagine delle testate e dei professionisti che vi operano». La Finanziaria Tosinvest è attiva nei settori immobiliare, media e facility management di proprietà della famiglia Angelucci, che controlla tra l’altro i quotidiani Libero, Il Tempo e il Giornale.

LA SICILIA – La scorsa settimana, per motivi di tempo, non ho potuto inserire la notizia della vendita de La Sicilia in questa rubrica, ma la notizia è comunque stata data in altra parte di girodivite. Ora abbiamo qualche notizia in più a cominciare di chi è il nuovo “padrone” del quotidiano finora di proprietà di Ciancio Sanfilippo. Salvatore Palella, classe 1987, l’imprenditore che ha acquistato La Sicilia, è nato ad Acireale ma da anni è residente negli Usa. Oltre a legare il suo nome ai monopattini elettrici, controlla anche la piattaforma Everly per la consegna di generi alimentari. Il quotidiano avrà una nuova sede sito in un palazzo residenziale di Catania. La società di Palella prevede importanti investimenti nel patrimonio immobiliare acquisito, fra cui la ex Centrale del Latte di Catania (22mila mq.). La Sicilia, nata il 15 marzo 1945, negli ultimi anni aveva ridotto la distribuzione nell’area catanese mentre, con la nuova proprietà, sarà diffusa in tutta la regione e, successivamente, anche a Roma, Milano e Torino. Verranno effettuati prepensionamenti e utilizzati ammortizzatori sociali. Favorevoli i sindacati. Ancora una volta alla guida di un’impresa editoriale non un editore puro. E con un passato non troppo limpido dal punto di vista economico. Sì, perché la domanda fondamentale è: da che parte arrivano i soldi di Palella?

PETRECCA NO! – Continua ad andare male a Paolo Petrecca. Dopo le numerose controversie (una per tutte: da direttore di RaiNews, ha bloccato la diretta dell’assemblea nazionale Pd prima che la segretaria Elly Schlein, iniziasse a parlare, per fare spazio all’intervento di Elon Musk alla kermesse Atreju). Spostato a dirigere Rai Sport, ha presentato il suo piano editoriale. Su 95 giornalisti votanti ben 51 sono stati i voti contrari, 36 a favore e 8 le schede bianche. In pratica il direttore è stato sfiduciato dalla redazione. Il 4 marzo 2025, la redazione di RaiNews24 lo aveva sfiduciato con l’83% dei voti.

ITALPRESS IN CINA – L’agenzia di stampa Italpress sbarca in Cina dopo aver concluso un accordo a Riyadh con la Saudi Press Agency. L’Italpress ha firmato una partnership con la CCTV+ che fa parte del più importante gruppo editoriale cinese che comprende anche la televisione di Stato CCTV. Alla base dell’accordo con i cinesi, la possibilità di poter diffondere i suoi contenuti multimediali e video in Cina e al contempo di poter utilizzare video e feed dell’agenzia CCTV+ per i propri format video e per i propri abbonati in Italia ed all’estero. Nata a Palermo nel 1988 ad opera del ventenne Gaspare Borsellino, l’ Italpress, ufficialmente, inizia a trasmettere nel 1993. Oggi trasmette una media di duemila lanci al giorno.

GARLASCO, GAZA E REPUBBLICA – La scorsa settimana avevamo portato l’appello di 175 giornalisti italiani contro la «congiura del silenzio» sul genocidio del popolo palestinese, sulla mattanza dei giornalisti a Gaza, sulle censure alla libertà di informazione. Dopo l’appello sono intervenuti varie personalità. Fra queste Roberto Natale, ex sindacalista che ha affermato che è necessario «parlare di più di Gaza nei giorni in cui l’informazione italiana – anche quella Rai – trabocca di notizie, interviste, ricostruzioni, confronti, supposizioni sul delitto di Garlasco. Un fatto di indubbio interesse giornalistico, un caso giudiziario complesso. Ma non può accadere – se la deontologia giornalistica ha un senso – che una vicenda privata ottenga più risalto di un enorme dramma collettivo, che sta segnando la nostra epoca. La cronaca non può trascurare la Storia. E il servizio pubblico ha tutte le risorse professionali necessarie a trattare con maggiore profondità e con il necessario equilibrio l’immane tragedia del Medio Oriente». E qua s’inserisce ciò che è avvenuto a La Repubblica lo scorso 27 maggio. Dal Comitato di redazione si è dimesso Matteo Pucciarelli. Pucciarelli non è uno dei tanti giornalisti di Repubblica. È un sindacalista che si è sempre battuto, ad esempio, contro l’invadenza della pubblicità e che ha portato alle dimissioni del direttore dell’epoca Maurizio Molinari. Con Pucciarelli si sono dimessi anche tutti gli altri rappresentanti sindacali. Il Cdr aveva presentato un documento che chiedeva iniziative concrete per Gaza. Un appello al direttore del quotidiano Orfeo e a tutti i giornalisti italiani. Poi si vota e alle 18 si inizia lo spoglio. Ma ecco che un vicedirettore interviene e si crea un movimento per riaprire l’assemblea e modificare il documento. Il ritardo aumenta, tanto che il risultato della votazione si avrà solo alle 22: 132 a favore del documento, 3 contrari, 18 astenuti. «Oggi è avvenuto un fatto gravissimo che mette in discussione l’esistenza stessa di un sindacato all’interno di questo giornale – ha scritto Pucciarelli per spiegare la sua decisione di lasciare il Cdr –. Ad assemblea conclusa, assemblea dove questo Cdr ha presentato un documento su Gaza, poi emendato con la massima disponibilità in alcuni punti su richiesta dei colleghi, si è riaperto il dibattito nei corridoi romani e nelle chat dei delegati sindacali. Un dibattito riaperto in separata sede in primis da pezzi di direzione e da alcuni capiredattori. La richiesta era di riconvocare un’assemblea regolarmente conclusa e con una votazione in corso per cambiare ulteriormente il testo. Penso che i processi di partecipazione siano sacri, inviolabili: l’assemblea è il luogo sovrano dove tutte e tutti sono invitati (non obbligati) a partecipare. Oggi ho scoperto che non è più così. C’è chi preferisce sovvertire il processo, facendo leva sul proprio ruolo. Lo trovo irrispettoso verso chi alle assemblee partecipa, verso chi nelle assemblee si espone esprimendo liberamente il proprio parere, verso i membri del Comitato di redazione».

LA STAMPA SI RINNOVA – Da oggi 4 giugno, La Stampa è arrivata in edicola, e in digitale, completamente rinnovata. Il direttore responsabile, Andrea Malaguti, aveva precedentemente spiegato che «i lettori avrebbero trovato una grafica più fresca, pulita e luminosa, con titoli di impatto e chiari. Abbiamo aumentato il corpo dei caratteri per favorire una maggiore leggibilità e dato più spazio alla componente fotografica». Potenziata anche la sezione Economia, sia nazionale che locale, con il nuovo inserto settimanale del lunedì ‘Nord Ovest Economia’ di otto pagine. Inoltre ci sarà, sottolinea sempre il direttore, maggiore attenzione al territorio con inchieste e approfondimenti, Ci sarà spazio anche per l’intrattenimento, con giochi, cruciverba e il dizionario piemontese.

SOSPENSIONE TEMPORANEA – Come tutti gli anni sospendo, per alcuni mesi, la collaborazione con girodivite. Voi, però, continuate a leggerla e sostenerla perché le testate indipendenti e libere sono sempre meno. Ricordiamoci che quando muore un giornale, muore sempre un po’ di democrazia. E noi non possiamo permettercelo.


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